L'accordo tra la Grecia e i suoi creditori «è della massima importanza» e in caso di fallimento del negoziato «ci sarà una crisi incontrollabile» con l’uscita del Paese dall’euro e «molto probabilmente» dall’Unione europea. A poche ore dall’Eurogruppo decisivo per il destino di Atene arriva un drammatico avvertimento dalla Banca centrale greca, istituzione autonoma dal governo, nel rapporto annuale sulla politica monetaria.
Il fallimento della trattativa con i creditori, avverte la banca, «segnerebbe l'inizio di un percorso doloroso che porterebbe inizialmente al default sul debito e alla fine all'uscita dalla zona euro e molto probabilmente dall'Unione europea». Una «crisi del debito controllabile, come è quella che stiamo gestendo con l'aiuto dei nostri partner - scrive la banca centrale di Atene - si trasformerebbe a valanga in una crisi incontrollabile con grandi rischi per il sistema bancario e la stabilità finanziaria. Un’uscita dall'euro - aggiunge il rapporto - aggraverebbe solo uno scenario economico avverso e farebbe balzare l'inflazione».
Lo scenario tratteggiato dalla Banca di Grecia aggiunge gli altri elementi dello scenario peggiore: una profonda recessione, un calo drammatico dei redditi, un balzo esponenziale della disoccupazione. «Dalla sua posizione di membro “core” dell’Europa, la Grecia sarebbe relegata al rango di un Paese povero del Sud. Ecco perché - prosegue la nota con toni drammatici - la Banca di Grecia è fermamente convinta che trovare un accordo con i nostri partner è un imperativo storico che non possiamo permetterci di ignorare».
La banca centrale ricorda che l’accordo è a portata di mano. I creditori hanno accettato di ridurre gli obiettivi di surplus primario greco per i prossimi anni e ci sono le condizioni perché riaffermino la disponibilità ad alleggerire il debito di Atene, come già avevano promesso nel novembre 2012.
A fine 2014, ricorda la Banca di Grecia, «c’erano forti indicazioni del fatto che l’economia greca fosse uscita dalla recessione e stesse ritornando a un tasso di crescita positivo. All’epoca, tute le organizzazioni internazionali prevedevano una crescita del Pil nel 2015 e un’accelerazione nel 2016. Da allora le proiezioni sono state riviste al ribasso, la fiducia si è deteriorata e c’è il rischio di un nuovo ciclo recessivo». Il messaggio per Tsipras è chiaro: l’accordo con i creditori è indispensabile, in gioco c’è il destino della Grecia.