Sudafricano bianco, vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 2003, J.M. Coetzee mi ha rapita da subito con la sua scrittura dura, acerba, insopportabilmente scarna.
Coetzee racconta il postcoloniale dipanando prose mozzafiato, ponendo il segno di un enigma sulle ingiustizie perpetuate e sulle voci messe a tacere: i suoi romanzi sono gli sguardi profondi ed imperscrutabili di questi muti un tempo capaci di proferir parola.