Cara Contessa Clara, ti scrivo per chiederti consiglio circa un
grave problema di coscienza. Io sono un ex marine reduce del Vietnam,
dove ho attivamente preso parte alle stragi di Da Nang e di Ho Shay,
ho un cugino che ha un fiorente contrabbando di armi. Mia madre milita
nel Partito Nazista Americano, e mio padre, che faceva il dentista,
sta scontando una condanna a 30 anni perché molestava le pazienti
sotto anestesia. I soli sostegni della mia numerosa famiglia, incluso
me e i 500 dollari di eroina che mi servono ogni giorno, sono zio
Johnny, borseggiatore esperto, detto "Dita d'oro", la vecchia zia
Ester che coraggiosamente batte i marciapiedi nonostante i suoi 70
anni suonati, e le mie due sorelline che battono con lei tra una
rapina e l'altra. L'anno scorso ho conosciuto una ragazza deliziosa,
che compirà 16 anni il mese prossimo, e intendo sposarla appena
riuscirà a scappare dal riformatorio. Per dare da vivere a mia moglie
ed a me sto allestendo in Messico una fabbrica di falsi reperti Maya,
con tutta manodopera rigorosamente minorile, e quando avrò dei figli
li inserirò nell'azienda di famiglia. Dopodomani andrò a trovare il
mio futuro suocero ad Alcatraz, e temo che la mia famiglia possa non
fargli buona impressione. Ora vengo al mio problema, per il quale mi
serve il tuo esperto consiglio: secondo te, debbo dirglielo che ho un
cugino che lavora in Microsoft?