Piaccia o meno, negli anni a venire, il petrolio diventerà sempre più raro e di conseguenza sempre più caro. La colpevole negligenza dei grandi della terra, che non hanno fatto nulla in questi anni per iniziare una progressiva emancipazione dai combustibili fossili, ci ha messo di fronte ad uno scenario da romanzo gotico, nel quale i fattori di inquietudine si accavallano, si rincorrono e si moltiplicano, come spiriti che non trovano pace.
Di fronte alla concreta possibilità di una crisi energetica dagli sbocchi imprevedibili, ma sicuramente nefasti per l'economia mondiale, i grandi della terra spendono centinaia di miliardi di dollari per assicurarsi, con le buone o con le cattive, le residue riserve del pianeta. Se solo avessero destinato allo sviluppo ed alla diffusione delle delle tecnologie dell'idrogeno, la decima parte di quanto dato per finanziare guerre e conflitti legati al problema energetico, oggi non saremmo a questo punto.
Le principali riserve di petrolio, come è noto, sono allocate in un medioriente dominato da regimi dispotici e scosso dal vento di un fondamentalismo islamico che talvolta esplode in episodi terroristici, il cui alibi viene dall'imperialismo militare americano apertamente teorizzato dai neoconservatori. Insomma, non solo il petrolio sta finendo, ma quello che rimane si trova anche in un'area ad alto rischio.
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