Msf, tra i sei rapiti in Darfur c'è anche un italiano
Sei impiegati della sezione belga di Medici senza frontiere sono stati rapiti in Darfur, regione del Sudan occidentale in preda alla guerra civile. Tra i sequestrati ci sarebbero un italiano, un francese e un canadese. Lo hanno riferito fonti della organizzazione umanitaria a Khartoum.
Non è stata al momento resa nota la loro nazionalità - un portavoce dell'Unamid, le forze Onu presenti nel territorio, ha solo precisato che tra loro vi sarebbero tre stranieri - né la loro funzione all'interno dell'organizzazione. Il rapimento è avvenuto ieri mattina.
"Per ora possiamo solo confermare che il rapimento è effettivamente avvenuto, ma non possiamo dare dettagli", ha detto il portavoce dell'organizzazione in Belgio, Koen Baetens. "Gli accertamenti sono ancora in corso - ha spiegato Baetens - e nelle prossime ore sapremo di più". Nei giorni scorsi, in seguito alla condanna del presidente sudanese Omar al Bashir, le autorità di Khartoum avevano imposto l'allontanamento di alcune organizzazioni internazionali tra cui Msf di Francia e Olanda. Altre sezioni dell'organizzazione, tra cui quella belga, non erano invece state colpite dal provvedimento.
«C'è anche un italiano tra i rapiti». La conferma arriva dal ministro degli Esteri Franco Frattini parlando a margine di un'iniziativa a Villa Madama a proposito del sequestro in Darfur. «Le persone rapite sono tre. Stiamo già lavorando per la liberazione», ha aggiunto sottolineando che anche in questo caso come in altre vicende analoghe, si seguirà il principio del «silenzio stampa, che ha dato ottimi risultati». In tarda mattinata arriva anche il nome del connazionale rapito. E' Mauro D'Ascanio, di Vicenza.
«In base alle informazioni disponibili al momento», i tre operatori umanitari rapiti in Darfur «stanno bene e non hanno subito maltrattamenti». Lo rende noto un comunicato il ministero degli esteri sudanese.
Sulla vicenda è intervenuto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il Capo dello Stato «segue con viva preoccupazione la vicenda del rapimento di alcuni operatori di Medici Senza Frontiere - ha fatto sapere il Quirinale - avvenuto in Sudan, fra i quali il connazionale Mauro D'Ascanio». Il Presidente «si mantiene in stretto contatto con il ministero degli Affari Esteri con l'auspicio che le azioni in atto possano condurre rapidamente ad una positiva soluzione».
Cavolo, sono rimasta veramente colpita.