Amabilmente
nell’assoluta e divina scostanza
propria del gesto sottile.
Appassiva.
Urlante.
Ondeggiava
Dipingendo curve sconosciute.
Amata nell’osso e nel ventre,
da uomini inutili.
Piangeva.
All’uomo più semplice pareva scappare,
A quello più grosso, mostrava la nuca,
e il piacere sommerso, bolliva.
Cadeva.
Madre, principio, incubo avvolto.
La donna s’incurva,
un ultimo cenno,
Cede alla forza, s’accascia,
m’osserva, un secondo, un ricordo.
E un bacio sepolto.