Apologia Fascista (Reato di -) tratto dal Codice di Procedura Penale.
Comma 2, riguardante la legge del 3-12-1947 n. 1546 - Norme per la repressione dell'attività fascista e dell'attività diretta alla restaurazione dell'istituto monarchico.
Art 1 - Chiunque promuove la ricostituzione del disciolto partito fascista, sotto qualsiasi forma di partito o di movimento che, per l'organizzazione militare o paramilitare o per l'esaltazione o per l'uso di mezzi violenti di lotta, persegua finalità proprie del disciolto partito fascista, è punito con la reclusione da due a venti anni e con la confisca dei beni.
Chiunque vi partecipa è punito con la reclusione sino a tre anni
Art 6 - Chiunque, per mezzo mezzo della stampa e in altro modo, pubblicamente istiga a commettere alcuno dei delitti preveduti negli artt. precedenti, è punito con la reclusione da 1 a 8 anni.
Art 7 - Chiunque esalta pubblicamente, con i mezzi elencati nell'art precedente le persone o le ideologie prorpie del fascismo o compie pubblicamente manifestazioni di carattere fascista, è punito con reclusione da 6 mesi a tre anni.
Comma 3, Art. 4 : apologia del Fascismo
Chiunque, fuori dal caso prevenuto dell'art 1 (Riorganizzazione del disciolto partito fascista), pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo oppure le finalità antidemocratiche proprie del partito fascista è punito cn la reclusione fino a due anni e con sanzione pecuniaria fino a lire 500.000 (ad oggi sarebbero circa 3 milioni di euro).
La pena aumenta se il fatto è commesso col mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione o propaganda. La condanna importa privazione dei diritti indicati nell'art. 28 comma secondo, n. 1 del Cod. Penale per un periodi di 5 anni.
Una legge emessa 50 anni fa creata nella paura, nella ipocrisia dei politici e nell'ignoranza della gente puo' essere valida tutt'ora? La gente che ha fatto questo aveva paura, si aveva paura, aveva paura di Lui, avevano paura e per questo non gli fecero nemmeno un processo, Vent'anni di fascismo nessuno potrà cancellarli dalla storia d'Italia. Non ho nessuna illusione sul mio destino. Non mi processeranno, perchè sanno che da accusato diverrei pubblico accusatore. come posso io quindi accettare una legge fatta da persone così vili e di poco onore?
Perchè le punizioni sono così severe hanno paura che potesse ritornare un Nuovo Movimento Politico Fascista? Avevano paura che il popolo e la gente Italiana potesse tornare in poco tempo? E' questa la gente della mia Patria? Persone che in un paese alla deriva possono fare tutto quello che vogliono?
IO sono un disubbidiente, IO come VOI siamo il futuro di questo paese, IO credo nelle INFINITE capacità del mio PAESE, NOI non siamo cattivi, NOI vogliamo un posto di rilievo per la nostra terra, NOI siamo in mezzo a voi, NOI siamo molti di più di quello che voi possiate mai immaginare, ..perchè adesso è notte, ma poi verrà giorno..
Essere fascista non significa commettere gli errori del passato, essere fascista è un credo, è un modo di vivere, perchè siamo ancora odiati? Siamo marcati da un profondo contrassegno di razzista, guerra fondaio, pazzo ed idealista. l'odio smisurato ed alle vendette subentrerà il tempo della ragione. Così riacquistato il senso della dignità e dell'onore, son certo che gli italiani di domani sapranno serenamente valutare i coefficienti della tragica ora che vivo Ma non è così, vogliamo la pace, e la sicurezza nelle strade, vogliamo la fraternità fra i popoli, e nonostante tutti i difetti del NOSTRO Paese continiamo a stimarlo, dando il meglio tutti i giorni, NOI siamo quelle persone che non si tirano indietro ai sacrifici grandi o piccoli. Io sono un fascista, eppure sono quello che ti fa passare in macchina, che ti sorride, ti saluta e ti rispetta, tu non lo sai ma ci sono molte persone come me, anche il poliziotto a cui ti rivolgi per chiedere informazioni, probabilmente crede nel mio stesso ordine, NOI siamo pronti, e vogliamo vivere serenamente con tutti VOI per credere in una nuova ITALIA che verrà..
IL TESTAMENTO DI BENITO MUSSOLINI
Nessuno che sia un vero italiano, qualunque sia la sua fede politica, disperi nell'avvenire. Le risorse del nostro popolo sono immense. Se saprà trovare un punto di saldatura, recupererà la sua forza prima ancora di qualche vincitore. Per questo punto di fusione io darei la vita anche ora, spontaneamente, qualunque sia purchè improntato a vero spirito italiano. Dopo la sconfitta io sarò coperto furiosamente di sputi, ma poi verranno a mondarmi di venerazione. Allora sorriderò, perchè il mio popolo sarà in pace con se stesso.
Il lavoratore che assolve il dovere sociale senz'altra speranza che un pezzo di pane e la salute della propria famiglia, ripete ogni giorno un atto di eroismo. La gente del lavoro è infinitamente superiore a tutti i falsi profeti che pretendono di rappresentarla. I quali falsi profeti hanno buon gioco per l'insensibilità di chi avrebbe il sacrosanto dovere di provvedere. Per questo sono stato e sono socialista. L'accusa di incoerenza non ha fondamento. La mia condotta è sempre stata rettilinea nel senso di guardare alla sostanza delle cose e non alla forma. Mi sono adattato socialisticamente alla realtà. Man mano che l'evoluzione della società smentiva molte delle profezie di Marx, il vero socialismo ripiegava dal possibile al probabile. L'unico socialismo attuabile socialisticamente è il corporativismo, punto di confluenza, di equilibrio e di giustizia degli interessi rispetto all'interesse collettivo.
La politica è un'arte difficilissima tra le difficili perchè lavora la materia inafferrabile, più oscillante, più incerta. La politica lavora sullo spirito degli uomini, che è una entità assai difficile da definirsi, perchè è mutevole. Mutevolissimo è lo spirito degli italiani. Quando io non ci sarò più, sono sicuro che gli storici e gli psicologi si chiederanno come un uomo abbia potuto trascinarsi dietro per vent'anni un popolo come l'italiano. Se non avessi fatto altro basterebbe questo capolavoro per non essere seppellito nell'oblio. Altri forse potrà dominare col ferro e col fuoco, non col consenso come ho fatto io. La mia dittatura è stata assai più lieve che non certe democrazie in cui imperano le plutocrazie. Il fascismo ha avuto più morti dei suoi avversari e il 25 luglio al confino non c'erano più di trenta persone.
Quando si scrive che noi siamo la guardia bianca della borghesia, si afferma la più spudorata delle menzogne. Io ho difeso, e lo affermo con piena coscienza, il progresso dei lavoratori. Tra le cause principali del tracollo del fascismo io pongo la lotta sorda ed implacabile di taluni gruppi industriali e finanziari, che nal loro folle egoismo temevano ed odiano il fascismo come il peggior nemico dei loro inumani interessi. Devo dire per ragioni di giustizia che il capitale italiano, quello legittimo, che si regge con la capacità delle sue imprese, ha sempre compreso le esigenze sociali, anche quando doveva allungare il collo per far fronte ai nuovi patti di lavoro. L'umile gente del lavoro mi ha sempre amato e mi ama ancora.
Tutti i dittatori hanno sempre fatto strage dei loro nemici. Io sono il solo passivo: tremila morti contro qualche centinaio. Credo di aver nobilitato la dittatura. Forse l'ho svirilizzata, ma le ho strappato gli strumenti di tortura. Stalin è seduto sopra una montagna di ossa umane. E' male? Io non mi pento di avere fatto tutto il bene che ho potuto anche agli avversari, anche nemici, che complottavano contro la mia vita, sia con l'inviare loro dei sussidi che per la frequenza diventavano degli stipendi, sia strappandoli alla morte. Ma se domani togliessero la vita ai miei uomini, quale responsabilità avrei assunto salvandoli? Stalin è in piedi e vince, io cado e perdo. La storia si occupa solamente dei vincitori e del volume delle loro conquiste ed il trionfo giustifica tutto. La rivoluzione francese è considerata per i suoi risultati, mentre i ghigliottinati sono confinati nella cronaca nera.
Vent'anni di fascismo nessuno potrà cancellarli dalla storia d'Italia. Non ho nessuna illusione sul mio destino. Non mi processeranno, perchè sanno che da accusato diverrei pubblico accusatore. Probabilmente mi uccideranno e poi diranno che mi sono suicidato, vinto dai rimorsi. Chi teme la morte non è mai vissuto, ed io sono vissuto anche troppo. La vita non è che un tratto di congiunzione tra due eternità: il passato ed il futuro. Finchè la mia stella brillò, io bastavo per tutti; ora che si spegne, tutti non basterebbero per me. Io andrò dove il destino mi vorrà, perchè ho fatto quello che il destino mi dettò.
Non è la fede che arriva nell'ora del crapuscolo quella che mi sostiene, è la fede della mia infanzia e della mia vita che mi impone di dover credere, anche quando avrei diritto di dubitare. Non so se questi miei appunti saranno mai letti dal popolo italiano; vorrei che fosse così, per dargli la possibilità di raccogliere in confessione di fede il mio ultimo pensiero. Non so nemmeno se gli uomini mi concederanno il tempo sufficiente per scriverli. Ventidue anni di governo non mi rendono probabilmente degno, a giudizio umano, di vivere altre ventiquattro ore.
Ho creduto nella vittoria delle nostre armi, come credo in Dio, Nostro Signore, ma più ancora credo nell'Eterno, adesso che la sconfitta ha costituito il banco di prova sul quale dovranno venire mostrate al mondo intero la forza e la grandezza dei nostri cuori. E' ormai un fatto che la guerra è perduta, ma è anche certo che non si è vinti finchè non ci si dichiari vinti. Questo dovranno ricordare gli Italiani, se, sotto la dominazione straniera, arriveranno a sentire l'insoffocabile risveglio della loro coscienza e dei loro spiriti.
Oggi io perdono a quanti non mi perdonano e mi condannano condannando se stessi. Penso a coloro ai quali sarà negato per anni di amare e soffrire per la patria e vorrei che essi si sentissero non solo testimoni di una disfatta, ma anche alfieri della rivincita. All'odio smisurato ed alle vendette subentrerà il tempo della ragione. Così riacquistato il senso della dignità e dell'onore, son certo che gli italiani di domani sapranno serenamente valutare i coefficienti della tragica ora che vivo. Se questo è dunque l'ultimo giorno della mia esistenza, intendo che anche a chi mi ha abbandonato e a chi mi ha tradito, vada il mio perdono, come allora perdonai al Savoia la sua debolezza.
I fascisti che rimarranno fedeli ai principii dovranno essere cittadini esemplari. Essi dovranno rispettare le leggi che il popolo vorrà darsi e cooperare lealmente con le autorità legittimamente costituite per aiutarle a rimarginare nal più breve tempo possibile le ferite della patria. Chi agisce diversamente dimostrerebbe di ritenere la patria non più patria quando si è chiamati a servirla dal basso. I fascisti, insomma, dovranno agire per sentimento, non per risentimento. Dal loro contegno dipenderà una più sollecita revisione storica del fascismo, perchè adesso è notte, ma poi verrà giorno.