E’ sabato ed essendo circonciso
non posso fare niente, per Jahvè!
Però la noia è tanta – e sai che c’è?
Almeno faccio schifo, l’ho deciso.
Io no, non sono nato, no, giudìo;
la fimosi però mi soffocava
quell’arto che qualcuno chiama fava
e il frenulo aggiungeva: “Rompo anch’io!”.
Così per non soffrir pene d’inferno
m’iscrìssi al club dellà circoncisiòne;
in fondo, una banale operazione
un po’ come una crisi di governo.
Ricordo che il prepuzio mi guardava
chiedendomi: “Che male mai t’ho fatto?”
Gli dissi: “Datti pace, ormai è fatto”.
Al chiar di luna lui s’accomiatava.
Un pezzo se ne andò della mia storia,
per quanto, devo dirlo, secondario:
il mondo, infatti, è bello perchè è vario
- non fu da Guinness l’arte mia amatoria.
Dacchè persi però la prefazione
più ardito mi trovai nelle schermaglie:
gettate nelle ortiche le anticaglie!
Più sciolta vi verrà la narrazione.
Adesso vi starete voi chiedendo:
”Che caspita ci frega di ‘ste rime?
Il dubbio c’è venuto sulle prime
che pei fondelli tu ci stia prendendo”.
Il vostro dir m’ingenera amarezza
e non comprendo questo dubitare;
dal tarlo non lasciatevi ingannare:
mollate il dubbio, abbiatene certezza!