fra imprenditori e banche,non sò quale categoria sia peggio...
riflettendo,direi le banche...
fra imprenditori e banche,non sò quale categoria sia peggio...
riflettendo,direi le banche...
E meno male che non eri comunista Sta frase è da Lotta Continua, manco comunista "normale"
Guarda, non mi va di ricominciare una discussione, mi limito al riassunto: "Senza gli imprenditori, oltre che agli scienziati, vivremmo ancora nelle caverne"....so che non sei uno stupido e quindi so che ti basterà riflettere anche su questa singola frase per capire
senza i ladri non ci sarebbero manco i poliziotti se è per questo
quindi viva i ladri
seriamente,non voto comunista da almeno 6 anni,quindi sono inattaccabile
e poi ho detto che le banche sono peggio,quindi una piccola frangia di imprenditori li salvo (specialmente quelli medio-piccoli)...ma se poi tu vuoi glorificare Tronchetti Provera,Tanzi,Cragnotti,e tutti i vari traffichini,palazzinari e truffaldini dell'ultima ora...non te la dò buona!!
perchè creare un'impresa, anche piccola, anche apparentemente stupida, richiede un grosso investimento iniziale.. e questo grosso investimento iniziale è meglio diluirlo in comode rate nel tempo, in modo che coi ricavi iniziali dell'attività si possa pagare tutto e ci possa uscire un piccolo guadagno personale (i primi anni in genere si guadagna sempre molto poco, l'obbiettivo è andare pari con gli investimenti iniziali..), sia perchè parlando quasi sempre di cifre che non scendono mai sotto i 30/50mila euro, tirare fuori in una botta tutti quei soldi di tasca propria non è mai una bella mossa..
giusto per dire, io quando m'era saltata in mente l'idea di aprirmi un concessionario multimarca di moto mi ero un pò informato in giro, e per aprire anche una cosa piccola, senza eccedere, avrei dovuto tirar fuori almeno 70/100.000 euro..
non tutti hanno 70/100.000 euro così sull'unghia.. e se si aspettasse che solo i ricchi iniziassero l'attività di impresa, saremo ancora fermi alla mezzadria da un pezzo!
il sistema di prestito, nel bene e nel male, è quello che permette il mercato moderno..
Mi sa che ingarbugli un po' le cose..salvi "una piccola frangia" portando come prova della generalizzata disonestà della categoria la dozzina di imprenditori/ladri più famosi; in realtà è l'esatto contrario, la maggioranza di imprenditori sarebbero da salvare, salvo gli (inevitabili) disonesti, che si annidano in qualsiasi categoria.
L'italia è un paese (relativamente) ricco grazie soprattutto alla miriade di piccoli e medi imprenditori che si sono fatti il cul0, hanno creato e tirano avanti decine di migliaia di aziende, non certo per i 3 milioni di dipendenti pubblici e nemmeno solo per i milioni di persone che per questi cattivoni ci lavorano.
E' qui che vorrei approfondire: perché tirarli fuori di tasca propria non è una bella mossa? (Se non per non prendersi la responsabilità del rischio?)
E' come giocare alla lotteria senza pagare il biglietto di partecipazione, se non dopo l'estrazione e solo a patto che si vinca...
Ottima sintesi: sono contrario al mercato moderno.
Quello che odio veramente è che si faccia propria una cosa di tutti.
Nel caso dell'impresa finanziata coi soldi di tutti, non vedo perché questa debba divenire privata. Il vincolo essenziale, secondo il mio modo di vedere, affinché essa divenga privata è che il privato abbia rischiato con il proprio e non con i fondi altrui.
Con questo sistema dei debiti siamo tutti ricchi... a chiacchiere: consumiamo senza alcun merito se non quello di promettere di restituire il consumato con tutte le conseguenze negative del caso, ci improvvisiamo imprenditori, milionari, fanfaroni in genere e intanto il sistema tracolla.
Preferisco un mondo più povero ma più concreto.
perchè, appunto, l'attività d'impresa non è un gioco d'azzardo il rischio d'impresa non deve fuorviarti, facendoti pensare a chissà quale attività tipo roulette russa..
aprendo una società a scopo di lucro, chi riveste il ruolo di imprenditore ha lo scopo di produrre ricchezza (beni/servizi) e conseguire utili personali.
l'imprenditore, tra le tante cose potenzialmente letali per l'impresa (concorrenza, posizione sul mercato, il bene effettivamente prodotto e le sue qualità etc etc) deve saper avviare al meglio l'attività, in modo che il rischio d'impresa (ovvero le condizioni del mercato che influenzano il bilancio) sia non dico annullato, ma quantomeno minimizzato.
E' ovvio che uno non apre una impresa così per gioco, nè siamo in un manga giapponese dove anche i bambini preferiscono morire di stenti pur di farcela solo con le proprie forze, quindi l'imprenditore troverà molto utile il prestito fiduciario/mutuo/etc etc, proprio perchè permette di avere in tempi brevi la liquidità necessaria per APRIRE l'attività.
poi sta a lui giocarsi bene le proprie carte.
comunque sia, attraverso i finanziamenti, i mutui etc etc le banche conseguono i loro "positivi", quindi utili, quindi (detta volgarmente) soldi da ridistribuire poi ai vari azionisti/depositari etc (=la gente comune che mette i soldi in banca.. da dove credi che la banca prenda l'interesse che ti dà sul tuo deposito vincolato? dall'albero del baugigi? no, dagli utili conseguiti attraverso le attività bancarie)..
se ci aspettassimo che solo chi ha già i (tanti) soldi aprano delle imprese, mi spieghi cosa pensiamo di ottenere?
chi, avendo già i soldi, punta ad aprire una piccola-media impresa? e chi, avendo già i soldi (dove li avrà presi? un lavoro redditizio??) lascerà il probabile lavoro danaroso per buttarsi in un'impresa potenzialmente rischiosissima?
molto probabilmente, nessuno.
non è che le imprese sono dei mondi perfetti dove uno rischia coi soldi altrui e se va bene diventa ricco, e se va male non perde niente.. anzi
ti assicuro che se l'azienda va male, l'imprenditore medio-piccolo si ritrova presto alla canna del gas..
tu forse generalizzi, pensando ai vari casi di liquidazione coatta amministrativa o ai regimi speciali adottati dagli enti pubblici nei confronti delle GRANDI imprese di interesse nazionale..
loro sì sono in botti di ferro, ma perchè da loro dipendono qualche migliaio di lavoratori.. e mandarli in una strada non è mai una bella cosa..
il fatto è ke gli imprenditori alla Marcegaglia quando va ebe mettono da parte x loro, quando va male deve intervenire lo stato
insomma sn cm i bambini ke se fanno 1 c@cata devono rimediare i genitori
e pure x l'impresa è 1 andazzo ke nn va bene
poniamo ke ci siano due impreditori Tizio e Caio
Tizio, ke è + serio, nel periodo buono pensa di mettere da parte qualcosa in previsione di 1 periodo meno buono
Caio, ke è meno serio, dice invece: ma va là, kissenefrega di quel ke succede poi, diamoci dentro e potendo spendere di + (xkè se ne frega del dopo) si accaparra è di Tizio
Tizio dice: vabbè, adesso mi passi davanti ma vediamo quando ci sarà 1 pò di crisi
arriva la crisi e Tizio dice: ok, ora io sto a galla xkè sn stato previdente prima
e Caio gli dice: io sto a galla lo stesso xkè mando la Marcegaglia a piagnucolare aiuto dallo stato
morale: la bamboccioneria imprenditoriale sfavorisce le persone + serie
scusate il post kmetrico
no orsetto, il ragionamento che fai tu non è valido per l'impresa, globalmente considerata.
è valido, come ho già detto, per le grandi imprese di interesse nazionale (uno su tutti FIAT, ALitalia)..
è sbagliato eticamente?sì.
i vari manager di turno se ne approfittano? sì.
ma ciò non toglie che lo Stato deve garantire comunque che quelle centinaia di migliaia di INCOLPEVOLI operai, non si ritrovino in una strada senza più nulla.
Il metodo attuale di sostentamento economico indiscriminato non è giusto, è vero, ma finchè lo Stato non si impegna a ridisciplinare meglio le responsabilità delle grandi impresa e dei suoi dirigenti, per queste grandi imprese è meglio che siano sostentate così. Preferisco sapere che lo Stato brucia 1 miliardo di euro per salvare la FIAT, che non vedere dieci mila operai lasciati a casa!
però, per le medie-piccole imprese, che sono il 90% dello scenario italiano, ti assicuro che lo stato non ti viene a salvare il culo.. fallisci e stop, senza se e senza ma..
mai sentito che lo stato si preoccupi di salvare la SNC babudoiu che ha un concessionario di moto a Pizzighettone..
e ripeto, l'italia è composta da queste imprese..le imprese che citate voi sono pochissime..
su questo ti quoto
ma se questa specie di ricatto diventa l'abitudine bisogna trovare 1 riparo
x es., xkè i lavoratori hanno 1 accantonamento (il tfr) e le aziende no? allora, almeno x le aziende ke hanno kiesto aiuto si dovrebbe stabilire 1 accantonamento obbligatorio x superare i periodi meno buoni
poi: l'azienda kiede aiuto e lo stato aiuta
ok, xò poi nn è ke l'azienda licenzia cm vuole, se kiede aiuto e lo riceve, poi in cambio dovrà dar qualcosa in termini almeno di sicurezza del posto di lavoro