(c'è anche da vedere che traduzione si ha di wilde, io ad esempio ne avevo una bruttissima e mi feci prestare da mia zia un'altra edizione ^^)
il registro lessicale, appunto, non vale come discorso, perché di wilde abbiamo traduzioni e dipende da chi ha tradotto l'edizione.
dico com'è la narrazione. l'umorismo di pirandello - secondo me - mette molto più a suo agio il lettore. alla fine entrambi vogliono parlarti di qualcosa che è oltre la mera narrazione di una storia. però, partendo sempre dalla mia esperienza, mentre con pirandello ho riordinato le idee a romanzo finito, e quindi lì per lì era la narrazione a prendermi, con wilde ho subito compreso la forza e lo spessore del valore allegorico. quindi non riuscivo a leggere più di tre pagine senza dovermi necessariamente fermarmi a riflettere.
Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.
secondo me invece l'ironia pirandellina mette a più agio il lettore, rende la lettura più "tranquilla". anche se, a dispetto dei toni il pensiero di pirandello, è molto più "tragico". poi ovviamente sono d'accordo con te, è soggettiva la cosa, io infatti dico sempre "in linea di massima", non "sempre e comunque". sarò banale, ma sempre e comunque non esiste ^^
Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.
A mio modesto parere, quello non è del tutto un male. Che poi non è neanche detto che si tratti di fraintendimento: un'opera d'arte è tale quando offre al pubblico, per un motivo o per un altro, diverse chiavi di lettura.
Se tu fai guardare "2001:Odissea nello spazio" a dieci persone, alla fine del film sentirai dieci racconti diversi sul significato della pellicola; la differenza tra un sasso ed un diamante è tutta lì, nelle sfaccettature...
certo, sono perfettamente d'accordo.
l'arte è per lo più interpretazione.
"l'arte rispecchia lo spettatore, non la vita".
ma io vedo che lo spettatore, anzi, il lettore, che ha a che fare con wilde, il 90% delle volte non va oltre la superficie. e tutta l'arte è a un tempo superficie e simbolo. chi va sotto la superficie lo fa a suo rischio.
per me però limitarsi a dire "lord henry è un figo" vuol dire non andarci sotto la superficie. la genialità di wilde invece è nel fatto che tutti i personaggi sono immagine di altro. poi ovvio, chiunque può anche leggere semplicemente un'immagine di edonismo e di frasi fatte che fa figo. che poi al 99.99% non era questo che wilde voleva dire, è un altro discorso.
Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.
Quel che è vero è che l'edonismo è una gran parte del libro, ma molti, attratti proprio dallo specchietto per le allodole che è la ricerca del piacere, sì fermano lì, senza interrogarsi sul perchè e sul per come.
Le risposte a quelle domande, però, non sono sempre le stesse, non le stesse per tutti...