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Le multinazionali più cattive del mondo

  1. #1
    FdT svezzato
    Uomo 34 anni da Milano
    Iscrizione: 30/6/2010
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    Predefinito Le multinazionali più cattive del mondo

    Multinazionali ufficialmente Boicottate


    McDonald's - Ristorazione I dipendenti sono sottopagati. Gli animali che forniscono la carne degli hamburger sono costretti a continue gravidanze e vengono imbottiti di antibiotici e farmaci. L'intera "politica pubblicitaria" della multinazionale mira a coinvolgere e convincere i bambini (con regali, promozioni e gadgets). E, ovviamente, quando il bambino rompe i coglioni perché vuole andare da McDonald's, ci va tutta la famiglia. Tre piccioni con un cheesburger. La campagna contro questa multinazionale dura ormai da più di una decina d'anni. La McDonald's è finita più volte sotto processo. Ha pagato diversi milioni di dollari di risarcimento danni ai consumatori. Negli ultimi sei mesi il fatturato è sceso del 13%.
    Nestlé - Alimentari La campagna di boicottaggio della Nestlé è nata soprattutto dalla politica della società nella vendita del latte in polvere (qui l'azienda controlla più del % del mercato mondiale). La multinazionale avrebbe provocato la morte di 1,5 milioni di bambini per malnutrizione. La Nestlè incoraggia e pubblicizza l'alimentazione dal biberon fornendo informazioni distorte sull'opportunità dell'allattamento artificiale e dando campioni gratuiti di latte agli ospedali (in particolare negli ospedali del Terzo mondo), o "dimenticando" di riscuotere i pagamenti. Oltre a questo la Nestlè è considerata una delle multinazionali più potenti e più pericolose del mondo. E' criticata per frodi e illeciti finanziari, abusi di potere, inciuci politici, appoggio e sostegno di regimi dittatoriali. Ultimamente è stata presa di mira per l'utilizzo di organismi geneticamente modificati nella pasta (Buitoni), nei latticini, dolci e merendine. Intere aree di foresta vengono distrutte per far posto alle sue piantagioni di cacao e di caffè, dove si utilizzano pesticidi molto pericolosi (alcuni proibiti nei paesi industrializzati). Ecco una lista completa dei marchi di proprietà Nestlè: Acque minerali e Bevande: Claudia, Giara, Giulia, Levissima, Limpia, Lora Recoaro, Panna, Pejo, Perrier, Pra Castello, San Bernardo, San Pellegrino, Sandalia, Tione, Ulmeta, Vera, Acqua Brillante Recoaro, Batik, Beltè, Chinò, Gingerino Recoaro, Mirage, Nestea, One-o-one, San Pellegrino, Sanbitter. Dolci, gelati, merendine: Le ore liete, Cheerios, Chocapic, Fibre 1, Fitness, Kix, Nesquik, Trio, Kit Kat, Lion, Motta, Alemagna, Baci, Cioccoblocco, Galak, Perugina, Smarties, Antica Gelateria del Corso Cacao, caffè e derivati: Cacao Perugina, Nescafè, Malto Kneipp, Orzoro. Carne e pesce: Vismara, Mare fresco, Surgela, Frutta e Verdure (anche sottolio e sottaceto): Condipasta, Condiriso, Berni, la Valle degli Orti Latticini e yogurt: Formaggi Mio, Fruit joy, Fruttolo, Lc1. Olio e derivati: Sasso, Sassonaise, Maggi, Latte in polvere: Guigoz, Mio, Nidina, Nestum.


    Philip Morris - Sigarette e alimentari E' la maggior industria del tabacco del mondo. Si stima che solo le Marlboro uccidano più di 75mila americani all'anno. In america è famosa per essere una delle maggiori finanziatrici di politici che intraprendono battaglie per l'abolizione dei limiti e divieti di fumo. Fino al 1998 finanziava gli scienziati perché effettuassero studi da cui risultava che il fumo passivo non era nocivo. Solo nel 1999 ha ammesso che il fumo fa male. Nel 1997 ha accettato, insieme ad altre multinazionale del tabacco di pagare 206 milioni di dollari (in 25 anni) per risarcire lo stato delle spese sostenute per curare i malati "di fumo". La Kraft è stata segnalata perché usa organismi geneticamente modificati nei suoi prodotti. La Philip Morris controlla il marchio Kraft, Fattorie Osella, Mozary, Invernizzi, Invernizzina, Jocca, Linderberg, Lunchables, Maman Louise, Jacobs caffè e Hag, Simmenthal, Spuntì, Lila Pause, Milka Tender, Terry's, Caramba, Faemino, Splendid, Cote d'Or, Baika, Dover, Gim, Philadelphia, Sottilette, Susanna, Leggereste, Mato-Mato.
    Unilever - Alimentare e chimica Molte associazioni animaliste come Animal Aid hanno lanciato una campagna contro la Unilever per lo sfruttamento degli animali durante gli esperimenti. E' boicottata anche per i salari e le condizioni di lavoro nelle sue piantagioni in India (dove possiede il 98% del mercato del tè). La Unilever controlla i marchi: Lipton Ice Tea, Coccolino, Bio presto, Omo, Surf, Svelto,Cif, Lysoform, Vim, Algida, Carte d'Or, Eldorado, Magnum, Solero, Sorbetteria di Ranieri, Findus, Genepesca, Igloo, Mikana, Vive la vie, Calvè, Mayò, Top-down, Foglia d'oro, Gradina, Maya, Rama, Bertolli, Dante, Rocca dell'uliveto, San Giorgio, Friol, Axe, Clear, Denim, Dimension, Durban's, Mentadent, Pepsodent, Rexona.


    Chiquita - Alimentari E' coinvolta in tutto. Intrighi internazionali, scioperi repressi nel sangue, corruzione, scandali e colpi di stato. Utilizza massicce quantità di pesticidi, erbicidi e insetticidi. Approfitta della sua posizione di potere per imporre prezzi molto bassi delle aziende agricole da cui si rifornisce. Nel 1994 il sindacato SITRAP ha denunciato l'esistenza di squadre armate all'interno delle piantagioni in Centro America e in Ecuador. I lavoratori sono sottopagati, senza alcuna assistenza medica. Le attività sindacali sono represse talvolta con la forza.


    Procter & Gamble - Detersivi - Cosmesi e Alimentari - Questa multinazionale statunitense (fatturato annuale 76mila miliardi di lire) ufficialmente è boicottata dalle associazioni animaliste (Buav, Peta e Uncaged) perché testa i suoi prodotti sugli animali. Ultimamente però la Procter & G è tornata alla ribalta con le patatine Pringles. Contengono organismi geneticamente modificati. Per quanto riguarda l'ambiente, nonostante le politiche di riduzione degli imballaggi e dei componenti inquinanti, l'azienda rimane una delle maggiori fonti di rifiuti del mondo: i pannolini. In America sono il 2% della spazzatura totale del paese. E' nota anche per appoggiare associazioni "ambientaliste" che difendono le politiche delle aziende e delle grandi industrie. Nel 1997 aveva messo a punto un prodotto di sintesi, battezzato Olestra, da utilizzarsi come sostituto dell'olio. Dopo lunghe pressioni sulla Food and Drug Administrator il prodotto era stato autorizzato all'impiego. E' stato accertato che provoca diarrea e impedisce l'assorbimento di vitamine liposubili. La P&G controla i marchi: Intervallo, Lines, Tampax, Bounty (carta assorbente), Tempo, Senz'acqua Lines, Dignity, Linidor, Pampers, Lenor, Ariel, Bolt, Dash, Tide, Nelsen, Ace, Ace Gentile, Baleno, Febreze, Mastro Lindo, Mister Verde, Spic&Span, Tuono, Viakal, Pringles, Infasil, Heald&Shoulders, Keramine H, Oil of Olaz, AZ, Topexan, Infasil, Dove, Panni Swiffer.


    Novartis - Chimica e Alimentari Leader, insieme alla Monsanto nel settore delle biotecnologie. Specializzata nella produzione di mais geneticamente modificato. Distribuisce con i marchi: Isostad, Vigoplus (bevande dietetiche), Novo Sal, Ovomaltine, Cereal, Piz Buin (crema protettiva)


    Esso (Exxon Mobil)I Verdi del Parlamento Europeo hanno lanciato una campagna di boicottaggio perché la Exxon, l'industria più ricca del mondo, ha sostenuto fortemente l'abbandono del protocollo di Kyoto per la difesa ambientale da parte degli Stati Uniti.

    Multinazionali non ufficialmente boicottate, ma da cui è meglio stare alla larga

    Monsanto - Agrochimica gruppo Pharmacia
    Metà del suo fatturato annuale (34mila miliardi di lire) proviene dalla produzione di erbicidi, di ormoni di sintesi e di sementi geneticamente modificate. Il resto proviene dalle attività farmaceutiche. E' il terzo produttore del mondo di pesticidi e controlla il 10% del mercato mondiale. E' una delle maggiori aziende del mondo nella produzione di sementi geneticamente modificati (capaci di resistere agli stessi erbicidi prodotti dalla stessa Monsanto). Nel 1997, negli Stati Uniti, ha pagato una multa di 50mila dollari per pubblicità ingannevole. Aveva definito l'erbicida Roundup un prodotto "biodegradabile ed ecologico". Ancora nel 1997, in occasione della conferenza sul clima di Kyoto, la multinazionale ha fatto pressioni affinché la conferenza non inserisse gli HFC (idro fluoro carburi, sostanze pericolose perché contribuiscono in misura notevole all'effetto serra) fra i gas da ridurre. Nel 1999 è stata denunciata per abuso di posizione dominante nel settore delle biotecnologie. Sempre nel 1999 è stata denunciata perché testava i suoi prodotti sugli animali. Controlla i marchi: Mivida Misura


    Burger King In Gran Bretagna è stata al centro dell'attenzione perché stipulava contratti denominati "a zero-ore". I dipendenti non venivano pagati quando ad esempio il negozio era vuoto e quindi non stavano facendo niente.

    Kodak Nel 1990 è stata condannata a pagare una multa di 2 milioni di dollari per essere una delle 10 maggiori produttrici di sostanze inquinanti e cancerogene (è il maggior "emettitore" di metilene cloride degli USA).

    Mitsubishi E' coinvolta nell'importazione illegale di legname in Giappone. Sarebbe legata anche al commercio di armi e all'industria nucleare.


    Coca Cola Recentemente alcune associazioni di difesa dei lavoratori colombiani hanno deciso di intentare una causa contro la Coca cola per l'omicidio di alcuni sindacalisti. Secondo i portavoce delle associazioni la multinazionale usa vere e proprie squadre della morte per "minacciare" i dirigenti sindacali che intraprendono battaglie per i diritti dei lavoratori. Nei primi sei mesi del 2001 sarebbero stati uccisi 50 dirigenti sindacali, 128 lo scorso anno, piu' di 1500 negli ultimi dieci anni.


    Pepsi cola Al centro della campagna contro la Pepsi il fatto che la multinazionale appoggia e sostiene paesi con regimi dittatoriali (Birmania, Messico, Filippine). La Pepsico utilizza inoltre animali nei suoi studi ed esperimenti.


    Shell E' accusata di aver ucciso 80 persone e distrutto più di 500 abitazioni durante una manifestazione di protesta in Nigeria nel 1990. Nel gennaio 1993 ha represso con la forza una seconda manifestazione organizzata dagli Ogoni. La repressione fu violentissima: 27 villaggi completamente distrutti, 2mila morti. La multinazionale nega ogni coinvolgimento in queste repressioni violente.


    Sun Diamond E' un consorzio di cooperative statunitensi. In Italia distribuisce con il marchio Noberasco. Secondo la sezione sindacale americana Teamstars Local Union usa pesticidi pericolosi. E' stata accusata di licenziare gli scioperanti e dare salari molto bassi. Nel 1985, in un momento di difficoltà finanziaria, la multinazionale ottenne dai lavoratori un'autoriduzione dei salari del 30-40% e un maggior sforzo lavorativo. Nel giro di poco tempo l'azienda recupero' e i profitti aumentarono del 40%. Nel 1991 i lavoratori chiesero di far tornare i salari ai livelli originari, ma invece di accogliere la richiesta, la Sun Diamond licenzio' i 500 dipendenti in sciopero rimpiazzandoli con nuovi braccianti. Controlla i marchi: Diamond, Sunsweet.


    Walt Disney Ad Haiti possiede una de</span>lle maggiori industrie del mondo di abbigliamento. Migliaia di lavoratori poco più che quindicenni, pagati 450 lire all'ora. Lavorano dalle 10 alle 12 ore al giorno. Il rumore all'interno degli stabilimenti è assordante, non si può andare in bagno più di due volte al giorno e la pausa pranzo dura 10 minuti. Si calcola che per guadagnare la cifra che l'amministratore delegato della Disney guadagna in un ora, un'operaia haitiana dovrebbe lavorare 101 anni, per 10 ore tutti i giorni!.


    Totalfina-Elf Appoggia il regime oppressivo in Birmania. Recentemente è stata al centro del disastro naturale causato dall'affondamento del piattaforma petrolifera Erika.


    Industrie farmaceuticheù


    Molte sono le multinazionali farmaceutiche boicottate perché sfruttano gli animali negli esperimenti. Fra i nomi importanti: Bayer, Henkel, Johnson & Johnson, L'Oreal Colgate-Palmolive, Reckitt Banck e Johnson Wax. Nel caso della Bayer citiamo poi il caso Lipobay. 52 persone decedute. Recentemente è stata inoltre aperta un'inchiesta contro la Glaxo per un farmaco antidepressivo, lo Seroxat. Segnaliamo invece come buona notizia la concessione della Roche al governo brasiliano di ridurre del 40% il prezzo di un farmaco anti-aids.

    Danone Per aumentare gli utili dell'anno 2000 la Danone, uno dei maggiori produttori e distributori di acque minerali del mondo, decise di licenziare 1800 persone. A Calais 500 famiglie si unirono in una campagna di boicottaggio. Grazie all'intervento di alcune associazioni per la tutela dei consumatori la campagna ha superato le Alpi arrivando anche in Italia (dove la Danone distribuisce con i marchi Saiwa, Galbani e Ferrarelle).


    Benetton In Patagonia tutte le terre di Rio Negro sono di proprietà Benetton. Le molte popolazioni tribali che le abitavano sono state segregate in piccole strisce di terra e vengono utilizzati come manodopera. Sotto pagati (200 dollari al mese), ritmi di lavoro estenuanti (10-12 ore), nessuna assistenza medica, nessuna possibilità di riunirsi in sindacati. In estate, alle popolazioni locali è vietato attingere dai fiumi (in alcuni tratti per impedire l'accesso utilizzano il filo spinato e la corrente elettrica), per molti unica risorsa di vita.


    Del Monte Ufficialmente la campagna di boicottaggio della Del Monte è finita, con ottimi risultati. Il vecchio direttore delle piantagioni in Kenya è stato licenziato e la multinazionale ha firmato una serie di accordi che prevedono la regolarizzazione delle assunzioni, l'aumento dei salari minimi in modo da coprire i bisogni fondamentali per tutta la famiglia, la garanzia della libertà e delle attività sindacali, la salvaguardia della salute dei lavoratori e la difesa dell'ambiente. L'azienda si è inoltre impegnata in un progetto di monitoraggio e controllo da parte delle associazioni sindacali e del Comitato nazionale di solidarietà.


    Banche




    Istituti di credito italiani e esteri coinvolti nell'esportazione legale di armi (anni 1998/2000) prevalentemente destinate a paesi poveri o già in guerra.


    Istituto di credito Banca Carige BancaCommercialeItaliana Banca d'Americae d'Italia Banca di Roma Banca Nazionale Agricoltura Banca Nazionale Lavoro Banca Pop.Bg-Cr. Varesino Banca Popolare di Brescia Banca Popolare di Intra Banca Popolare Lodi

    ELABORAZIONE DATI: OS.C.AR. Report (Osservatorio sul Commercio delle Armi) di IRES Toscana (Istituto di Ricerche Economiche e Sociali della Toscana)
    Aziende di credito

    Ubae Arab Italian Bank Credito Italiano Istituto San Paolo di Torino Banca Commerciale Italiana Banca Nazionale del Lavoro Banco di Napoli Banca di Roma Cassa di Risparmio di La Spezia Monte dei Paschi di Siena Banca Nazionale dell'Agricoltura Banco Abrosiano Veneto Banca Toscana Banca Popolare di Brescia Banco do Brasil Cariplo Credit Agricole Indosuez Banca Popolare di Bergamo-Credito Varesino Banca Popolare di Novara Banca San Paolo di Brescia Cassa di Risparmio di Firenze Banca Carige Barclays Bank Unione Banche Svizzere Banco di Chiavari e della Riviera Ligure Banca Popolare di Intra Credito Agrario Bresciano Banca Popolare di Lodi Credito Emiliano</span>


    Le multinazionali che si sono arrese


    Nike (scarpe e abbigliamento sportivo)Nell'Aprile del 1998 la multinazionale si arrese. La'annuncio è stato dato dal gran capo in persona, Phil Knight, fondatore, primo azionista e amministratore delegato del gruppo. A condizione che la campagna di boicottaggio finisca, Nike ha accettato di alzare da 14 a 18 anni l'età minima dei lavoratori nelle fabbriche di calzature e di portare a 16 l'eta minima di tutti gli altri lavoratori inpiegati nella produzione di abbigliamento, accessori e attrezzature. In 12 fabbriche indonesiane è scattato un aumento del 37% della retribuzione di tutti i lavoratori che percepivano il salario minimo (28 mila persone). L'azienda si è inoltre impegnata a bonificare tutte le sue fabbriche e a rispettare i livelli di sicurezza imposti dalla legge. Inoltre aumenterà il sostegno all'attuale programma di micro-finanziamento, che gia' coinvolge mille famiglie in Vietnam, estendendolo anche all'Indonesia, al Pakistan e alla Thailandia. In tutti gli stabilimenti asiatici il gruppo, che ha il quartier generale a Beaverton, nell'Oregon, amplierà i programmi di istruzione, offrendo ai dipendenti corsi per ottenere un diplorna equivalente a quello delle scuole medie e superiori. Dopo la conferenza stampa che si è tenuta a Washington, in cui la Nike annuciava la resa, le sue azioni in borsa sono salite di due dollari.


    Reebok Sempre nel 1998 anche la Reebok ammise, facendo un'indagine interna, che nelle sue fabbriche in Indonesia gli operai lavorano in condizioni di pericolo, a volte per più di dodici ore al giorno. E per l'equivalente di 85mila lire al meseL'autodenuncia fu un passo importante e da quel giorno le cose sono molto migliorate. I dipendenti hanno libertà di organizzazione sindacale, gli stipendi sono stati adeguati ai minimi di legge e i limiti di sicurezza vengono rispettati. Rimane però da chiedersi cosa succeda in Cina, dove la multinazionale ha il 50% della sua produzione e dove questa indigine interna non arrivò.



    Fonte:

    Le multinazionali pi cattive del mondo

    Impressionante

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  3. #2
    0 1 1 2 3 5 8 13 21 34 55 Killuminato
    Uomo 42 anni da Modena
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    molte cose le ricordavo, altre le avevo scordate. Non capisco però perchè la Monsanto non è ufficialmente boicottata da qusti; è dai tempi dell'agente arancio che fa casini.

  4. #3
    FdT svezzato
    Uomo 34 anni da Milano
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    Probabilemente è per il fatto che stanno boicottando già la Novartis che è collegata direttamente con la Monsanto.
    Comunque anche io alcune cose le sapevo ma altre ad esempio il fatto che la Philip Morris controllasse marchi come Fattorie Osella e Invernizzi mi ha abbastanza scioccato

  5. #4
    Scrivano Lucien
    Uomo 39 anni da Imperia
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    Il boicottaggio di alcune di esse, tipo la McDonald e la Coca Cola, dovrebbe essere una semplice questione di buonsenso, un fatto acquisito da tutti.
    Altre in effetti non le sospettavo La vigliaccata è che questi assorbono i marchi e li mantengono, così la gente crede di comprare dalla piccola industria virtuosa ed in realtà sta finanziando gli sfruttatori.

    In certi campi comunque il marcio è universale. Se non compro Nike perché non credo alle balle che raccontano sulla loro conversione sulla via di Damasco, comprerò, non potendo permettermi delle Cerruti, delle scarpe cinesi fatte quasi certamente da lavoratori schiavizzati. Se non compro Noberasco, compro la frutta dei camorristi che sono i nostri distributori all'ingrosso. Le banche poi, credo si equivalgano tutte, sono tutte pile di merda egualmente alte.

  6. #5
    FdT svezzato
    Uomo 34 anni da Milano
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    Quote Originariamente inviata da Lucien Visualizza il messaggio
    Il boicottaggio di alcune di esse, tipo la McDonald e la Coca Cola, dovrebbe essere una semplice questione di buonsenso, un fatto acquisito da tutti.
    Altre in effetti non le sospettavo La vigliaccata è che questi assorbono i marchi e li mantengono, così la gente crede di comprare dalla piccola industria virtuosa ed in realtà sta finanziando gli sfruttatori.

    In certi campi comunque il marcio è universale. Se non compro Nike perché non credo alle balle che raccontano sulla loro conversione sulla via di Damasco, comprerò, non potendo permettermi delle Cerruti, delle scarpe cinesi fatte quasi certamente da lavoratori schiavizzati. Se non compro Noberasco, compro la frutta dei camorristi che sono i nostri distributori all'ingrosso. Le banche poi, credo si equivalgano tutte, sono tutte pile di merda egualmente alte.
    Questa è la cosa più avvilente, siamo letteralmente e totalmente SOMMERSI da questi prodotti, che purtroppo coprono la maggior parte dei bisogni, basti pensare che partecipano anche alla produzione di articoli come i tampax

  7. #6
    Scrivano Lucien
    Uomo 39 anni da Imperia
    Iscrizione: 10/10/2008
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    Quote Originariamente inviata da 03_ferra_03 Visualizza il messaggio
    Questa è la cosa più avvilente, siamo letteralmente e totalmente SOMMERSI da questi prodotti, che purtroppo coprono la maggior parte dei bisogni, basti pensare che partecipano anche alla produzione di articoli come i tampax
    Grazie a Dio, per ora, dei Tampax posso farne a meno

    Comunque ci tenevo anche a rimettere il mio punto di vista nella giusta prospettiva: i boicottaggi sono un dovere di tutti i cittadini. Sono più importanti del voto politico, per come la vedo io. Anche se tutte le pile di merda sono egualmente alte, bisognerà pur sempre scegliere quella che puzza un po' di meno. Noi abbiamo il dovere di esercitare il nostro potere sulle multinazionali, per non lasciarci governare da loro; naturalmente questo può funzionare solo se si agisce in massa, ed anche se la massa è stupida per definizione, ho fiducia nella presa di coscienza progressiva.

  8. #7
    Zeitgeist
    Utente cancellato

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    Quote Originariamente inviata da Lucien Visualizza il messaggio
    Comunque ci tenevo anche a rimettere il mio punto di vista nella giusta prospettiva: i boicottaggi sono un dovere di tutti i cittadini. Sono più importanti del voto politico, per come la vedo io. Anche se tutte le pile di merda sono egualmente alte, bisognerà pur sempre scegliere quella che puzza un po' di meno. Noi abbiamo il dovere di esercitare il nostro potere sulle multinazionali, per non lasciarci governare da loro; naturalmente questo può funzionare solo se si agisce in massa, ed anche se la massa è stupida per definizione, ho fiducia nella presa di coscienza progressiva.
    E' un concetto che porto avanti da anni. Pienamente d'accordo.

  9. #8
    Mai più senza FdT RudeMood
    Donna 42 anni
    Iscrizione: 3/2/2009
    Messaggi: 10,246
    Piaciuto: 1043 volte

  10. #9
    I run these tracks thorpe
    Uomo 38 anni da Vercelli
    Iscrizione: 6/9/2009
    Messaggi: 1,124
    Piaciuto: 119 volte

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    me ne ricordavo abbastanza

  11. #10
    Little Spongy Folletta
    Donna 32 anni da Genova
    Iscrizione: 8/12/2007
    Messaggi: 14,178
    Piaciuto: 4025 volte

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    O.o Alcune cose non le immaginavo neanche..
    Metà delle marche nominate fanno parte della mia vita.. E' terrificante.

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