ROMA - E' quella del boss della banda della Magliana, Renato De Pedis, la salma tumulata nella tomba della basilica di Sant'Apollinare. All'interno non sono stati trovati altri oggetti. La salma, probabilmente, non verrà traslata oggi. Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, ha fatto sapere che verrà ispezionato anche l'ossario presente all'interno della basilica. «Non ho mai davvero creduto che dentro la bara ci fosse il corpo di mia sorella - ha detto - in realtà io spero che sia ancora viva».
L'apertura della tomba. I legali dei familiari di Enrico De Pedis, Lorenzo Radogna e Maurilio Prioreschi, hanno assistito stamani nella basilica romana all'apertura della tomba del boss, il cui nome è stato accostato alla scomparsa della figlia del messo vaticano, Emanuela Orlandi, di cui non si hanno notizie dal 1983. Alla basilica c'erano poi gli agenti della scientifica, il capo della squadra mobile di Roma Vittorio Rizzi e il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo.
Il corpo. La bara è stata portata dalla cripta al cortile dell'Università Pontificia, dove è stata allestita una tenda bianca. Sotto, nella cripta, ha riferito un testimone, c'era un odore troppo forte. «Dentro la bara - ha riferito il testimone - il corpo di un uomo in buono stato, vestito con un completo blu scuro e cravatta nera. Gli specialisti hanno alzato un braccio del corpo nella bara per prendere le impronte digitali».
La salma è quella di De Pedis. Gli esami dattiloscopici hanno confermato che il cadavere nella tomba tumulata nella basilica di Sant'Apollinare è di De Pedis. Le impronte infatti hanno permesso l'identificazione del cadavere, consentita anche grazie al buono stato di conservazione del corpo.
Pietro Orlandi: non ho potuto assistere alla riesumazione.Poco dopo le 13.30 Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, è uscito dalla Basilica: «Non mi hanno fatto assistere alla riesumazione, so che hanno trovato il corpo in buone condizioni, che sono state fatte delle foto e dei prelievi. Non credo che entro oggi venga traslata la salma di De Pedis. Ripeto: è un primo passo verso la verità, un atto dovuto, era un dubbio che dovevamo toglierci. Mia sorella è stata rapita non perché era Emanuela Orlandi, ma perché era una cittadina vaticana».
Il cugino di Emanuela Orlandi. Davanti alla basilica di Sant'Apollinare c'era anche Pasquale Lo Russo, il cugino di Emanuela Orlandi, che mostrava una foto della cugina e la mail per aderire alla petizione promossa da Pietro Orlandi. «Sono qui per conoscere la verità su mia cugina - ha detto - l'apertura della tomba di De Pedis penso che porterà novità importanti. Era un atto che aspettavamo da anni». Maria, la madre di Emanuela, è rimasta a casa, «non se la sentiva proprio di venire qui questa mattima - aggiunge Lo Russo -. L'ho sentita poco fa, era molto emozionata, voleva sapere se il figlio Pietro era ancora all'interno della Basilica o era uscito». Ma lei crede alla pista della banda della Magliana? «Non lo so, non so nulla, so solo che oggi potrebbero emergere delle novità importanti sulla scomparsa di mia cugina, in realtà io spero che sia ancora viva».
L'apertura della tomba. Successivamente, dopo gli accertamenti disposti dalla Procura, la salma del boss dovrebbe essere traslata in un cimitero romano, probabilmente a Prima Porta o al Verano, da dove De Pedis venne trasferito a Sant'Apollinare. L'ispezione sulla salma e sulla tomba di De Pedis è stata fatta alla presenza di un medico legale, un biologo e un antropologo forense. L'apertura della tomba ha comportato non poche difficoltà per i marmisti ed è stata usata anche una piccola gru. L'esame dovrà servire anche a verificare se la tomba in questi anni è stata già riaperta.
La Basilica nel cuore della capitale è off limits, protetta da un cordone di agenti di polizia. Poco prima dell'apertura della bara, Pietro Orlandi aveva detto: «E' un passo avanti verso la verità un segno positivo del Vaticano, speriamo si faccia chiarezza», ha detto arrivando a Sant'apollinare. Poi ha aggiunto riferendosi all'apertura della tomba e alla scomparsa della sorella: «E' un atto dovuto - ha proseguto - aspettavamo da due anni l'apertura della tomba. Poi finalmente è intervenuto il procuratore di Roma Francesco Pignatone. Ci hanno preso il dna due anni fa quindi c'era un motivo valido». Orlandi non è stato convocato ufficialmente e nonostante lo abbia chiesto, non gli è stato concesso di assistere alla riesumazione della bara: «Mi hanno detto che ci sono delle indagini in corso, quindi non potuto assistere. Mi auguro che questo di oggi sia un passo importante verso la collaborazione tra Stato e Vaticano».
Folla di cronisti e turisti. Nella zona intorno alla basilica presenti agenti della polizia e carabinieri. Numerosi i cronisti con telecamere e macchine fotografiche in tutta l'area circostante l'edificio sacro. Diversi anche i turisti che si sono fermati sul sagrato della chiesa incuriositi.
La perizia sui resti di De Pedis è stata disposta dalla Procura di Roma che indaga sulla scomparsa della Orlandi. L'avvocato Radogna assiste la vedova De Pedis mentre Prioreschi i due fratelli del boss della Magliana.
L'hard disk degli avvocati. Uno degli avvocati di De Pedis è arrivato a Sant'Apollinare con un vecchio hard disk.
Caso Orlandi, aperta tomba di De Pedis La salma