Originariamente inviata da
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Una notte fredda e livida manifesta la sua lenta ed inutile agonia scagliando con violenza aliti di vento, come lame, sul mio corpo avvolto da fiori leggeri - sul mio corpo avvolto in un silenzio tragico.
Il cancello verde, scricchiolando un po', mi cigola il suo disappunto, quasi a leggermi la confusione nella mente, quasi a dire "non sono pronto".
Che triste disagio..
Un baccanale di sensazioni m'invade il corpo ancora assopito dal vino, mentre resto ferma, immobile, con le mani ghiacciate poggiate sulla grata, a lasciare che il vento, il freddo ed i pensieri mi facciano venire la pelle d'oca, a lasciare che le mie orecchie cerchino il rumore della macchina ormai sparita tra le curve, ormai sfumata nel buio, a lasciare che i miei occhi si chiudano - quasi nostalgica malinconia - ripensando alla stella cadente vista, quasi per caso, quasi per sbaglio, un paio d'ore prima, mentre cercavo la sorridente Cassiopea.
E la luna, l'ultima luna d'agosto, non mi tradisce: mi accompagna, fedele e sorridente compagna condivisa, mentre muovo i passi incerti verso casa.
Ed è così che ho salutato distrattamente, quasi controvoglia, un altro fottuto agosto, bastardo che amo disperatamente e con tutta me stessa, e a cui dedico sempre troppe parole...
Bastardo inglorioso - ma quasi mi fa tenerezza... - che mi annuncia, con un ghigno, l'arrivo silenzioso e violento di un autunno che bussa al mio inferno privato con mani di piombo, nella penombra lontana dal sole che cambia colore.
Un bacio in fronte...
Sul grembo ricamo orizzonti di sensazioni.
"Il vento soffia, il tempo passerà..." - canto.
Cambio scenografia allo spettacolo.
Una processione di ombre si dirige verso un'altra direzione, correndo incontro al giorno nuovo...