Sì, detto così ha più senso, ma ancora non sono convinto. Da un punto di vista pratico sarebbe una riforma troppo radicale per poter essere messa in pratica dalle amministrazioni già sovraccariche della nostra istruzione. Da un punto di vista teorico non vedo la necessità di test preliminari così corposi: sarebbe una preselezione che però richiederebbe un carico di lavoro pari a quello della selezione in sé, in pratica studiare a livelli universitari prima dell'università, senza il supporto dei docenti e col solo ausilio della buona volontà. Utopistico. Passerebbero solo quelli a livello Harvard o i paraculo che potranno pagarsi i corsi di sostegno.
E personalmente non vedo minimamente dove sia il problema ad avere dei laureati in soprannumero. Tantopiù che per inserirsi in questo mercato del lavoro non c'è bisogno di spingere, non c'è posto per nessuno.