Leggo sul Corriere della Sera:
Novantatré per cento di ammessi agli orali! Come resistere alla tentazione? E così, che nel 2001 scesero dal profondo Nord a fare gli esami da avvocato a Reggio Calabria si infilò anche Mariastella Gelmini. Ignara delle polemiche che, nelle vesti di ministro, avrebbe sollevato con i sermoni sulla necessità di ripristinare il merito e la denuncia delle condizioni in cui versano le scuole meridionali. Scuole disastrose in tutte le classifiche «scientifiche» internazionali a dispetto della generosità con cui a fine anno vengono quasi tutti promossi. Da oggi, dopo la scoperta che anche lei si è infilata tra i furbetti che cercavano l’esame facile, le sarà però un po’ più difficile invocare il ripristino del merito, della severità, dell’importanza educativa di una scuola che sappia farsi rispettare. Tutte battaglie giuste. Giustissime. Ma anche chi condivide le scelte sul grembiule, sul sette in condotta, sull’imposizione dell’educazione civica e perfino sulla necessità di mettere mano con coraggio alla scuola a partire da quella meridionale, non può che chiedersi: non sarebbero battaglie meno difficili se perfino chi le ingaggia non avesse cercato la scorciatoia facile?
E sì, la Gelmini è entrata di diritto nel club dei “predica bene e razzola male”. Lei si è giustificata dicendo che lo ha fatto perchè doveva lavorare, a questo punto mi chiedo: non ha mai pensato che anche altri dovessero lavorare? Forse no, ma grazie a quella laurea ora è Ministro dell’Istruzione. Così facevan tutti, dice Mariastella Gelmini, non ricordando che lei ai tempi era già in politica, stava in Forza Italia con i seguenti incarichi: presidente del consiglio comunale di Desenzano, consigliere regionale lombarda, coordinatrice azzurra per la Lombardia. E come il suo capo è diventata esperta in scorciatoie e furbate. Dite che si dimette? E no, sarebbe troppo facile, rimane dove è. Sicuro.
HTTP500 2.0 La furba Mariastella Gelmini: così diventò avvocato