Mancano ormai 7 giorni
Mancano ormai 7 giorni
io DEVO vedere questo film.
Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.
2 ottobre, confermo, anche MyMovies riporta questa data
Anch'io devo assolutamente vederlo
Io domani ci vado, sicuro al1000%, dovessi lasciare la ragazza per farlo. Ho sentito gente che c'è andata stasera e m'ha detto che è qualcosa di assolutamente divino, una fottuta dose di eroina che non dà dipendenza. O forse ne dà troppa perchè sia possibile accorgersene.
Comunque tra poco torna Anakin, sentiremo il suo commento
Vado a vederlo domani sera
Eccomi caro
Quasi quasi mi viene da sbilanciarmi: se non è il miglior film di Tarantino poco ci manca.
Detta la cosa di cui so già che mi pentirò, chiariamo che qui Tarantino ha raggiunto un suo equilibrio classico di scrittura, una maestria e uno stile che lasciano a bocca aperta. Questa pellicola è una continua gioia per gli occhi, un concatenarsi di immagini ed avvenimenti che colpiscono lo sguardo e l'immaginazione, un giocare con le attese dello spettatore, con la sua immedesimazione, con la suspence, con la struttura della vicenda. La storia che dovrebbe raccontare alla fine conta poco, e questo lo ci si poteva aspettare, ma contano relativamente anche le "tarantinate", la violenza (ce n'è meno di quella che il trailer lasciava sospettare), le assurdità esibite.
In realtà il film si diverte a disattendere le aspettative che il trailer, le opere precedenti di Tarantino, i luoghi comuni ormai solidificatisi possono aver creato. Ci si aspetta che i "Basterds" occupino tutta la vicenda ed invece sono solo un tassello di un film i cui assi principali sono una vendetta femminile e la caricatura del nazismo sotto forma di un SS da operetta (l'ottimo Christoph Waltz). Ci si aspetta che i Basterds si diano ad un'orgia di violenza coreografica ed invece da questo punto di vista sono quasi "deludenti". Ci viene fatto credere che questo manipolo di uomini spargerà il terrore tra i nazisti ed invece questa circostanza è appena allusa e quasi volta in burletta, mentre tutto il film costruisce una suspence molto più canonica (e "credibile", se si accetta la logica assurda della vicenda) in cui il pubblico si preoccupa non DI loro ma PER loro. Il fatto che il titolo del film sia tratto da uno sconosciuto film italiano di genere porta a pensare che ci sarà la solita carrettata di omaggi al cinema di serie B, ed invece gli omaggi (sia quelli palesi sia quelli incorporati nel corpo del film) sono presi in buona parte dal cinema classico anni '20, '30, '40, e tra i numi tutelari del film non mancano Hitchcock e Truffaut. Chi se l'aspettava di vedere locandine di "Le corbeau" o di "Un chapeau de paillie d'Italie" in un film di Tarantino? Chi se l'aspettava che l'immancabile discussione pop al bar fosse condotta sulla base di Greta Garbo, Pabst, Pola Negri, Leni Riefenstahl, Winnitou (per chi non sapesse chi è, è un personaggio creato da Karl May, il Salgari tedesco, che in Germania ha uno status di culto paragonabile a quello di Sandokan in Italia)? Cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia, si potrebbe pensare; ma se si pensa che (come normalmente avviene con Tarantino) questi richiami espliciti sono riecheggati da scelte iconografiche e di gusto compositivo, allora il cambiamento dell'immaginario di riferimento ha un peso. Vi assicuro, Tarantino non è mai stato tanto "classicista" come qui. Barocco anche, in certe inquadrature, in certi movimenti di macchina, ma che hanno sempre il "sentore" di quella classicità. Le intrusioni quasi fumettistiche (scritte in sovraimpressioni ecc.) sono pochissime e, francamente, stonano. Le fluide carrellate all'interno di scene di gruppo, in spazi ristretti e quasi "teatrali", che fanno tanto Hollywood degli anni d'oro, invece si sprecano.
Altra cosa che non ci si aspettava è che un regista che ha sempre giocato col cinema, come Tarantino, ha prodotto il suo primo film esplicitamente metacinematografico. Nel senso più semplice e letterale del termine, il film ruota attorno ad un film e alla sua proiezione, ed è alla pellicola che verrà affidata la vendetta finale.
Già la prima sequenza mi ha fatto sbavare. Una orchestrazione della suspence che ha ben assimilato la lezione di Hitchcock. Al pubblico viene rivelato aò momento giusto ciò che il colonnello delle SS deve scoprire, quando una situazione quasi banale in cui ci si aspetta vagamente una minaccia ma non si ha la vaga idea da dove arriverà pare arrivata al suo culmine e sembra scogliersi in un nulla di fatto. Ma Tarantino ci mostra il retroscena proprio al punto più adatto e da quel momento si crea una situazione di tensione e suspence stupendamente tenuta. La suspence praticamente è quasi la presenza costante di tutto il film, sono poche le sequenze non costruite su questa dinamica. Ed è normalmente suspence costruita secondo la più canonica delle escalation, con la giusta dose di contrattempi e di complicazioni e la concentrazione finale di ogni "classico" film. Quello su cui Tarantino ci mette del suo è sfruttare la cervellotica complicazione della trama per incastrare tra di loro più suspence, per accumulare tensione su un personaggio per poi lasciarlo e cuocere un altro po' un altro pezzo di storia. Ma la tensione non cala (anzi, viene protratta) ed i fili confluiscono debitamente (e prevedibilmente) in una scena finale sopra le righe, uno sberleffo grottesco che è anche un omaggio all'immagine cinematografica in quanto tale, ed anche una realizzazione visivamente affascinante. Senza contare quel colonnello Hans Landa che è un po' il deus ex machina, quello che non ti aspetti ma anche quello che tiene insieme i fili della tensione (e come gioca al gatto col topo con tutti i personaggi...).
Che altro aggiungere? Voto 9 1/2
(il tanto agognato "10" l'ho dato solo per Pulp Fiction)
Me coglioni! Tocca andarlo a vedere
Mi sono dilungato troppo?