In una classifica stilata dal Fmi il nostro Paese risulta 179esimo. Solo Haiti, colpita da un devastante sisma, fa peggio. In dieci anni il Pil è cresciuto del 2,43%, contro il 12,53 della Francia, il 17,77 degli Usa e il 170% della Cina
di rassegna.it
Non siamo ultimi, ma soltanto perché dietro di noi c'è un Paese che ha subito uno degli eventi catastrofici naturali più pesanti della storia recente dell'umanità: Haiti. Quindi, in realtà, negli ultimi dieci è l'Italia il Paese che è cresciuto di meno al mondo. Un primato piuttosto allarmante e sorprendente se si considera che a comporre la classifica sono ben 180 Paesi. I dati sono del Fondo monetario internazionale e sono stati elaborati dal quotidiano spagnolo El Pais e poi ripresi oggi da La Repubblica.
Dunque, l'Italia è ferma al palo in termini di crescita. Per dieci anni (7 dei quali a guida Berlusconi) abbiamo viaggiato ad una velocità ridottissima: la ricchezza è cresciuta solo del 2,43% e dopo la grande recessione il pil procapite è tornato ai livelli del 1998. Certo, anche molti altri Paesi europei si ritrovano in fondo alla classifica, anche se il loro risultato è comunque almeno triplo rispetto a quello dell'Italia. Ci sono il Portogallo ( 6,47 per cento), la Germania (172 posto con un Pil in crescita dell'8,68 percento) che ha pagato pesantemente la recessione, ma che ora è ritornata, grazie all'export, a fare da locomotiva. E poi più distanti la Francia, piazzata al 162 posto con un Pil che è cresciuto in dieci anni del 12,53 per cento, la Gran Bretagna (157esima, 15,41 per cento), gli Stati Uniti (152esimi, 17,77 per cento), la Spagna (144esima, 22,43 per cento) e la Grecia (132esima, 28,09 per cento).
Su un altro pianeta le economie cosiddette emergenti: il loro Pil è aumentato cinque volte tanto quello delle economie tradizionali. La Guinea Equatoriale, il Paese che guida la classifica, è cresciuta di oltre il 380%. Il Qatar, il Turkmenistan e l'Azerbaigian di oltre il 230%. Ma al sesto posto c'è il vero mostro della crescita, la Cina, con il 170%.
Dunque, il declino italiano è tanto evidente quanto pesante. E le prospettive per il futuro prossimo non sono certo incoraggianti. Sono sempre del Fmi le previsioni di crescita per il 2010 e il 2011: 1%. Performance ampiamente inferiore a una media euro che comunque stenta a riprendere slancio dopo la pesante battuta d'arresto del 2009. "In Italia - spiega il Fmi - la ripresa dovrebbe essere ancor più sotto tono dal momento che il persistere di un problema di competitività limita i margini di crescita delle esportazioni, mentre il programma di consolidamento di bilancio indebolisce la domanda privata".
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