L'Unicef ha condotto uno studio che dimostra che i turisti italiani sono i maggiori frequentatori di minorenni, bambini e bambine, che si prostituiscono per vivere.
Secondo questo studio questo orribile primato lo avrebbero infatti gli italiani che primaggerebbero con il 18% dei piccoli.
La maggiore percentuale sarebbe superata solo dagli stessi kenyani con il 38%.
Nonostante i pericoli di AIDS, le condanne legali per quello che è un orripilante fenomeno, il turismo sessuale è un vero e proprio boom, e le località dove maggiormente è diffuso il fenomeno (Malindi, Mombasa, Kalifi e Diani) sono località ben note ai tour operator italiani.
Oltre 15.000 ragazzine tra i 12 e i 18 anni si prostituiscono, anche se non abitualmente, nella zona costiera del Kenya dove è maggiore l' afflusso di turisti, in cambio di soldi o regali. Il fenomeno, si afferma nello studio dell' Agenzia dell' Onu per la protezione dell' infanzia e del governo di Nairobi, riguarda il 30% delle adolescenti che vivono nella zona.
La prostituzione è la principale attività remunerata per un numero di ragazzi e ragazze compreso tra i 2.000 e i 3.000 che vivono nella zona della costa.
I clienti sono italiani per il 18%, tedeschi per il 14%, svizzeri per il 12%.
Secondo l' Unicef, è necessario porre fine alla tolleranza culturale nei confronti della prostituzione minorile nelle zone turistiche del Kenya.
Lo studio afferma che un'altissima percentuale, pari al 75%, delle persone coinvolte nell' attività turistica accetta l' idea della prostituzione infantile femminile, e il 60% pensa lo stesso della prostituzione minorile maschile.
Sempre secondo l’Unicef, il commercio sessuale è un’industria da 12 miliardi di dollariannui e si configura come la terza attività illegale, per valore, dopo il traffico di droga e di armi.
Parte di questi soldi potrebbero essere reinvestiti nel traffico di armi e droga, condizioni essenziali alla diffusione della povertà e dunque dello sfruttamento. Ovviamente, le entrate del commercio sessuale non vanno a fare cassa nelle tasche dello Stato (ci mancherebbe). E tuttavia, in molti paesi del mondo vigono delle legislazioni sulla pedofilia e sul turismo sessuale che, in un certo senso, chiude un occhio sugli illeciti commessi. Per questo c’è scarsa collaborazione da parte delle autorità locali di quei paesi, ad esempio, in cui è stato registrato un incremento del turismo sessuale. In Cambogia lo sfruttamento sessuale dei minori è aumentato del 34%, in Guatemala non è nemmeno reato. In alcune regioni dell’India, il turismo sessuale non è perseguibile sopra i 12 anni, quando un bambino raggiunge la maggiore età. Maturità per subire abusi che in Bangladesh e Pakistan si attesta sui 14 anni. Anche nelle Filippine e in Costa Rica la prestazione a pagamento ai danni del minore è crimine sessuale solamente sotto i 14 anni.