La cessione di Fabio Quagliarella alla Juventus ha sconvolto tutti i tifosi del Napoli. Presi di contropiede dalla vendita di uno dei simboli del nuovo corso, un napoletano che ad ogni gol correva sotto la curva a baciare la maglia. Un bacio sincero, sentito. Doveva diventare la bandiera del nuovo Napoli, ma è stata ammainata appena dopo un anno. Proprio così. E’ stata ammainata dalla società e dal presidente Aurelio De Laurentiis. A nulla serve la “campagna mediatica” organizzata a tavolino per placare la piazza, per diffondere messaggi distorti, quasi a voler far cadere la responsabilità della cessione sul calciatore. Ci sono dei retroscena che nessuno ha raccontato. E si tratta di fatti determinanti per ricomporre il “puzzle”. Anche perché mentre mettiamo insieme i pezzi di una vicenda che a Napoli assume contorni di dramma sportivo, se ne aggiunge un’altra. Che, guarda caso, la stampa sportiva non ha ancora messo in evidenza. Un caso imbarazzante quasi come quello di Quagliarella. O addirittura superiore. Si tratta della cessione di Paolo Cannavaro. Ma procediamo con ordine e partiamo dalla cessione del bomber partenopeo alla Juventus. Tutto organizzato a tavolino. La società voleva e doveva rompere col giocatore, costringerlo ad andare via, senza, però, dare troppo nell’occhio. Non c’era e non c’è nessuna volontà del presidente Aurelio De Laurentiis di mettersi la piazza contro. Si tratta di un film, una pessima sceneggiata che vede come “braccio armato” l’allenatore Walter Mazzarri. Martedì 24 agosto si consuma la rottura. Il mister, da giorni, provava squadra e modulo rispetto alle esigenze di Lucarelli e di Cavani. Insomma, in allenamento ha fatto capire a Quagliarella che per lui non c’era spazio. Era l’ultima scelta. Creando i presupposti per un litigio. Litigio che è arrivato puntuale, come da copione, come detto, martedì scorso. In questo caso un buon presidente, in buona fede, interviene e cerca di risolvere il problema nel migliore dei modi. Soprattutto quando si tratta di un contrasto tra l’allenatore ed il giocatore più rappresentativo della squadra. De Laurentiis, invece, complice di un copione scritto in precedenza, ocn aprti prestabilite e finale scontato, liquida il bomber della nazionale con una frase secca: “Queste sono le condizioni. Se non ti conviene puoi pure andare via”. Insomma, Quagliarella è stato prima mortificato e poi cacciato. Senza rispetto. Né per lui, né per quello che ha dato a questa maglia, né per quello che rappresenta ed ha rappresentato per i tifosi del Napoli e soprattutto per le due curve del San Paolo. Non ha avuto scelta. Società e tecnico hanno concordato ogni minima mossa, nei particolari, senza lasciare nulla al caso. Ed hanno raggiunto l’obiettivo. Quagliarella va via, spazio al 34enne Lucarelli, e la società che si lava le mani di fronte ai tifosi facendo passare il messaggio che è stato il bomber di Castellammare di Stabia a scegliere la Juventus. Non è così. Hanno sbagliato i conti. I tifosi non hanno l’anello al naso. La conclusione è semplice: hanno preferito Lucarelli a Quagliarella. Ed hanno silurato l’idolo azzurro mettendo in atto una “sceneggiata”.Più semplice, invece, il discorso di Paolo Cannavaro. Il capitano ha parlato con la società. Chiede il rinnovo ed un giusto adeguamento di contratto. De Laurentiis è stato chiaro ed ha messo il difensore azzurro di fronte alle decisioni della società: “Di rinnovo non se ne parla. C’è una trattativa in corso con la Roma. Ti cedo a gennaio. Altrimenti rinnovi e vai via a giugno”. A questo punto chiara e giustificabile la reazione del calciatore. Rifiuterà il rinnovo ed andrà via a giungo a parametro zero. Un’altra bandiera, dopo Quagliarella, che De Laurentiis sta ammainando. Una mancanza di rispetto verso la piazza, stufa di essere presa in giro dai proclami del patron. Dice di non essere interessato all’Europa League. Pensa solo alla Champions. Ma come si può ipotizzare di lottare in campionato per un posto Champions, e proseguire spediti su altri due fronti, Coppa Italia ed in Europa league, con un mercato di basso profilo e soprattutto mettendo tutto il peso dell’attacco sulle spalle di Cristiano Lucarelli, un calciatore alla frutta, che rappresenterebbe una “buona panchina” per una squadra che deve salvarsi? Mistero. Così come la difesa. Si tratta sotto banco la cessione di Cannavaro e si compra Modesto. Non si rispettano le bandiere, non si rispettano i tifosi che fanno sacrifici di ogni tipo per seguire il Napoli in tutto il mondo. In Svezia ce n’erano più di mille. Hanno intonato cori di sostegno e sventolato bandiere azzurre per tutta la durata della partita. Quelle bandiere, presenti sugli spalti, che il sistema vuole ammainare in nome e per conto della pay tv, mentre a De Laurentiis tocca il compito di ammainare le bandiere in campo. Ha cominciato con Quagliarella. Poi toccherà a Paolo Cannavaro. Che brutto film!
giovanni de cicco