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Al miracolo in pigiama e ciabattine,
che sfogliava la sua rivista
sul mio divano.
Ho sempre pensato che le cose più semplici,
siano davvero quelle indispensabili.
Tutta presa, sguardo luminoso e incantato,
in un piccolo attimo da dedicare completamente a se stessi,
sapendo di poterlo fare.
Non c'era una carezza abbastanza grande, in quel momento,
non c'era parola grossa che potesse contenere la meraviglia.
E l'amore.
Non c' è niente che io possa scrivere per arginare questo boato
delle cinque di mattina.
Una rivista. Semplicemente.
Acquistata come milioni di persone fanno,
normali gesti di cura, un piccolo regalo che nessuno nota.
Mi rendo conto di essere davvero il re delle chincaglierie,
ma mi accorgo di quanto queste cose mi inteneriscano.
Perché non ci vogliamo mai bene,
ci laceriamo, sputiamo e versiamo veleno e macanza totale di rispetto
nelle vite altrui.
Feriamo con la consapevolezza di farlo, colpendo dove fa più male,
e non ci accorgiamo mai, mai, che gli altri galleggiano dietro gli occhi
come facciamo noi.
Perché tu possa leggere quella rivista, e mantenere quel faccino di ciliegia
che adoro,
farei di tutto.
Quando si incontra umanità e grazia, non si possono abbassare gli occhi.
Quando si raccoglie il profumo dello splendore, sotto una coltre di spavento,
non si può cambiare strada.
Tutto questo macello nasce da una rivista,
nasce dall' alba che ho visto 'stamattina,
dalla lontananza,
dal respirare un' aria che a quest'ora è così delicata
da vergognarmi,
dal bisogno tremendo di dire grazie
a chi ha permesso ed accettato di lasciarsi prendere per mano
senza avere paura.
Grazie, perché sei l'abitante imperfetto e splendido di un corpo imperfetto
e splendido.
E l'essere umano poi,
è proprio questo, e amore imperfetto e splendido è quello che proviamo.
Grazie, perché lo sai...