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Le nostre poesie preferite

  1. #1
    Matricola FdT Aliquis
    Uomo 32 anni
    Iscrizione: 24/8/2011
    Messaggi: 54
    Piaciuto: 18 volte

    Predefinito Le nostre poesie preferite

    Mi stavo chiedendo se esistesse una discussione del genere e se già esiste scusatemi .

    Scrivete qui le vostre poesie preferite, con titolo e autore, e se volete spiegate perchè vi piacciono . Possibilmente non più di 2 poesie per post, altrimenti si rischia di fare un pò di confusione, ma questo è solo un consiglio

    Comincio io (ovviamente):

    L'INFINITO (Giacomo Leopardi)




    Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
    E questa siepe, che da tanta parte
    Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
    Ma sedendo e mirando, interminati
    Spazi di là da quella, e sovrumani
    Silenzi, e profondissima quiete
    Io nel pensier mi fingo; ove per poco
    Il cor non si spaura. E come il vento
    Odo stormir tra queste piante, io quello
    Infinito silenzio a questa voce
    Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
    E le morte stagioni, e la presente
    E viva, e il suon di lei. Così tra questa
    Immensità s'annega il pensier mio:
    E il naufragar m'è dolce in questo mare.
    A High Hopes. piace questo intervento

  2. # ADS
     

  3. #2
    Seestra? Yvette
    Donna 35 anni da Estero
    Iscrizione: 4/11/2005
    Messaggi: 18,949
    Piaciuto: 2815 volte

    Predefinito

    Mi commuove particolarmente..

    Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
    e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
    Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
    Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
    le coincidenze, le prenotazioni,
    le trappole, gli scorni di chi crede
    che la realtà sia quella che si vede
    Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
    Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
    le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
    erano le tue.


    Eugenio Montale
    A Echoes, Aliquis, High Hopes. e altri 6 piace questo intervento

  4. #3
    silence is sexy High Hopes.
    Donna 27 anni
    Iscrizione: 11/4/2009
    Messaggi: 511
    Piaciuto: 399 volte

    Predefinito

    Portami il girasole di Montale

    Portami il girasole ch'io lo trapianti
    nel mio terreno bruciato dal salino,
    e mostri tutto il giorno agli azzurri
    specchianti
    del cielo l'ansietà del suo volto giallino.
    Tendono alla chiarità le cose oscure,
    si esauriscono i corpi in un fluire
    di tinte: queste in musiche. Svanire
    è dunque la ventura delle venture.
    Portami tu la pianta che conduce
    dove sorgono bionde trasparenze
    e vapora la vita quale essenza;
    portami il girasole impazzito di luce.
    A Holly e nali piace questo intervento

  5. #4
    Gio
    Gio
    Uomo 27 anni
    Iscrizione: 20/7/2011
    Messaggi: 2,388
    Piaciuto: 1075 volte

    Predefinito

    "Il tuo sorriso" di Pablo Neruda

    Toglimi il pane, se vuoi,
    toglimi l'aria, ma
    non togliermi il tuo sorriso.

    Non togliermi la rosa,
    la lancia che sgrani,
    l'acqua che d'improvviso
    scoppia nella tua gioia,
    la repentina onda
    d'argento che ti nasce.

    Dura è la mia lotta e torno
    con gli occhi stanchi,
    a volte, d'aver visto
    la terra che non cambia,
    ma entrando il tuo sorriso
    sale al cielo cercandomi
    ed apre per me tutte
    le porte della vita.

    Amor mio, nell'ora
    più oscura sgrana
    il tuo sorriso, e se d'improvviso
    vedi che il mio sangue macchia
    le pietre della strada,
    ridi, perché il tuo riso
    sarà per le mie mani
    come una spada fresca.

    Vicino al mare, d'autunno,
    il tuo riso deve innalzare
    la sua cascata di spuma,
    e in primavera, amore,
    voglio il tuo riso come
    il fiore che attendevo,
    il fiore azzurro, la rosa
    della mia patria sonora.

    Riditela della notte,
    del giorno, della luna,
    riditela delle strade
    contorte dell'isola,
    riditela di questo rozzo
    ragazzo che ti ama,
    ma quando apro gli occhi
    e quando li richiudo,
    quando i miei passi vanno,
    quando tornano i miei passi,
    negami il pane, l'aria,
    la luce, la primavera,
    ma il tuo sorriso mai,
    perché io ne morrei.

    Mi piace molto questa poesia perché spesso noi ci perdiamo in dettagli insignificanti dimenticando la cosa più bella che si può donare e ricevere, un semplicissimo sorriso.
    A Aliquis piace questo intervento

  6. #5
    Moderatrice Holly
    Donna 34 anni
    Iscrizione: 1/4/2006
    Messaggi: 35,150
    Piaciuto: 10122 volte

    Predefinito

    Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

    Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
    questa morte che ci accompagna
    dal mattino alla sera, insonne,
    sorda, come un vecchio rimorso
    o un vizio assurdo. I tuoi occhi
    saranno una vana parola
    un grido taciuto, un silenzio.
    Così li vedi ogni mattina
    quando su te sola ti pieghi
    nello specchio. O cara speranza,
    quel giorno sapremo anche noi
    che sei la vita e sei il nulla.

    Per tutti la morte ha uno sguardo.
    Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
    Sarà come smettere un vizio,
    come vedere nello specchio
    riemergere un viso morto,
    come ascoltare un labbro chiuso.
    Scenderemo nel gorgo muti.


    Cesare Pavese
    1950


    The night you slept


    Anche la notte ti somiglia,
    la notte remota che piange muta,
    dentro il cuore profondo,
    e le stelle passano stanche.
    Una guancia tocca una guancia -
    è un brivido freddo, qualcuno
    si dibatte e t’implora, solo,
    sperduto in te, nella tua febbre.

    La notte soffre e anela l’alba,
    povero cuore che sussulti.
    O viso chiuso, buia angoscia,
    febbre che rattristi le stelle,
    c’è chi come te attende l’alba
    scrutando il tuo viso in silenzio.
    Sei distesa sotto la notte
    come un chiuso orizzonte morto.
    Povero cuore che sussulti,
    un giorno lontano eri l’alba.

    Cesare Pavese
    4 aprile 1950


    A High Hopes., Oregon e Jeggi piace questo intervento
    Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.

  7. #6
    labirinto senza fine Red Viper
    Donna 31 anni
    Iscrizione: 10/4/2007
    Messaggi: 754
    Piaciuto: 2406 volte

    Predefinito

    Meriggio - Gabriele d'Annunzio

    Perduta è ogni traccia
    dell'uomo. Voce non suona,
    se ascolto. Ogni duolo
    umano m'abbandona.
    Non ho più nome.
    E sento che il mio vólto
    s'indora dell'oro
    meridiano
    ..

    E io sono nel fiore
    della stiancia, nella scaglia
    della pina, nella bacca,
    del ginepro
    ..

    Non ho più nome nè sorte
    tra gli uomini; ma il mio nome
    è Meriggio.


    non è completa, ma questi versi rispecchiano come mi sento quando passeggio per la "mia" campagna, e oggi mentre mi perdevo nei colori e nella luce dei magredi mi è tornata in mente questa poesia..
    A Gio e Oregon piace questo intervento

  8. #7
    Too Many Humans Oregon
    Uomo 33 anni da Venezia
    Iscrizione: 17/10/2006
    Messaggi: 17,172
    Piaciuto: 4931 volte

    Predefinito

    La pioggia nel pineto

    Taci. Su le soglie
    del bosco non odo
    parole che dici
    umane; ma odo
    parole più nuove
    che parlano gocciole e foglie
    lontane.
    Ascolta. Piove
    dalle nuvole sparse.
    Piove su le tamerici
    salmastre ed arse,
    piove su i pini
    scagliosi ed irti,
    piove su i mirti
    divini,
    su le ginestre fulgenti
    di fiori accolti,
    su i ginepri folti
    di coccole aulenti,
    piove su i nostri volti
    silvani,
    piove su le nostre mani
    ignude,
    su i nostri vestimenti
    leggieri,
    su i freschi pensieri
    che l'anima schiude
    novella,
    su la favola bella
    che ieri
    t'illuse, che oggi m'illude,
    o Ermione.

    Odi? La pioggia cade
    su la solitaria
    verdura
    con un crepitío che dura
    e varia nell'aria
    secondo le fronde
    più rade, men rade.
    Ascolta. Risponde
    al pianto il canto
    delle cicale
    che il pianto australe
    non impaura,
    nè il ciel cinerino.
    E il pino
    ha un suono, e il mirto
    altro suono, e il ginepro
    altro ancóra, stromenti
    diversi
    sotto innumerevoli dita.
    E immersi
    noi siam nello spirto
    silvestre,
    d'arborea vita viventi;
    e il tuo volto ebro
    è molle di pioggia
    come una foglia,
    e le tue chiome
    auliscono come
    le chiare ginestre,
    o creatura terrestre
    che hai nome
    Ermione.

    Ascolta, ascolta. L'accordo
    delle aeree cicale
    a poco a poco
    più sordo
    si fa sotto il pianto
    che cresce;
    ma un canto vi si mesce
    più roco
    che di laggiù sale,
    dall'umida ombra remota.
    Più sordo e più fioco
    s'allenta, si spegne.
    Sola una nota
    ancor trema, si spegne,
    risorge, trema, si spegne.
    Non s'ode voce del mare.
    Or s'ode su tutta la fronda
    crosciare
    l'argentea pioggia
    che monda,
    il croscio che varia
    secondo la fronda
    più folta, men folta.
    Ascolta.
    La figlia dell'aria
    è muta; ma la figlia
    del limo lontana,
    la rana,
    canta nell'ombra più fonda,
    chi sa dove, chi sa dove!
    E piove su le tue ciglia,
    Ermione.

    Piove su le tue ciglia nere
    sìche par tu pianga
    ma di piacere; non bianca
    ma quasi fatta virente,
    par da scorza tu esca.
    E tutta la vita è in noi fresca
    aulente,
    il cuor nel petto è come pesca
    intatta,
    tra le pàlpebre gli occhi
    son come polle tra l'erbe,
    i denti negli alvèoli
    con come mandorle acerbe.
    E andiam di fratta in fratta,
    or congiunti or disciolti
    (e il verde vigor rude
    ci allaccia i mallèoli
    c'intrica i ginocchi)
    chi sa dove, chi sa dove!
    E piove su i nostri vólti
    silvani,
    piove su le nostre mani
    ignude,
    su i nostri vestimenti
    leggieri,
    su i freschi pensieri
    che l'anima schiude
    novella,
    su la favola bella
    che ieri
    m'illuse, che oggi t'illude,
    o Ermione.

    -Gabriele D'Annunzio

    Poi ce ne sono tante altre...

  9. #8
    You're Welcome DavidCar
    Uomo 29 anni
    Iscrizione: 11/11/2011
    Messaggi: 179
    Piaciuto: 29 volte

    Predefinito

    La Ballata Del Vecchio Marinaio- Samuel Taylor Coleridge

    In realtà è una ballata ma fa parte della Poetry Romantica Inglese quindi si può considerare poesia!

    (Non la scrivo se no ci prendiamo 3 pagine xD )

  10. #9
    Moderatrice Holly
    Donna 34 anni
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    Messaggi: 35,150
    Piaciuto: 10122 volte

    Predefinito

    Concedetemi questo:

    Tosto che ne la vista mi percosse
    l'alta virtù che già m'avea trafitto
    prima ch'io fuor di püerizia fosse,

    volsimi a la sinistra col respitto
    col quale il fantolin corre a la mamma
    quando ha paura o quando elli è afflitto,

    per dicere a Virgilio: `Men che dramma
    di sangue m'è rimaso che non tremi:
    conosco i segni de l'antica fiamma
    '.

    (Purgatorio XXX, 40-48) (si tratta dell'incontro fra Dante e Beatrice nel Paradiso Terrestre, una delle immagini più belle di tutta la Divina Commedia: in me non è rimasta una goccia di sangue che non tremi: conosco i segni dell'antica fiamma.)


    mentre ch'io era a Virgilio congiunto
    su per lo monte che l'anime cura
    e discendendo nel mondo defunto,

    dette mi fuor di mia vita futura
    parole gravi, avvegna ch'io mi senta
    ben tetragono ai colpi di ventura;

    (Paradiso XVII, 19-24) (questa invece è un'immagine bellissima: essere non resistente ai colpi del caso, ma "tetragono", la figura geometrica più stabile)


    ``O frati", dissi ``che per cento milia
    perigli siete giunti a l'occidente,
    a questa tanto picciola vigilia

    d'i nostri sensi ch'è del rimanente
    non vogliate negar l'esperïenza,
    di retro al sol, del mondo sanza gente.

    Considerate la vostra semenza:
    fatti non foste a viver come bruti,
    ma per seguir virtute e canoscenza".

    Li miei compagni fec' io sì aguti,
    con questa orazion picciola, al cammino,
    che a pena poscia li avrei ritenuti;

    e volta nostra poppa nel mattino,
    de' remi facemmo ali al folle volo,
    sempre acquistando dal lato mancino.

    (Inferno XXVI, 112-126) (non aggiungo altro al canto più bello dell'Inferno)

    Potrei riempirci questo topic
    A musadinessuno_ piace questo intervento
    Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.

  11. #10
    silence is sexy High Hopes.
    Donna 27 anni
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    Messaggi: 511
    Piaciuto: 399 volte

    Predefinito

    Wislava Szymborska, Ogni caso.

    Poteva accadere.
    Doveva accadere.
    È accaduto prima. Dopo.
    Più vicino. Più lontano.
    E’accaduto non a te.
    Ti sei salvato perché eri il primo.
    Ti sei salvato perché eri l’ultimo.
    Perché da solo. Perché la gente.
    Perché a sinistra. Perché a destra.
    Perché la pioggia. Perché un’ombra.
    Perché splendeva il sole.
    Per fortuna là c’era un bosco.
    Per fortuna non c’erano alberi.
    Per fortuna una rotaia, un gancio, una trave, un freno,
    un telaio, una curva, un millimetro, un secondo.
    Per fortuna sull’acqua galleggiava un rasoio.
    In seguito a, poiché, eppure, malgrado.
    Che sarebbe accaduto se una mano, una gamba,
    a un passo, a un pelo
    da una coincidenza.
    Dunque ci sei? Dritto dall’animo ancora socchiuso?
    La rete aveva solo un buco, e tu proprio da lì? Non c’è fine al mio stupore, al mio tacerlo.
    Ascolta
    come mi batte forte il tuo cuore.

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