Punto primo: nessuno ci ha chiesto di entrare nella Unione Europea. E meno che meno ha insistito affinché entrassimo nell'euro. Anzi, se andate a rileggervi le cronache del tempo, in molti volevano tenerci fuori fino a che non avessimo riportato il nostro debito pubblico alla metà del nostro PIL (ovvero mai). Solo con la solenne promessa di ridurre i nostri debiti a tappe forzate ci aprirono alla porta.
In quanto ai prelievi forzosi, questo fatto è legge in molti Paesi, ed ha una sua ratio: se io sono un top manager di una grossa banca e so che, qualunque cosa accada, e qualunque cosa io combini, poiché il mio fallimento comporterebbe semi collasso economico lo Stato interverrà sempre (con soldi pubblici) a ripianare il buco che ho fatto, mi sentirò incentivato a fare sfaceli sempre più grandi. Magari potrei promettere interessi altissimi (e fuori mercato) sbaragliando la concorrenza e facendo chiudere altre banche, salvo poi chiamare in soccorso lo Stato allo scoppiare del bubbone. Se ti leggi le cronache di questi giorni, questo era proprio quanto fatto da alcune delle banche fallite ultimamente.
Se, invece, al fallire della banca io correntista finirò per rimetterci anche i miei soldi sarò io il primo controllore. E sopratutto pretenderemo che gli organi di controllo, che per inciso sono addirittura due (Consob e Banca di Italia) facciano davvero il loro dovere. Ripeto, sono due e al loro interno dispongono di mezzi e staff (anche in eccesso). Ribadisco: di tutto questo casino ha forse qualche colpa il contribuente tedesco che non vuole che la BCE acquisti altri titoli di stato italiani? Il contribuente tedesco non vuole ritrovarsi con carta straccia emessa dalla nostra Repubblica delle Banane.
E poi signori, ci stiamo proprio così male dentro questa Unione Europea? E allora leviamoci subito dalle /a||e.