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Esiste il ruolo dell'intellettuale in Italia?

  1. #21
    Sempre più FdT
    Uomo 32 anni da Lucca
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    Quote Originariamente inviata da Zeitgeist Visualizza il messaggio
    Si accontentano di quello che hanno...

    Ma quello che hanno, come lo hanno avuto? Essendo retribuiti per la propria professionalità oppure rubando? No seriamente, vorrei capire fino a dove vuoi arrivare con questo discorso molto realistico.
    vogio dire questo: se io sono uno che si vuole laureare devo pensare ad una laurea che sia applicabile, e anche se penso a lauree come lettere devo sempre pensare l'appicazione (esempio, editoria) perchè nelle università italiane non si può lavorare e proseguire i propri studi autonomamente (come facevano gli intellettuali con il mecenatismo) ma devo per forza trovare applicazione pratica....nessun fa matematica, al massimo fanno tutti ingegneria -.-


  2. #22
    Overdose da FdT
    Uomo 32 anni da Lucca
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    Quote Originariamente inviata da Rosemary Visualizza il messaggio


    No anche i romani lo sono stati, ne era convinto Dante e ne sono convinta anche io, ci sono molti segni che il loro Regno sia stato voluto e/o comunque a me piace pensarlo
    che il loro regno fosse perdestinato si sa, ad Enea il padre Anchise lo predice quando va nel regno dell'Ade, ma non si parla di un Dio cristiano


    E' Dante che pensa che tutto giri intorno al SUO Dio, ma ai Romani di Dio come lo intendiamo noi proprio non interessa xD

    trall'altro Lucano nella sua Pharsalia fa parodia dell'episodio di Enea nell'Ade scrivendo di una visione per una Roma futura (non positiva come quella della tradizione) ma negativissima e nera :O

  3. #23
    Overdose da FdT Fiona
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    Quote Originariamente inviata da Odi omnia res Visualizza il messaggio
    che il loro regno fosse perdestinato si sa, ad Enea il padre Anchise lo predice quando va nel regno dell'Ade, ma non si parla di un Dio cristiano


    E' Dante che pensa che tutto giri intorno al SUO Dio, ma ai Romani di Dio come lo intendiamo noi proprio non interessa xD

    trall'altro Lucano nella sua Pharsalia fa parodia dell'episodio di Enea nell'Ade scrivendo di una visione per una Roma futura (non positiva come quella della tradizione) ma negativissima e nera :O
    Che il Dio considerato da Dante sia diverso dal nostro no... la sua concezione di spiritualità cristiana è diversa, non il Dio. Un po' come quello considerato da Petrarca... possiamo dire sia lo stesso Dio di Sant'Agostino. La differenza è che per Dante la spiritualità cristiana non può coesistere con l'esperienza amorosa; in questo si avvicinava al suo "odiato" Guittone D'Arezzo, ma mentre quest'ultimo si è dato alla vita fratesca nel 1265 Dante ha preferito escogitare un'esperienza amorosa diversa Al giorno d'oggi la cristianità (putroppo da un lato) è meno forte e anche le persone più credenti si lasciano andare (ovviamente) ad atti carnali che al tempo di Dante sarebbero stati incoerenti e contro la morale.
    Con tutta questa pappina intendevo semplicemente dire che il Dio è lo stesso, cambia la visuale della spiritualità che col tempo si è evoluta sempre di più.
    Per quanto riguarda il popolo romano siamo d'accordo che lo reputava eletto e non fatico a crederci!

    Ma perché stiamo parlando del Dio nel XIII secolo?

  4. #24
    Can che dorme Wolverine
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    Ma perché stiamo parlando del Dio nel XIII secolo?
    Eh sì, stavo giusto per chiederlo pure io

  5. #25
    Overdose da FdT
    Uomo 32 anni da Lucca
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    Che il Dio considerato da Dante sia diverso dal nostro no... la sua concezione di spiritualità cristiana è diversa, non il Dio. Un po' come quello considerato da Petrarca... possiamo dire sia lo stesso Dio di Sant'Agostino. La differenza è che per Dante la spiritualità cristiana non può coesistere con l'esperienza amorosa; in questo si avvicinava al suo "odiato" Guittone D'Arezzo, ma mentre quest'ultimo si è dato alla vita fratesca nel 1265 Dante ha preferito escogitare un'esperienza amorosa diversa Al giorno d'oggi la cristianità (putroppo da un lato) è meno forte e anche le persone più credenti si lasciano andare (ovviamente) ad atti carnali che al tempo di Dante sarebbero stati incoerenti e contro la morale.
    Con tutta questa pappina intendevo semplicemente dire che il Dio è lo stesso, cambia la visuale della spiritualità che col tempo si è evoluta sempre di più.
    Per quanto riguarda il popolo romano siamo d'accordo che lo reputava eletto e non fatico a crederci!

    Ma perché stiamo parlando del Dio nel XIII secolo?
    perchè siamo due scoppiati xD

  6. #26
    Matricola FdT
    Donna 31 anni da Torino
    Iscrizione: 8/3/2011
    Messaggi: 69
    Piaciuto: 4 volte

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    Dipende, si può identificare come "intellettuale" qualsiasi persona con un minimo di cultura generale, oppure personaggi specifici come poeti, scrittori, artisti, critici, curatori.

    Secondo me l'intellettuale, per essere tale, deve essere in grado di dialogare (Sgarbi, ad esempio, per quanto colto non è da me considerato intellettuale) in modo pacifico, con rispetto verso le altre posizioni e senza alzare troppo la voce. Deve avere qualche idea politica (non partitica, politica), non essere mai indifferente ma non avere necessariamente sempre un'opinione. Deve saper rispondere e anche porsi le domande giuste. Inoltre deve sapere cos'è l'ironia e possibilmente saperla utilizzare!

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