Premetto che è ovvio che le colpe dell'ENORME debito greco e dell'altrettanto IMMANE spesa pubblica degli ultimi vent'anni non sono di Tsipras, che in politica è arrivato da poco ed è al governo da ancor meno.
Fatta questa premessa, però, non si può pensare che Tsipras non conoscesse la situazione quando è andato al governo. Si è fatto eleggere promettendo di cambiare le cose, e dunque si presume (si DEVE presumere, vista la posizione di capo del governo e il programma elettorale) che sapesse che il suo Paese è con l'acqua alla gola. Si è fatto eleggere promettendo di avere il coraggio di cantarle chiare alla Troika, e a questo scopo ha anche legittimamente flirtato con la Russia di Putin, e addirittura cercato la legittimazione popolare con un referendum che non si spingeva fino a chiedere il sì o il no alla Grexit ma che chiedeva comunque di ridefinire PROFONDAMENTE le bozze di accordo uscite fino a quel momento.
Ergo, alla luce di tutto ciò, non posso fare a meno di definire come "voltafaccia" l'atteggiamento di Tsipras di questi ultimi giorni post-referendum. Già l'estromissione di un "falco" come Varoufakis era un brutto segnale, segnale che successivamente ha trovato numerose conferme fino a oggi.
Altra considerazione: la Germania e i vertici burocratici europei stanno sul cazzo a un po' tutti, e spesso ci sono anche validi motivi per questo. MA...ricordiamo che l'apparato statale greco, A TUTTI I LIVELLI, ha fatto i porci comodi propri per praticamente vent'anni, impostando un'età pensionabile ridicola, assumendo migliaia di impiegati di troppo e pagandoli anche piuttosto bene, senza curare a sufficienza i principali settori di un'economia (eccezion fatta per il comparto agro-alimentare, che però da solo non può bastare). Tutto questo anche grazie alle tasse del resto dei cittadini europei. Anche questo Tsipras non poteva assolutamente non saperlo, lo sanno pure i vecchietti da bar. Quindi, mi spiace dirlo, ma è stato un gran bel "quaquaraquà"...