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Originariamente inviata da
La Ghigliottinata
beh,l'evoluzione,il cambiamento sono alla base della maturazione individuale,eh:D
ma nonostante questo possiamo fare delle supposizioni in base alle nostre conoscene di cui non abbiamo esperienza visiva. possiamo quindi dire che quasi sicuramente gli asini non volano non perchè non ne abbiamo mai visti ma perchè sappiamo che la loro struttura anatomica non permette loro di volare. sappiamo che esistono leoni albini,invece,perchè sappiamo che la struttura genetica del loro dna (comedi quello di un po' tutti gli esseri viventi) consente quell'anomalia del sangue che porta all'albinismo.
Sisi, concordo. Però, secondo questo ragionamento.. se chiedi a qualcuno che studia aeronautica se i calabroni possono volare ti risponderà di no :roll:
Il meccanismo di applicare le nostre conoscenze anche non visive alla vita quotidiana è anche ciò che ci permette di risolvere alcuni problemi pratici, secondo me, ma forse non è valido in assoluto. Se ci fermassimo alle conoscenze acquisite senza sperimentare mai, non potremmo evolvere, in un certo senso.
Con questo non dico di prendere un asino di peso e lanciarlo da una rupe per vedere se vola, eh.. Però è alla base di qualsiasi evoluzione prendere strade nuove, o quantomeno tentare di aggiungere nuovi elementi alle conoscenze che abbiamo già.
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ste cose mi gasano.. come la storia delle carte da poker..
se facciam scorrere una alla volta un mazzo di carte da poker davanti agli occhi di una persona adulta e gli chiediamo di riconoscere velocemente il seme la sua capacità di reazione farà in modo che le indovinerà praticamente tute in un tempo molto breve
facendo lo stesso gioco ad un bambino esso impiegherà leggermente più tempo dell'adulto ma andrà a buon fine anche questo esperimento
supponiamo ora di avere un mazzo con cuori neri e picche rosse.. tale mazzo nn serve ad alcun gioco, diremo all'adulto in questione tuttavia che si tratta di un semplice mazzo da poker.. facendogli scorrere davanti velocemente le carte la prima volta sbaglierà una carta su due.. dicendo cuori quando si tratta di picche e picche quando si tratta di cuori..
il bambino invece impiegherà come al solito un po di tempo in più ma arriverà probabilmente in fondo senza sbagliare
questo perchè la mente del bambino non è condizionata dall'esperienza.. ripetendo una seconda volta l'esperimento con l'adulto e svelandogli il fatto che il mazzo nn è un comune mazzo da poker nn sbaglierà più.. perchè smetterà di pensare unilateralmente.. ammetterà nel suo pensiero l'esistenza di cuori neri e picche rosse.. cosa che nn faceva prima..
"interstate 60"
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Ottant'anni fa ho dimostrato che 2+2 può non fare 4 :roll:
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domande fondamentali dell'uomo :045:
godel :roll:
mi sa che e' vero
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Originariamente inviata da
Cutty Sark
domande fondamentali dell'uomo :045:
godel :roll:
mi sa che e' vero
Verissimo; si chiama teorema dell'incompletezza se non sbaglio :045:
È un po' complesso, ma molto molto interessante :)
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Originariamente inviata da
Godel
Ottant'anni fa ho dimostrato che 2+2 può non fare 4 :roll:
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Originariamente inviata da
Cutty Sark
domande fondamentali dell'uomo :045:
godel :roll:
mi sa che e' vero
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Originariamente inviata da
DummyV
Verissimo; si chiama teorema dell'incompletezza se non sbaglio :045:
È un po' complesso, ma molto molto interessante :)
Le conseguenze del teorema di Godel per l'epistemologia della matematica ci sono, ma sono limitate e meno estese di quanto si suole in genere affermare, soprattutto negli scritti divulgativi. Il teorema dice che gli usuali sistemi formali della matematica che contengano una minima parte dell'aritmetica sono incompleti, nel senso che non possono dimostrare tutte le verita' esprimibili nel linguaggio della teoria.
E' dunque in gioco l'incompletezza, che riguarda l'insieme di tutte le possibili verita', da quelle piu' stupide e superficiali a quelle piu' profonde. I matematici non sono mai stati interessati a tutte le (infinite) verita', ma solo ad un piccolo numero (finito) di esse, significative da qualche punto di vista particolare. Il teorema di Godel non dice nulla sulla indimostrabilita' o indecidibilita' di queste singole affermazioni, in particolare sui principali problemi aperti della matematica, e parla solo dell'indecidibilita' della MAGGIOR PARTE delle affermazioni. Il che non significa affatto che quelle interessanti in teoria o in pratica non possano poi risultare decidibili in un senso o nell'altro. In sintesi, il teorema di Godel riguarda QUANTO si possa sapere della verita' matematica (e la risposta e' POCO), ma non dice COSA (non) si possa sapere.
In ogni caso, voler estendere il teorema di Godel ad altri ambiti che non sono i suoi propri e' pericoloso, e puo' generare fraintendimenti. Tanto per cominciare, non lo si puo' neppure estendere a tutti i sistemi matematici come la geometria.
Cio' detto, e' innegabile che tutti questi risultati dimostrino che ci sono limiti alla conoscenza, e che la "verita'" si possa soltanto approssimare in maniera estremamente ristretta. Ma questo puo' turbare soltanto coloro che credevano che si potesse sapere tutto. Per me l'interesse dei teoremi limitativi non sta nel fatto che essi mostrino limiti alla conoscenza matematica dell'universo, ma che lo dimostrino in maniera matematica!
Lo so che mi piace scrivere, ma per concludere:
In altre parole, il pensiero formale sara' pure limitato, ma fra le sue limitazioni non c'e' quella di non sapere di essere limitato! Conoscere i propri limiti, non e' forse l'espressione piu' alta della consapevolezza?
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Originariamente inviata da
LuC4_81
In altre parole, il pensiero formale sara' pure limitato, ma fra le sue limitazioni non c'e' quella di non sapere di essere limitato! Conoscere i propri limiti, non e' forse l'espressione piu' alta della consapevolezza?
"So di non sapere" :roll: eh, già.. Da qualche millenniuccio si dice che la coscienza dei propri limiti è se non altro un segno di grande saggezza; però per come la vedo io, conoscere i miei limiti mi spinge perlomeno a tentare di superarli, non in maniera sconsiderata, certo, ma un tentativo anche piccolo in questo senso penso sia legittimo, fa parte forse della natura umana volersi spingere sempre più in là, anche se magari non sempre è una cosa positiva..
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ma mi sa che la cosa che ho scritto io nn c'entra niente :087: