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Il Made in Italy nel mondo.... E in Italia?

  1. #11
    Pesciolino nell'acquario. Half shadow
    Uomo 35 anni
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    Riguardo al problema della convenienza dell'importazione io mi ripeto: colpa dell'euro. Ha ammazzato il made in Italy per gli italiani, reso meno competitive le esportazioni e per questo fatto chiudere moltissime aziende e fabbriche e fatto scomparire miliardi di posti di lavoro. Una moneta ha causato tutto questo, incredibile vero?

    Comunque non ti credere @Herakleia, all'estero mandiamo anche gli ortaggi coltivati nei campi accanto ai pericolosissimi inceneritori in Campania, roba da vergognarsi di essere italiani a causa di ciò che fanno i nostri "onorevoli" che pensano solo a fare i loro affari e quelli delle banche e che del problema della terra dei fuochi se ne strafregano, ci rimettiamo tutti perchè questi ortaggi vengono anche esportati, ma non solo, quindi in gran parte se li mangiano nella regione di origine e qualcosa arriva anche agli altri italiani, infatti molte persone stanno morendo, tra cui molti bambini, ma sicuramente la statistica di un italiano su 3 che si ammala di tumore dipende anche da quel problema.

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  2. #12
    Alias Joy Turner Bonnie Tyler
    Donna 35 anni
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    E' normale che la merce italiana venga esportata, noi non abbiamo abbastanza soldi per comprarla. Gli agricoltori vendono il made in italy a prezzi esorbitanti all'estero, se la vendessero nel nostro paese guadagnerebbero la metà della metà. Se in un negozio trovi le arance siciliane a 3 euro al kg, e quelle marocchine a 1, vedrai che il 70% degli italiani se ne strafregherà della provenienza e comprerà quelle più convenienti. Idem per le fragole. E' tutto basato sul meccanismo di domanda-offerta.
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  3. #13
    Can che dorme Wolverine
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    Quote Originariamente inviata da Bonnie Tyler Visualizza il messaggio
    E' normale che la merce italiana venga esportata, noi non abbiamo abbastanza soldi per comprarla. Gli agricoltori vendono il made in italy a prezzi esorbitanti all'estero, se la vendessero nel nostro paese guadagnerebbero la metà della metà. Se in un negozio trovi le arance siciliane a 3 euro al kg, e quelle marocchine a 1, vedrai che il 70% degli italiani se ne strafregherà della provenienza e comprerà quelle più convenienti. Idem per le fragole. E' tutto basato sul meccanismo di domanda-offerta.


    Da dove ti è uscita questa insolita vena analitica socio-economica?
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  4. #14
    Alias Joy Turner Bonnie Tyler
    Donna 35 anni
    Iscrizione: 22/2/2005
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    Da dove ti è uscita questa insolita vena analitica socio-economica?

    Ogni tanto ho sti lampi di genio che neanch'io so sa dove escono

  5. #15
    Herakleia
    Utente cancellato

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    E' normale che la merce italiana venga esportata, noi non abbiamo abbastanza soldi per comprarla. Gli agricoltori vendono il made in italy a prezzi esorbitanti all'estero, se la vendessero nel nostro paese guadagnerebbero la metà della metà. Se in un negozio trovi le arance siciliane a 3 euro al kg, e quelle marocchine a 1, vedrai che il 70% degli italiani se ne strafregherà della provenienza e comprerà quelle più convenienti. Idem per le fragole. E' tutto basato sul meccanismo di domanda-offerta.
    Beh ma il meccanismo si può cambiare. Siamo sempre pronti a guardare la nostra economia dall alto, criticandola (nn è il caso della tua risposta, parlo in generale) senza renderci conto che NOI consumatori finali siamo parte integrante del ciclo. Quindi credo e sono d accordo cn chi nelle risposte delle pagine precedenti dice che dovremmo iniziare noi a comprare la merce italiana, così che una maggiore domanda incentivi gli imprenditori italiani a vendere in Italia e riuscirebbe a pagare così tutte le tasse che il governo impone, se lo stato non ci tutela mettendo meno tasse agli imprenditori, dovremmo iniziare noi a cambiare le cose, tanto quelli li a Roma se ne fregano del nostro paese, ma piangersi addosso e fare proteste nn è mai servito a nt.

  6. #16
    Matricola FdT Seba73
    Uomo 51 anni
    Iscrizione: 19/6/2014
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    Io lavoro come responsabile per il controllo di gestione di alcuni supermercati a marchio Conad presenti nella mia regione e quindi provo a rispondere per quelle che sono le mie conoscenze in materia. Innanzitutto, non è vero che nei supermercati il prodotto made in Italy non si trova, anzi è piuttosto il contrario. Nei nostri supermercati nel 90% dei casi è solo esposta merce di provenienza italiana, salvo rari casi come in pescheria nel periodo di fermo biologico, ma anche qui si privilegia il più delle volte andare a procurarsi il pescato di altro mare comunque italiano, e ci sono anche enormi gigantografie e cartelloni che attestino questa provenienza. Soprattutto per quanto riguarda frutta e verdura, il fatto che vi è l'obbligo di legge di trascriverne la provenienza ti porta a preferire un prodotto italiano rispetto a uno straniero anche a prezzo più alto.
    Parlando poi del discorso sulla domanda e offerta, i supermercati sono gestiti da proprietari che, anche facendo parte ad un marchio quale può essere Conad, Tigre, Coop, ecc..., sono comunque imprenditori che pagano di tasca propria i prodotti che espongono e che quindi a ragione, soprattutto in questo periodo di crisi, arrivino a preferire articoli che costano meno rispetto a quelli più cari, soprattutto se poi è lo stesso cliente che ti compra solo il prodotto che è in volantino, lasciandoti marcire tutte le fragole lucane che vendi a prezzo pieno e anche qui, non posso che essere daccordo con il cliente, la crisi c'è anche per lui, e se in periodo di cassa integrazione posso permettermi soltanto una koreana Huyndai, non vedo perchè fare debiti per comprarmi un italianissima Ferrari. Lo so che fcendo così, il made in Italy ci rimetterebbe, ma perchè devo essere io compratore a fare il don chisciotte della situazone e combattere da solo contro i mulini a vento? Se lo stato non inizia ad attuare una politica di promozione del prodotto italiano, detassandone le imprese e facilitandone la burocrazia, ovvio che il proddotto proveniente dalla cina sia più appetibile di quello italiano e poi di vero marchio italiano cosa è rimasto? Bulgari, Fendi, Pernigotti, Valentino, Fiorucci, Carapelli ... no, questi e tanti altri sono tutti passati in mani straniere ... persino la Fiat ha oramai la sede legale ad Amsterdam e quella fiscale a Londra.
    Tornando sui supermercati, vi posso assicurare che c'è più italiano di quanto pensiate e poi chi vi dice che il prodotto del contadino sotto casa sia più salutare di quello del supermercato? Quanti controlli sulla qualità sono obbligatori a lui e quanti a un Conad? Io sarò di parte, ma mi fido di quello che vado a comprare nei supermercati, sia per qualità che per costi.

  7. #17
    Sousuke
    Utente bannato

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    Quote Originariamente inviata da Herakleia Visualizza il messaggio
    Beh ma il meccanismo si può cambiare. Siamo sempre pronti a guardare la nostra economia dall alto, criticandola (nn è il caso della tua risposta, parlo in generale) senza renderci conto che NOI consumatori finali siamo parte integrante del ciclo. Quindi credo e sono d accordo cn chi nelle risposte delle pagine precedenti dice che dovremmo iniziare noi a comprare la merce italiana, così che una maggiore domanda incentivi gli imprenditori italiani a vendere in Italia e riuscirebbe a pagare così tutte le tasse che il governo impone, se lo stato non ci tutela mettendo meno tasse agli imprenditori, dovremmo iniziare noi a cambiare le cose, tanto quelli li a Roma se ne fregano del nostro paese, ma piangersi addosso e fare proteste nn è mai servito a nt.
    quella è solo una questione di orgoglio nazionalistico, ma non inciderà molto sulla forza di crescita espansione dell'economia, a meno che tu voglia chiudere le frontiere

    perchè per i consumatori, per quanto dal comportamento anche irrazionale, contano i fatti e le convenienze, non le retoriche nazionalistiche, tantopiù in periodi crisi di sistema e conversione dell'economia

    le imposte sui redditi di impresa sono stabilite in maniera percentuale, non assoluta, e sono proporzionali (non regressive all'aumentare del reddito e delle vendite, cioè l'aliquota non è che cala se vendi più), quindi anche con un aumento del fatturato per maggiore domanda interna (indotta da un indottrinamento nazionalista) non cambierebbe molto il loro grado di competitività

    e per fare quello che tu dici, cioè ridurre le tasse, bisognerebbe tagliare la spesa pubblica e rivoltare lo stato come una zolla, dato che mezza italia vive sulle evasioni corruzioni/raccomandazioni sprechi storture del sistema pubblico, che minano concorrenza ed efficienza,

    scoppierebbe una guerra civile, dato che non poche persone che adesso si lamentano in piazza solo le stesse che in periodi di vacche grasse (ora non si può più buttare soldi nella spesa pubblica, bisogna riformare lo stato) facevano i furbetti, votavano chi chiudeva un occhio sulle evasioni, perchè speravano che tra ladri ci si intendesse

    oppure hanno guadagnato tanto con le svalutazioni precedenti (invece che investire in produttività e innovazione), che hanno fatto aumentare l'inflazione e il debito, scaricando i problemi sul futuro

    ma adesso i nodi sono venuti al pettine, e non si può più rubare come negli ultimi ventanni

  8. #18
    Herakleia
    Utente cancellato

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    Quote Originariamente inviata da Sousuke Visualizza il messaggio
    quella è solo una questione di orgoglio nazionalistico, ma non inciderà molto sulla forza di crescita espansione dell'economia, a meno che tu voglia chiudere le frontiere

    perchè per i consumatori, per quanto dal comportamento anche irrazionale, contano i fatti e le convenienze, non le retoriche nazionalistiche, tantopiù in periodi crisi di sistema e conversione dell'economia

    le imposte sui redditi di impresa sono stabilite in maniera percentuale, non assoluta, e sono proporzionali (non regressive all'aumentare del reddito e delle vendite, cioè l'aliquota non è che cala se vendi più), quindi anche con un aumento del fatturato per maggiore domanda interna (indotta da un indottrinamento nazionalista) non cambierebbe molto il loro grado di competitività

    e per fare quello che tu dici, cioè ridurre le tasse, bisognerebbe tagliare la spesa pubblica e rivoltare lo stato come una zolla, dato che mezza italia vive sulle evasioni corruzioni/raccomandazioni sprechi storture del sistema pubblico, che minano concorrenza ed efficienza,

    scoppierebbe una guerra civile, dato che non poche persone che adesso si lamentano in piazza solo le stesse che in periodi di vacche grasse (ora non si può più buttare soldi nella spesa pubblica, bisogna riformare lo stato) facevano i furbetti, votavano chi chiudeva un occhio sulle evasioni, perchè speravano che tra ladri ci si intendesse

    oppure hanno guadagnato tanto con le svalutazioni precedenti (invece che investire in produttività e innovazione), che hanno fatto aumentare l'inflazione e il debito, scaricando i problemi sul futuro

    ma adesso i nodi sono venuti al pettine, e non si può più rubare come negli ultimi ventanni
    il mio non è orgoglio nazionalistico anche se ci tengo a rivendicare che mezza italia nn vive sulle evasioni/corruzioni/raccomandazioni sprechi storture del sistema pubblico. forse tu sei rimasto agli anni settanta, beh sai le cs sn cambiate. conosco molta gente che lavora nella pubblica amministrazione e le ''storture'' di cui parli tu io nn le ho mai sentite.
    ammetto che se lo stato nn ci da una mano noi consumatori finali nn possiamo rilanciare l economia, ma di sicuro provandoci, faremo qualcosa di molto piu utile che starcene cn le amni in mano aspettando la grazia. E forse, ma sl forse il vero problema italiano nn è la politica, l economia e i suoi bilanci, e tanto meno tt gli extracomunitari che ''assediano'' il paese e che tante volte ricevono trattamenti migliori di noi italiani. il vero problema sn quelli che disprezzano il paese, cm fai tu. quelli sono i parassiti che ammalano un paese.

  9. #19
    Ghajarya Annie Lennox
    Donna 147 anni
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    Per me invece conta eccome comprare italiano. Ma non è qualcosa di nazionalistico, non è un pensiero di questo genere.
    Penso che invece di comprare le mele spagnole, compro quelle italiane perchè siamo in Italia.
    Quando andrò in Spagna comprerò le mele spagnole, quando andrò in Marocco comprerò le cose marocchine.

    Io sono fortunata perchè, di solito, se voglio l'insalata, vado nell'orto e me la raccolgo. Se voglio le cipolle vado nell'orto e me le raccolgo, così come la frutta o i piselli etc.
    Non è questione di essere nazionalisti, è questione che se devo scegliere tra un prodotto italiano e uno olandese, mi viene naturale prendere quello italiano anche se costa 0.20 cent in più. Io non ho mai fatto economia sul cibo, faccio economia per altre cose.

  10. #20
    Herakleia
    Utente cancellato

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    Quote Originariamente inviata da Annie Lennox Visualizza il messaggio
    Per me invece conta eccome comprare italiano. Ma non è qualcosa di nazionalistico, non è un pensiero di questo genere.
    Penso che invece di comprare le mele spagnole, compro quelle italiane perchè siamo in Italia.
    Quando andrò in Spagna comprerò le mele spagnole, quando andrò in Marocco comprerò le cose marocchine.

    Io sono fortunata perchè, di solito, se voglio l'insalata, vado nell'orto e me la raccolgo. Se voglio le cipolle vado nell'orto e me le raccolgo, così come la frutta o i piselli etc.
    Non è questione di essere nazionalisti, è questione che se devo scegliere tra un prodotto italiano e uno olandese, mi viene naturale prendere quello italiano anche se costa 0.20 cent in più. Io non ho mai fatto economia sul cibo, faccio economia per altre cose.
    beh la tua scelta di comprare italiano ti fa onore, ma se hai l orto significa che buona parte della verdura nn la compri attuando quella che in economia si chiama ''economia di sussistenza''. e dato che il clima italiano è favorevole all'gricoltura la parte di popolazione che puo avere l orto nn va nei supermercati a comprare la verdura. e su larga scala credo che anche questo abbia influenzato la crisi economica

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