Essere giornalista non autorizza a sparare minkiàte, prendere per i fondelli tutti e parlare di argomenti di cui non si conosce una mazza.
Travaglio si è limitato a sfottere, comodamente seduto sulla sua sediolina in rai; Bertolaso ha dato un parere da esperto del settore dopo aver visto coi propri occhi la situazione.
Poteva evitare di polemizzare? Certamente. Ma questo non autorizza a prenderlo per un povero idiota o a volergli tappare la bocca ed impedirgli di esprimere un parere (cioè, alla faccia..uno può chiamare rispettivamente presidente del consiglio, ministro degli esteri e capo della protezione civile mr. banana, disguido, nano, bamboccio sempre in vacanza, ecc., mentre un tecnico non può nemmeno dire "secondo me la situazione non è gestita al meglio e ci sono problemi di organizzazione", cosa che peraltro pare non essere nemmeno sbagliata).
Shhh!!
Ma il collo di bottiglia dello scalo di Port au Prince resta stretto. Dopo le polemiche che hanno riguardato un aereo-ospedale francese che non è riuscito ad atterrare (la Francia ha protestato ufficialmente presso gli Stati Uniti sulla gestione dell'aeroporto di Port au Prince, dove all' aereo francese è stato impedito di atterrare, secondo quanto dichiarato dal sottosegretario di Stato francese alla cooperazione, Alain Joyandete) le richieste di chiarimenti da parte del Brasile per le difficoltà incontrate dai suoi piloti, è riuscito ad arrivare a Port-au-Prince il primo cargo del Pam (World Food Program), il programma alimentare dell'Onu i cui velivoli erano stati respinti dalle autorità Usa giovedì e venerdì per permettere agli americani di far atterrare truppe e attrezzature ed evacuare cittadini Usa. "Ci sono 200 voli che partono e arrivano da Port-au-Prince ogni giorno ma sono quasi tutti per americani - ha protestato con il New York Times Jarry Emmanuel, responsabile della logistica aerea dell'agenzia delle Nazioni Unite - Le loro priorità sono di rendere sicuro il paese, le nostre di dargli da mangiare. Sarebbe meglio che ci coordinassimo".