Il mio sogno nel cassetto è stato fin da piccolo quello di diventare uno scrittore. Non uno di successo, per carità. Sono uno che ha scritto in diciassette anni quasi cento quaderni di frasi, racconti brevi, poesie, pensieri, quesiti, risposte, canzoni.
Mi piace scrivere per me stesso, per rivivere emozioni che non si possono raccontare in una foto immobile, cercare di non farle sfumare nella quotidianità deprimente della mia vita.
Così da circa sei mesi ho preso a "lavorare" ad un vero romanzo totalmente autobiografico. Ho stilato i capitoli e piano piano gli ho dato voce, sono arrivato ad oggi con ducentodieci fogli stampati.
Ma ora ho paura di farlo leggere, di esporre in questo modo diretto la mia vita privata; ho paura di essere non creduto e di essere preso in giro.
Ho paura che qualcuno leggendolo, possa farsi una cattiva idea di me, perchè ho parlato di scene di sesso, di droga, di alcool, di sbronze, di festini, insomma di tutte quelle cose che possono renderti una mer**a agli occhi di questa società.
Ho paura a pubblicare il mio libro e soprattutto ho paura di perderlo, se dovessi rinunciarci per davvero.
Mi sono confidato con la mia professoressa di italiano di cui ho una grandissima stima (ricompensata) su questo mio desiderio, e ora si aspetta di leggerlo. Ma ho timore che, dopo averlo letto, cambi l'idea che si era fatta di me, cioè di studente modello e di piccolo scrittore.
Che dovrei fare, secondo voi?