Beni dello Stato serviti su un piatto d’argento alla
speculazione edilizia. Alluvionabili di cemento. E’ il significato vero del
federalismo demaniale e del passaggio agli enti locali degli immobili di proprietà del demanio.
L’agenzia Ansa è entrata in possesso dell’
elenco provvisorio dei beni in vendita, e (in attesa che lo renda pubblico per intero) cominciano a circolare ampie anticipazioni.
Comprende ad esempio parti delle
Dolomiti (ma l’Unesco non le ha dichiarate Patrimonio dell’Umanità?) e l’intera isola di Santo Stefano vicino a Ventotene che viene resa disponibile pezzo per pezzo. Fari, palazzi, il mercato di
Porta Portese e il museo di Villa Giulia a Roma: in tutto 9.000 immobili.
Già non fa piacere sapere che diventano privati i gioielli dello Stato, cioè di tutti noi. Ma la vera cosa triste è
il trattamento a cui vanno incontro molti di questi beni: la speculazione edilizia, appunto.
La faccenda è burocraticamente complicata (come sempre in Italia), ma riassumibile in questi termini. Lo Stato
cede i beni a Comuni, Province, Regioni che dovranno “valorizzarli”.
Significa che potranno anche
venderli. E facilmente lo faranno, perchè altrimenti dovrebbero occuparsi di manutenzione, custodia eccetera: c’è crisi, le casse sono vuote.
Ma non si tratta di una vendita qualsiasi: contestualmente, per rendere l’immobile più appetibile e di prezzo più elevato, sarà possibile varare una “
variante urbanistica“. Cioè
modificarne la destinazione.
L’esempio tipico riguarda i
terreni agricoli. Che con una “variante urbanistica” diventano
edificabili. Oppure
i fari: attraverso la variante sono trasformabili in
alberghi e resort. Serviti sul piatto d’argento alla speculazione edilizia, appunto.
Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, ha calcolato che in tutt’Italia viene messo in vendita con la contestuale possibilità di “variante urbanistica” per l’edificabilità
un milione di ettari di terreno agricolo demaniale. Traduzione: milioni e milioni di metri cubi di cemento.
In vendita anche
sorgenti di acque minerali e termali che non fanno parte del demanio idrico. E
le spiagge: non è che vengano proprio vendute, questo no, ma diventa possibile acquisirle in concessione per
99 anni. Che, all’atto pratico, è poi la stessa cosa.
Ancora Bonelli ha calcolato che il
50% dei beni demaniali alienabili andrà a rimpinguare le casse di Piemonte, Lombardia, Veneto e Liguria. Un altro
25% è in Lazio. Al resto d’Italia rimangono veramente
le briciole: cosa che, secondo lui, è incostituzionale.
Su Ansa
federalismo: AAA patrimonio vendesi
Su Youtube il
videomessaggio di Angelo Bonelli sul federalismo demaniale