Veramente non è proprio così..god of war aggiungeva kratos nel contesto della grecia antica e lo faceva interagire con altri personaggi riprodotti molto fedelmente alla realtà delle mitologie greche.Qua si prende Dante , Beatrice , l'inferno e Caronte ( ) li si cambia in maniera colossale e li si mette a scannarsi come dei cani..
..fossi presidente , commissario , responsabile o come cavolo si dice della'rte italiana e\o della letteratura mi farei sentire per benino..sti trunz..
Be in tal caso anche Devil May Cry riprende Dante e Vergil modificati a mò di tamarri, ma nessuno s'è lamentato...
già. copio una descrizione che ho trovato su un sito
Nell’opera sono presenti diversi riferimenti alla “Divina Commedia”, che vanno al di là del nome dei gemelli Dante e Vergil, come, ad esempio, i mostri che si affrontano. Quest’ultimi sono ispirati ai vari gironi dell’inferno di Dante Alighieri e conservano caratteristiche che fanno pensare alle varie leggi del contrappasso. Altro elemento è la torre, il Tamen-ni-gru, che sembrerebbe una rappresentazione della montagna del purgatorio in quanto, una volta scalata, sembra portare all’obbiettivo finale (come nella Divina Commedia, nel momento in cui si riscontra il paradiso); poi trae ispirazione per le tematiche trattate e per il gameplay da diverse altre fonti molto più moderne (film horror, ecc).
Si ma fermatevi un secondo, ce ne sono di film, libri, videogiochi che prendono come SPUNTO la Divina Commedia e poi la rielabolano in forme più o meno differenti, ma differenti!
Qui si prende Dante, lo si pompa tipo E-Man, gli si mette un'asciona sulle spalle e lo si manda a uccidere i guardiani infernali danteschi!
Fatemi il piacere ragazzi, è trashissimo!
Sinceramente parlando non mi pare proprio che Dmc abbia dato tanti sputi negli occhi alla Divina Commedia, anzi, si è rifatto ad essa sviluppando poi proprie tematiche e ambientazioni.
Ma qui si tratta di sfruttarne il nome trashando, perchè sinceramente dal gameplay 'sto gioco non mi pare niente di che, se non un gioco che farà parlare di se per l'ambientazione dantesca.