Il leader libico Muammar Gheddafi, il cui invito alla conversione all'Islam rivolto a centinaia di ragazze ha distolto l'attenzione dall'incontro voluto per cementare i rapporti tra Tripoli e Roma, ha chiesto all'Unione Europea di fornire 5 miliardi di euro l'anno per contrastare l'immigrazione illegale. Gheddafi, per la terza volta in visita in Italia nel giro di un anno, ha tenuto discorsi sull'Islam ma ha anche incontrato il premier definendolo "coraggioso" e ha chiesto all'Ue un intervento consistente per fermare l'immigrazione clandestina dall'Africa.
Gheddafi ha aggiunto che senza l'aiuto europeo, quantificato in 5 miliardi l'anno, l'Europa potrebbe subire un flusso migratorio sempre più intenso, chiedendo all'Italia di convincere gli alleati europei ad applicare la proposta libica.
Il primo ministro Silvio Berlusconi ha applaudito le relazioni tra i due paesi nella cerimonia serale di ieri alla presenza di importanti nomi del mondo economico italiano, molti dei quali fiduciosi di poter ottenere contratti con lo stato del nord Africa ricco di riserve energetiche.
L'intervento, simile a quello dell'ultima visita di Gheddafi a Roma, ha attirato le critiche dei media e dell'opposizione ma anche un certo imbarazzo tra le forze di centrodestra.
Molti cronisti hanno accusato Berlusconi di sacrificare la dignità per gli investimenti e il commercio con la Libia, il cui fondo sovrano è stato estensivamente investito in Italia negli scorsi anni.
Generazione Italia, fondazione vicina al presidente della Camera Gianfranco Fini, ha attaccato ieri le "pagliacciate" del colonnello libico sostenendo che la dignità di un Paese venga prima degli affari.
I rapporti tra i due paesi si sono rafforzati dall'accordo del 2008, con cui Berlusconi si è impegnato a pagare 5 miliardi per superare il passato coloniale italiano in Libia. Ora l'Italia è il principale partner commerciale libico.
Gheddafi chiede 5 mld all'Ue per combattere immigrazione | Prima Pagina | Reuters
ah Gheddafi ci vai da solo o ti ci mando io ?! questo è un altro regalino che ci ha fatto il nostro stimato premier