Mazzarri ha tentato di rivoluzionare il Napoli, ma la cosa non e' riuscia al meglio. In campo abbiamo visto lentezze a centrocampo, ritmi bassi per tutti e un mediocre Lavezzi. Ma a frenare la squadra sono stati maggiormente i nuovi innesti: Yebda (in foto n.d.r.)e Sosa. L'allenatore non ha ricavato vantaggi dal mercato che proprio lui ha gestito. Doveva essere la partita della verità. C'era un perfetto contrasto nelle valutazioni. Esuberanti e ottimisti i dirigenti, freddini i tifosi. La società, che ha dato carta bianca a Mazzarri e al suo direttore-assistente Bigon, sostiene che dal mercato sia uscita una formazione affidabile. Il giudizio del pubblico è negli spazi che lascia vuoti in queste prime gare al San Paolo, stadio rinnovato poco e di molto peggiorato nel terreno di gioco. Appare subito ingrato, per una squadra affollata di sudamericani, disposti sempre a giocare con triangoli bassi e tecnica sontuosa. Il campo ricorda le immagini televisive della crosta lunare. Non si spiegano altrimenti i disagi nel controllo della palla e nel gioco dei migliori: ci si è messo quindi un campo poco curato a complicare le già affannate operazioni di un Napoli appannato nella condizione di troppi giocatori. Sbandano Dossena sostituito due volte in quattro giorni e lo stralunato Aronica a sinistra, sempre in difficoltà quando deve giocare da difensore puro di sinistra e non da esterno, ma anche Lavezzi, irriconoscibile quando scatta.