La discussione nasce da una riflessione scaturita dalla situazione universitaria di una mia amica. Come sapete io faccio degli studi umanistici, di conseguenza il mio studio è molto discorsivo e, in un certo senso, è più facile rispetto agli studi scientifici. Infatti ho una buona media che mi regala soddisfazioni e mi sprona ad andare avanti a ogni esame superato con buoni voti. La mia amica invece fa farmacia, è al secondo anno e nonostante sia una persona intelligente, che studia sempre e si impegna, non riesce ad ottenere voti alti e spesso deve ripetere gli esami più di una volta. Sono abbastanza certa che il problema non sia lei -non solo-, ma i docenti che pretendono veramente tanto e sono bassi di voti -infatti anche i suoi compagni hanno medie molto basse-. La domanda sorge spontanea: non è deludente frequentare un corso universitario e ritrovarsi a studiare libri su libri, formule su formule per poi avere scarsi risultati? Non venite a dirmi che non è il voto che conta, che non è un vero metro di giudizio e cagate varie perchè ne sono ben consapevole.. Però la nostra è una società che si basa anche sul voto di laurea e di conseguenza sui voti degli esami e soprattutto io considero il voto come una motivazione per andare avanti. Non che se prendo un 18 mi taglio le vene eh, però se vengo bocciata mille volte e una volta superato un esame lo supero con il minimo, mi sentirei poco motivata a continuare, mi sentirei incapace. e quindi vi chiedo, è meglio fare l'università dei "nostri sogni" anche se i risultati sono poco soddisfacenti o è meglio fare un corso più semplice ma più lontano dai nostri sogni?!
Io sono sicura che se non avessi questi risultati, mi sentirei poco motivata ad andare avanti.


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