Visualizzazione stampabile
-
Quote:
Originariamente inviata da
*criss*
penso siano gusti :)
io lo ritengo, insieme agli altri scrittori della beat generation, alcuni degli artisti che hanno plasmato la generazione in cui viviamo, ispirando sentimenti di libertà e di voglia di conquista.
io associo gli scrittori della beat generation a un autore del calibro di jack kerouac.
accostarlo a bukowski è un insulto al povero jack XD
a me non ispira voglia di conquista di niente bukowski, semplicemente vedo un vecchio alcolizzato che non ha voglia di far nulla, che ha dei bellissimi pensieri ma che li distrugge, ormai troppo cristallizzato nel ruolo dell'alcolizzato che disprezza il mondo. a me fa tristezza, non ci vedo nulla che abbia a che fare con la "conquista" o con la "libertà".
ma qui siamo andate off topic :D ma si può sempre ripescare la discussione su bukowski ^^
-
Quote:
Originariamente inviata da
obo
Narra una leggenda cinese di due amanti che non riescono mai a unirsi. Si chiamano Notte e Giorno. Nelle magiche ore del tramonto e del'alba gli amanti si sfiorano e sono sul punti di incontrarsi, ma non succede mai. Dicono che se fai attenzione, puoi ascoltare i lamenti e vedere il cielo tingersi di rosso della loro rabbia. La leggenda afferma che gli dei hanno voluto concedere loro qualche attimo di felicità; per questo hanno creato le eclissi, nel corso delle quali gli amanti riescono a unirsi e fanno l'amore. Anche io e te aspettiamo la nostra eclisse. Ora che abbiamo capito che non ci incontreremo mai più, che siamo condannati a vivere separati, che siamo la notte e il giorno.
Quattro amici - Trueba
Che bella :)
-
Tra i numeri primi ce ne sono alcuni ancora più speciali. I matematici li chiamano primi gemelli: sono coppie di numeri primi che se ne stanno vicini, anzi quasi vicini, perché fra di loro vi è sempre un numero pari che gli impedisce di toccarsi per davvero. Numeri come l'11 e il 13, come il 17 e il 19, il 41 e il 43. Se si ha la pazienza di andare avanti a contare, si scopre che queste coppie via via si diradano. Ci si imbatte in numeri primi sempre più isolati, smarriti in quello spazio silenzioso e cadenzato fatto solo di cifre e si avverte il presentimento angosciante che le coppie incontrate fino a lì fossero un fatto accidentale, che il vero destino sia quello di rimanere soli. Poi, proprio quando ci si sta per arrendere, quando non si ha più voglia di contare, ecco che ci si imbatte in altri due gemelli, avvinghiati stretti l'uno all'altro. Tra i matematici è convinzione comune che per quanto si possa andare avanti, ve ne saranno sempre altri due, anche se nessuno può dire dove, finché non li si scopre.
La solitudine dei numeri primi - Paolo Giordano
:049:
-
"C'è un fiore... credo che mi abbia addomesticato."
Le petit prince - Antoine de Saint-Exupéry
-
Quote:
Originariamente inviata da
Barney Stinson
Tra i numeri primi ce ne sono alcuni ancora più speciali. I matematici li chiamano primi gemelli: sono coppie di numeri primi che se ne stanno vicini, anzi quasi vicini, perché fra di loro vi è sempre un numero pari che gli impedisce di toccarsi per davvero. Numeri come l'11 e il 13, come il 17 e il 19, il 41 e il 43. Se si ha la pazienza di andare avanti a contare, si scopre che queste coppie via via si diradano. Ci si imbatte in numeri primi sempre più isolati, smarriti in quello spazio silenzioso e cadenzato fatto solo di cifre e si avverte il presentimento angosciante che le coppie incontrate fino a lì fossero un fatto accidentale, che il vero destino sia quello di rimanere soli. Poi, proprio quando ci si sta per arrendere, quando non si ha più voglia di contare, ecco che ci si imbatte in altri due gemelli, avvinghiati stretti l'uno all'altro. Tra i matematici è convinzione comune che per quanto si possa andare avanti, ve ne saranno sempre altri due, anche se nessuno può dire dove, finché non li si scopre.
La solitudine dei numeri primi - Paolo Giordano
:049:
Magnifico, non c'è altro da dire.
-
Il vero amore è noioso, noioso come ogni altra droga forte che dà dipendenza e come tutte le droghe forti che danno assuefazione, il primo vero amore è pericoloso.
Così incrociamo i fantasmi che ci perseguiteranno negli anni a venire, siedono insignificanti ai bordi della strada come poveri mendicanti e, dovessimo accorgerci di loro, li scorgiamo solo con la coda dell'occhio. La possibilità che fossero lì ad aspettare proprio noi raramente ci attraversa i pensieri. Invece aspettano e quandi siamo passati raccolgono i loro fagotti di ricordi e s'incamminano sulle nostre orme e piano piano, metro dopo metro, guadagnano terreno.
Roland di Gilead, La sfera del buio (Sagra della Torre Nera di Stephen King)
-
Ricordo la mano fresca e forte sui miei capelli, il viso alla luce della lampada bianco come la luna. I rumori del vestito; l'aroma del profumo, caldo e dorato di ambra. La voce, bassa e calma, che cantava senza parole a tempo con le carezze ritmiche sui miei capelli. Giù, sempre più giù. Henry era un brutto sogno, e ora si dileguava in un milione di piccole lacrime di luce. L'orologio sul camino ticchettava forte. Il mio cuore leggero come un soffione: gli attimi volavano via, semi setosi in una tiepida sera d'estate. Avevo gli occhi chiusi, dolci pensieri sognanti che si assottigliavano nell'accogliente buio del sonno.
Il fante di cuori e la dama di picche - J. Harris :050:
-
L'ateismo, per me, non è un risultato, e tanto meno un avvenimento – come tale non lo conosco: io lo intendo per istinto. Sono troppo curioso, troppo problematico, troppo tracotante, perché possa piacermi una risposta grossolana. Dio è una risposta grossolana, un'indelicatezza verso noi pensatori – in fondo è solo un grossolano divieto che ci vien fatto: non dovete pensare!
Nietzsche - Ecce Homo
-
ti metto un pezzo di quello che stavo leggendo prima. Il libro è Sulla strada, di uno dei più grandi padri della beat generation, Jack Kerouac, e questo pezzo, seppur apparentemente inutile, mi ha fanno sentire tutta la potenza di quella corsa, del West, degli anni Settanta, dell'autostop, dell'America, della macchina che corre sulle grandi highway sconfinate, con il Pacifico davanti e le montagne dietro.
C'erano due ragazzi di Columbus, Ohio, giocatori di football nella squadra della scuola, che masticavano gomma, strizzavano l'occhio, cantavano al vento e giravano gli Stati Uniti in autostop durante le vacanze. "Andiamo a LA", urlarono.
"A farci cosa?"
"Càzzo, non sappiamo. Ma che importa?"
-
"Aprire gli occhi è un gesto semplice che spesso compiamo in modo automatico, al di qua della conoscienza.
Guardare è tutt'altra cosa."
"Principesse Azzurre da guardare - D. Vaccarello"