LA SMENTITA DI IERI - L’unica informazione che trapela dal*la proprietà è una smen*tita attraverso un comu*nicato, rispetto ai rumors cominciati a circolare nelle ultime ore. Il comu*nicato, obbligatorio per una società quotata in Borsa, ha pochi punti in comune con quelli diffusi ai tempi di Soros. Non si dice mai che la Roma non sia in vendita. Si smentiscono firme e tempi, non la trattativa: «Compagnia Italpetroli, nella sua qualità di controllante indiretta di A.S. Roma, congiuntamente a quest’ultima, precisa che non è stato sotto*scritto alcun contratto, di qualsivoglia natu*ra, avente ad oggetto la cessione della pro*pria partecipazione in A.S.Roma, nè è stato versato alcun corrispettivo in collegamento con accordi aventi tale oggetto. In particola*re, si precisa che del tutto fantasiose e prive di fondamento appaiono tanto la ricostruzio*ne di una tempistica della cessione del pac*chetto di maggioranza in collegamento con le iniziative e gli incontri istituzionali citati da un organo di stampa, quanto la richiamata presunta ”regia di Unicredit”» .
LE AMMISSIONI DI OGGI - La società As Roma e la controllante Italpetroli della famiglia Sensi ribadiscono che non è stato sottoscritto alcun contratto o concluso alcun accordo per la cessione del pacchetto della società calcistica e, in merito a quanto pubblicato oggi sulla stampa, di non conoscere «un interesse diretto della famiglia Flick» di imprenditori tedeschi. «I contatti attualmente in corso - si legge nella nota - con i soggetti che hanno manifestato il proprio interesse sono, allo stato attuale, in una fase di verifica dell'esistenza dei presupposti per poter valutare eventuali operazioni». Qualsiasi scelta dovesse essere assunta in futuro, precisa Italpetroli, «terrà debitamente conto, come sempre in passato, degli interessi di As Roma e dei soci di minoranza e che, in ogni caso, non si prevede un disimpegno della famiglia Sensi da As Roma».