Gay Pride, vietata piazza San Giovanni a Roma
«Il Comitato Roma Pride 2009 ha appreso che la richiesta di concludere il Pride in piazza San Giovanni è stato negato sia per la data del 13 giugno (per la manifestazione di Sant'Antonio) sia per la data del 20 giugno (a causa delle preparazioni della manifestazione di San Giovanni Battista). Le alternative proposte non possono consentire un regolare svolgimento della manifestazione, in quanto sono idonee per manifestazioni con un numero inferiore di persone rispetto al Pride». Lo afferma il presidente di Arcigay Roma, Fabrizio Marrazzo.
«Facciamo appello al sindaco di Roma, in quanto garante dei diritti di tutti - aggiunge - perchè supporti l'organizzazione nel trovare un'alternativa che consenta lo svolgimento della manifestazione secondo il percorso definendo eventuali modalità di convivenza tra i
due eventi che riteniamo possano essere complementari. Ricordiamo che il percorso seguito lo scorso anno per il Pride ha comportato una serie di disagi al coretto svolgimento della manifestazione - conclude Marrazzo - impedendo di fatto il raduno finale di
tutti i manifestanti».
«Ancora una volta il Comune di Roma dimostra come poco accogliente sia diventata la nostra Capitale». Lo dice la deputata del Pd, Paola Concia, commentando il fatto che non è stata data l'autorizzazione alla richiesta del comitato organizzatore di concludere il Gay Pride a Piazza San Giovanni. «La motivazione addotta - aggiunge - per rifiutare Piazza San Giovanni al Gay Pride è a dir poco pretestuosa perchè legata al calendario delle festività religiose, che nel nostro Paese sono pressochè quotidiane». «Il Gay Pride - continua Concia - in tutte le capitali europee è una grande festa di tutti perchè è la festa dell'accoglienza di tutte le diversità. Nelle piazze più importanti di Berlino, Colonia, Madrid, Parigi e Zurigo intervengono a dare il benvenuto ai partecipanti del
Gay Pride gli esponenti di tutti i partiti politici». «Invito - conclude - il sindaco Alemanno e la Questura a ripensarci e a dare un segnale di distensione concedendo a questa bellissima, pacifica e colorata festa la sede che si merita».
«Sul prossimo Gay Pride di Roma si cerchi di arrivare a una decisione condivisa. È triste che ci si debba scontrare ogni anno prima sui patrocini e poi sul percorso. Il Gay Pride è una manifestazione di tutti ed è bene che ci sia uno spirito di collaborazione da parte delle istituzioni allo svolgimento di una pacifica manifestazione». Lo sostiene Imma Battaglia, presidente di Gay Project e, inoltre, candidata alle europee nella circoscrizione meridionale con Sinistra e Libertà.
«La gravissima decisione di non concedere Piazza San Giovanni per il Gay Pride di Roma del prossimo 13 giugno, richiesta dal Circolo Mario Mieli di Roma, a nome di oltre 30 associazioni lgbt italiane, è un fatto di gravità inaudita. Si tenta di riportare la città di Roma a prima del XX Settembre 1870 dimenticando che Roma è la capitale di uno Stato che dovrebbe essere laico e democratico».Lo afferma in una nota l'Associazione Radicale Certi Diritti.
«Esprimiamo al Circolo Mario Mieli tutta la nostra solidarietà e vicinanza per questo gesto politico che rasenta la peggior cultura politica clerico-fascista. Questa sera il coordinamento di Roma dell'Associazione Radicale Certi Diritti si riunirà per decidere tutte le azioni di sostegno contro tale decisione. Già lo scorso anno fu organizzato un sit-in di fronte alla basilica di San Giovanni perchè fu negata la piazza per una cerimonia clericale che si svolse da un'altra parte dell'area, alle 21 di sera, molto oltre la fine del gay pride. Sosterremo in ogni sede le iniziative che verranno prese contro tale grave decisione».
«Non concedere una piazza importante come San Giovanni al Roma Pride 2009 sarebbe un grave errore. Il Roma Pride è una importante manifestazione per la difesa e la promozione dei diritti civili, e non è accettabile che venga osteggiata come se non fosse un evento pubblico come tutti gli altri. Il Roma Pride è una manifestazione di tutti, è una iniziativa che interessa migliaia di cittadine e cittadini di Roma e, soprattutto, è, ed è sempre stata, una manifestazione festosa, pacifica e civile. Chiediamo che la richiesta dell'associazione 'Mario Mielì e delle associazioni Glbt venga valutata con maggiore attenzione e rispetto». Lo dichiara, in una nota, Luigi Nieri, assessore al Bilancio della Regione Lazio.
«La decisione di non concedere la piazza al gay pride è gravissima e rappresenta un passo indietro assoluto per questa città». Lo afferma in una nota Massimiliano Smeriglio che aggiunge: «Siamo per la libera circolazione delle idee, per la valorizzazione di modi di vivere, pensare e agire diversi e molteplici e speriamo che si voglia fare un passo indietro e riconoscere l'importanza di una manifestazione riconosciuta come il Pride, che è sempre stata la festa di tutti coloro che si battono per il riconoscimento dei diritti civili».
Gay Pride, vietata piazza San Giovanni a Roma - l'Unità.it
perchè negarlo??.....è l'unico momento dove quelle persone possono manifestare liberamente.......