Non c'è dubbio che un detenuto riesca a ripagarsi le spese di detenzione..
Ammesso e non concesso che si riuscisse a inventarsi un lavoro per tutti, i lavoretti da mongolo che fanno fare non possono certo produrre incassi per lo Stato di oltre 6.000€ mensili, che sono i soldi che mediamente un detenuto costa ogni mese allo stato.
Se poi si ha in mente lavoretti tipo spazzino, lavori in giro, tagliare prati, ecc., bisognerebbe aggiungerci i costi di mettere dietro al culo di questi prigionieri poliziotti in più. E se poi si parla invece di lavori specializzati, bisognerebbe aggiungerci pure il costo dell'addestramento.
In ogni caso la questione pro/contro pena di morte non dipende certo da questioni economiche.
In realtà ci sono cooperative che sono specificamente dedite a questo tipo di organizzazione, e riescono a fornire anzi allo Stato una quota per pagare il vitto e l'alloggio dei detenuti nonchè a far calare la pressione sulla vigilanza utilizzando vigilanti volontari e formati.
Per esempio: Cooperativa Sociale Giotto
Qui ci sono molte informazioni interessanti.
Comunque è effettivamente OT questo discorso, chiudiamo qua. Come è anche OT il discorso sulla pena di morte riguardante questo determinato caso.
In realtà, riguardo al fatto in questione, non c'è molto da dire.
So che sembra incredibile...
Ma le statistiche parlano di 200/300 € al giorno...ovviamente ci rientrano anche tutti i costi collaterali dell'amministrazione carceraria (carceri, personale,gestione, ecc.) diviso il numero dei detenuti..
semplicistica è la legge del taglione, un sistema penale avanzato in cui principi costituzionalmente garantiti si accompagnano a pene efficaci è tutt'altro che semplicistico... purtroppo questo non corrisponde alla realtà italiana naturalmente, dove i principi costituzionali ci sono ma la legge è piena di "roba fatta coi piedi"
Rimane il fatto che è sbagliato mettere uno come questo pazzo omicida sullo stesso piano di un normale uomo innocente.
Ciò significa che liberare la società normale da elementi del genere dovrebbe essere UN DOVERE, non soltanto consigliato ma UN DOVERE, di chi è a capo della società in esame.