Processo Sme, assolto Berlusconi
Il fatto non è più reato
Silvio Berlusconi è stato assolto al processo Sme. Il Tribunale di Milano lo ha assolto dall'accusa di aver falsificato il bilancio Fininvest tra il 1986 e il 1989 perché il fatto non è previsto dalla legge come reato dopo la modifica della norma dell'aprile 2002. Il Pm aveva chiesto la prescrizione. "Era un'archeologia giudiziaria", ha commentato l'avvocato Nicolò Ghedini, difensore di Berlusconi.
La sentenza di assoluzione per Silvio Berlusconi nell'ambito del processo stralcio per la vicenda Sme e nel quale era accusato di falso in bilancio è stata letta dopo 5 minuti di camera di consiglio dai giudici della prima sezione penale presieduti da Antonella Bertoja. Il Tribunale ha pronunciato il non doversi procedere perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato, accogliendo così la richiesta delle difese dell'ex presidente del Consiglio. Complessivamente l'udienza è durata circa un quarto d'ora.
I fatti contestati al leader di Forza Italia risalivano al periodo che va dal 1986 al 1989, e, quindi, sarebbero comunque stati coperti dalla prescrizione. Quella della prescrizione era stata la richiesta del pm, Ilda Boccassini, che chiedeva il "non doversi procedere". Il processo in cui Berlusconi era imputato di falso in bilancio era stato stralciato dal troncone principale del processo Sme, in quanto i giudici avevano investito la Corte europea che decise di non entrare nel merito delle leggi in vigore nei singoli Paesi. "E' una sentenza di assoluzione - commenta Niccolò Ghedini, uno degli avvocati di Berlusconi - che arriva in ritardo, alla fine di un processo che la procura e il tribunale di Milano avevano fatto di tutto per evitare".
"Archeologia giudiziaria" hanno aggiunto Ghedini e Gaetano Pecorella, i quali ricordano come il Tribunale di Milano avesse fatto ricorso nel 2004 "addirittura" alla Corte di giustizia europea. Il falso in bilancio infatti era stato stralciato dal processo principale relativo alla corruzione perchè finiva "sotto accusa" la modifica della legge sui reati societari dell'aprile del 2002, intervenuta per iniziativa di un Parlamento a maggioranza di centro-destra e con Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi. Per l'opposizione di centro-sinistra si trattava di una delle "leggi ad personam". I giudici europei, però, spiegavano di non poter intervenire perchè non era loro compito sindacare le legislazioni dei singoli paesi.
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