Originariamente inviata da
mformatteo
perchè, appunto, l'attività d'impresa non è un gioco d'azzardo
il rischio d'impresa non deve fuorviarti, facendoti pensare a chissà quale attività tipo roulette russa..
aprendo una società a scopo di lucro, chi riveste il ruolo di imprenditore ha lo scopo di produrre ricchezza (beni/servizi) e conseguire utili personali.
l'imprenditore, tra le tante cose potenzialmente letali per l'impresa (concorrenza, posizione sul mercato, il bene effettivamente prodotto e le sue qualità etc etc) deve saper avviare al meglio l'attività, in modo che il rischio d'impresa (ovvero le condizioni del mercato che influenzano il bilancio) sia non dico annullato, ma quantomeno minimizzato.
E' ovvio che uno non apre una impresa così per gioco, nè siamo in un manga giapponese dove anche i bambini preferiscono morire di stenti pur di farcela solo con le proprie forze, quindi l'imprenditore troverà molto utile il prestito fiduciario/mutuo/etc etc, proprio perchè permette di avere in tempi brevi la liquidità necessaria per APRIRE l'attività.
poi sta a lui giocarsi bene le proprie carte.
comunque sia, attraverso i finanziamenti, i mutui etc etc le banche conseguono i loro "positivi", quindi utili, quindi (detta volgarmente) soldi da ridistribuire poi ai vari azionisti/depositari etc (=la gente comune che mette i soldi in banca.. da dove credi che la banca prenda l'interesse che ti dà sul tuo deposito vincolato? dall'albero del baugigi? no, dagli utili conseguiti attraverso le attività bancarie)..
se ci aspettassimo che solo chi ha già i (tanti) soldi aprano delle imprese, mi spieghi cosa pensiamo di ottenere?
chi, avendo già i soldi, punta ad aprire una piccola-media impresa? e chi, avendo già i soldi (dove li avrà presi? un lavoro redditizio??) lascerà il probabile lavoro danaroso per buttarsi in un'impresa potenzialmente rischiosissima?
molto probabilmente, nessuno.
non è che le imprese sono dei mondi perfetti dove uno rischia coi soldi altrui e se va bene diventa ricco, e se va male non perde niente.. anzi
ti assicuro che se l'azienda va male, l'imprenditore medio-piccolo si ritrova presto alla canna del gas..
tu forse generalizzi, pensando ai vari casi di liquidazione coatta amministrativa o ai regimi speciali adottati dagli enti pubblici nei confronti delle GRANDI imprese di interesse nazionale..
loro sì sono in botti di ferro, ma perchè da loro dipendono qualche migliaio di lavoratori.. e mandarli in una strada non è mai una bella cosa..