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The Ghetto of Milan

  1. #1
    FdT-dipendente
    Uomo 37 anni da Bergamo
    Iscrizione: 14/7/2008
    Messaggi: 1,903
    Piaciuto: 0 volte

    Predefinito The Ghetto of Milan

    Alla periferia nord della città i traffici nelle case popolari che ricordano «Gomorra»



    Baby-sentinelle e pitbull feroci
    Il ghetto della cocaina di Milano


    Sei palazzi trasformati in una fortezza. E i bimbi in bici danno l’allarme. Unica telecamera girata verso il muro

    «The ghetto of Milan», il messaggio di benvenuto alle case popolari di via Fulvio Testi, a Milano MILANO — In una cantina, sul muro, tra bestemmie e frasi di sesso, hanno tirato una scritta, enorme, che schiaccia e nasconde le altre: the ghetto of Milan. I pitbull vengono lasciati appesi una notte e un giorno a un albero, per educarli alla rabbia, così diventano più che da guardia cani da assalto, assalto contro i poliziotti.
    I bimbi girano su biciclettine nei grandi giardini interni spogliati di alberi, altalene, scivoli; hanno otto e nove anni, fanno le sentinel*le per trenta euro a settimana. Quando arriva un estraneo, fischiano. Allora altri bambini vanno su e giù a bussare, due tocchi brevi e uno lungo, oppure tre lunghi e uno breve, è un linguaggio in codice. Bussano agli appartamenti di insospettabili e incensurati — ultimi arrestati un magazziniere e una mamma — ai quali i boss, per quattrocento euro la settimana, ordinano di conservare la cocaina. La coca è acquistata dai narcotrafficanti sudamericani: le analisi della polizia scientifica hanno rilevato una purezza dell’84%. In città, dove 150mila persone pippano in un anno sei tonnellate di roba, la media di purezza è del 40%, con un prezzo al grammo di 70 euro. Alle «case» è di 90, 100. È cocaina altrove tagliata con aspirina, gesso e la velenosa stricnina, e qui invece trattata quasi con delicatezza. È la più buona. Non si tirano mai pacchi. E infatti c’è la coda.
    Le «case» e basta. Le chiamano così. Lo schema (il fantasma?) di Gomorra. I boss garantiscono assistenza legale e sostegno economico a chi finisce in galera. Sei civici di palazzi popolari dell’Aler, l’Azienda lombarda di edilizia resi*denziale; palazzi uguali e vicini, alti nove piani, in mezzo a due stradone della periferia nord, prima che inizino Sesto San Giovanni e l’hinterland. I civici: 304, 306, 308 e 310 in viale Fulvio Testi; 361 e 365 in viale Sarca. L’Aler ha messo le «case» tra le priorità, manda ispettori, li rimanda; deve fare i conti con il 24% delle famiglie in arretrato da più di un anno con il pagamento dell’affitto. Dei 216 alloggi (36 in mano agli abusivi) la metà sono abitati da stranieri.
    Ma questa non è una storia di stranieri. Negli anni Settanta i sei condomìni furono occupati ancor prima che chiudesse il cantiere. Negli anni Ottanta arrivò la solita soluzione all’italiana, una megasanatoria per tutti, fossero pregiudicati e operai (siamo in un’antica terra industriale, nobile e proletaria: la Pirelli, la Breda). I boss, racconta la polizia, sono i tre Porcino, fratelli originari di Melito di Porto Salvo, il Paese più a sud dell’Italia peninsulare, e due famiglie di nomadi italiani, i Braidic e gli Hudorovich. Gli investigatori associano questi ultimi ai furti di motorini e auto (agguantati nei parcheggi dei vicini centri commerciali, trasportati nelle cantine delle «case», spezzettati e venduti), mentre sui primi la voce è una soltanto: cocaina.
    Per comprare la droga l’accesso è su viale Fulvio Testi, da un parcheggio che costeggia la cancellata e separa da un hotel quattro stelle. C’è un’inchiesta della Direzione antimafia. Cocaina partita dalle «case» e consegnata agli emissari della ’ndrangheta in Calabria. Contatti dei padrini anche durante le partite allo stadio Meazza di Inter e Milan contro la Reggina, la squadra di Reggio Calabria. La Reggina, nel campionato appena finito, è retrocessa. La presenza del Comune è una telecamera che fa tenerezza e fa ridere. Sporge da un muro, ha funzionato per qualche minuto; tempo di installarla, e i giovani si arrampicarono e la girarono verso lo stesso muro. Poi, certo, diranno che ci sarà il nuovo metrò. A dieci metri, su viale Fulvio Testi, sta sorgendo una delle stazioni della linea 5. Il questore Vincenzo Indolfi considera questo posto una ferita, anzi, dice, «un tumore». Ha dato mandato al commissariato di Greco- Turro, guidato da Manfredi Fava, di martellare le «case». Fava ha una squadra di gente da strada, che salta amori e riposi. I risultati ci sono, anche se certe amministrazioni gradirebbero altre operazioni, magari più in centro. Ogni due settimane, comunque, c’è un arresto. Faticoso: i residenti non collaborano, non denunciano. Sottomissione. Terrore. L’abitudine che non prevede scatti, di rabbia o indignazione. La routine di un’esistenza in ciabatte e canottiera.



    Baby-sentinelle e pitbull feroci Il ghetto della cocaina di Milano - Corriere della Sera



    Che schifezza. Tralaltro, ho sempre odiato le case e gli appartamenti popolari occupati e abusivi. Un'ingiustizia per chi ne ha diritto e la società intera.

  2. #2
    FdT-dipendente Mefis94
    Uomo 37 anni da Trento
    Iscrizione: 10/4/2009
    Messaggi: 1,157
    Piaciuto: 10 volte

    Predefinito

    che m3rda ch è diventata milano... miodio.....

  3. #3
    Can che dorme Wolverine
    Uomo 39 anni
    Iscrizione: 3/4/2006
    Messaggi: 43,734
    Piaciuto: 2786 volte

    Predefinito

    Non ho veramente parole.....una manica di figli di *******.

    Se non fosse per i bambini ci avrei sganciato una bella bomba, su quel "ghetto"......

  4. #4
    FdT-dipendente Teck
    Uomo 30 anni
    Iscrizione: 2/6/2009
    Messaggi: 1,946
    Piaciuto: 0 volte

    Predefinito

    Quote Originariamente inviata da TheLord Visualizza il messaggio
    Alla periferia nord della città i traffici nelle case popolari che ricordano «Gomorra»

    Baby-sentinelle e pitbull feroci
    Il ghetto della cocaina di Milano


    Sei palazzi trasformati in una fortezza. E i bimbi in bici danno l’allarme. Unica telecamera girata verso il muro

    «The ghetto of Milan», il messaggio di benvenuto alle case popolari di via Fulvio Testi, a Milano MILANO — In una cantina, sul muro, tra bestemmie e frasi di sesso, hanno tirato una scritta, enorme, che schiaccia e nasconde le altre: the ghetto of Milan. I pitbull vengono lasciati appesi una notte e un giorno a un albero, per educarli alla rabbia, così diventano più che da guardia cani da assalto, assalto contro i poliziotti.
    I bimbi girano su biciclettine nei grandi giardini interni spogliati di alberi, altalene, scivoli; hanno otto e nove anni, fanno le sentinel*le per trenta euro a settimana. Quando arriva un estraneo, fischiano. Allora altri bambini vanno su e giù a bussare, due tocchi brevi e uno lungo, oppure tre lunghi e uno breve, è un linguaggio in codice. Bussano agli appartamenti di insospettabili e incensurati — ultimi arrestati un magazziniere e una mamma — ai quali i boss, per quattrocento euro la settimana, ordinano di conservare la cocaina. La coca è acquistata dai narcotrafficanti sudamericani: le analisi della polizia scientifica hanno rilevato una purezza dell’84%. In città, dove 150mila persone pippano in un anno sei tonnellate di roba, la media di purezza è del 40%, con un prezzo al grammo di 70 euro. Alle «case» è di 90, 100. È cocaina altrove tagliata con aspirina, gesso e la velenosa stricnina, e qui invece trattata quasi con delicatezza. È la più buona. Non si tirano mai pacchi. E infatti c’è la coda.
    Le «case» e basta. Le chiamano così. Lo schema (il fantasma?) di Gomorra. I boss garantiscono assistenza legale e sostegno economico a chi finisce in galera. Sei civici di palazzi popolari dell’Aler, l’Azienda lombarda di edilizia resi*denziale; palazzi uguali e vicini, alti nove piani, in mezzo a due stradone della periferia nord, prima che inizino Sesto San Giovanni e l’hinterland. I civici: 304, 306, 308 e 310 in viale Fulvio Testi; 361 e 365 in viale Sarca. L’Aler ha messo le «case» tra le priorità, manda ispettori, li rimanda; deve fare i conti con il 24% delle famiglie in arretrato da più di un anno con il pagamento dell’affitto. Dei 216 alloggi (36 in mano agli abusivi) la metà sono abitati da stranieri.
    Ma questa non è una storia di stranieri. Negli anni Settanta i sei condomìni furono occupati ancor prima che chiudesse il cantiere. Negli anni Ottanta arrivò la solita soluzione all’italiana, una megasanatoria per tutti, fossero pregiudicati e operai (siamo in un’antica terra industriale, nobile e proletaria: la Pirelli, la Breda). I boss, racconta la polizia, sono i tre Porcino, fratelli originari di Melito di Porto Salvo, il Paese più a sud dell’Italia peninsulare, e due famiglie di nomadi italiani, i Braidic e gli Hudorovich. Gli investigatori associano questi ultimi ai furti di motorini e auto (agguantati nei parcheggi dei vicini centri commerciali, trasportati nelle cantine delle «case», spezzettati e venduti), mentre sui primi la voce è una soltanto: cocaina.
    Per comprare la droga l’accesso è su viale Fulvio Testi, da un parcheggio che costeggia la cancellata e separa da un hotel quattro stelle. C’è un’inchiesta della Direzione antimafia. Cocaina partita dalle «case» e consegnata agli emissari della ’ndrangheta in Calabria. Contatti dei padrini anche durante le partite allo stadio Meazza di Inter e Milan contro la Reggina, la squadra di Reggio Calabria. La Reggina, nel campionato appena finito, è retrocessa. La presenza del Comune è una telecamera che fa tenerezza e fa ridere. Sporge da un muro, ha funzionato per qualche minuto; tempo di installarla, e i giovani si arrampicarono e la girarono verso lo stesso muro. Poi, certo, diranno che ci sarà il nuovo metrò. A dieci metri, su viale Fulvio Testi, sta sorgendo una delle stazioni della linea 5. Il questore Vincenzo Indolfi considera questo posto una ferita, anzi, dice, «un tumore». Ha dato mandato al commissariato di Greco- Turro, guidato da Manfredi Fava, di martellare le «case». Fava ha una squadra di gente da strada, che salta amori e riposi. I risultati ci sono, anche se certe amministrazioni gradirebbero altre operazioni, magari più in centro. Ogni due settimane, comunque, c’è un arresto. Faticoso: i residenti non collaborano, non denunciano. Sottomissione. Terrore. L’abitudine che non prevede scatti, di rabbia o indignazione. La routine di un’esistenza in ciabatte e canottiera.



    Baby-sentinelle e pitbull feroci Il ghetto della cocaina di Milano - Corriere della Sera



    Che schifezza. Tralaltro, ho sempre odiato le case e gli appartamenti popolari occupati e abusivi. Un'ingiustizia per chi ne ha diritto e la società intera.
    troppo lungo da leggere

  5. #5
    Dovahkiin
    Utente cancellato

    Predefinito

    Toh... Ma c'è la mafia pure a Milano?

  6. #6
    Mai più senza FdT RudeMood
    Donna 43 anni
    Iscrizione: 3/2/2009
    Messaggi: 10,246
    Piaciuto: 1043 volte

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    Quote Originariamente inviata da ..TeCk.. Visualizza il messaggio
    troppo lungo da leggere
    -.-°

    Quote Originariamente inviata da drkheart Visualizza il messaggio
    Toh... Ma c'è la mafia pure a Milano?

  7. #7
    Tyler Durden
    Uomo 37 anni
    Iscrizione: 6/10/2007
    Messaggi: 16,094
    Piaciuto: 523 volte

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    esercito attorno attorno armati e ben protetti.. si procede per gradi.. chi vuole entrare nei cellulari con le buone finisce dentro.. chi non vuole entrare con le buone lo si prova a far entrare con le cattive, chi non vuole entrare neppure con le cattive entra nella casa del creatore..
    è l'unica..

  8. #8
    FdT-dipendente
    Uomo 42 anni da Ferrara
    Iscrizione: 8/6/2009
    Messaggi: 1,603
    Piaciuto: 0 volte

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    davvero una gran brutta cosa.
    quanto vorrei vedere ripulite come si deve questi posti grazie all'intervento di polizia, carabinieri, esercito con le buone o le cattive non mi interessa.
    in questi casi è importante solo il risultato di pulizia totale che si deve ottenere alla fine dell'operazione

  9. #9
    FdT-dipendente
    Uomo 37 anni da Bergamo
    Iscrizione: 14/7/2008
    Messaggi: 1,903
    Piaciuto: 0 volte

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    Quote Originariamente inviata da drkheart Visualizza il messaggio
    Toh... Ma c'è la mafia pure a Milano?

    E chi lo ha mai negato?

  10. #10
    Rum e Cocaina Sally
    Donna 40 anni da Carbonia-Iglesias
    Iscrizione: 29/9/2004
    Messaggi: 21,047
    Piaciuto: 91 volte

    Predefinito

    ma quanta gente c'è in tutto? radunare un casino di poliziotti e carabinieri e entrare non si può? cioè li arresti tutti, se ti sparano spari, e soprattutto porti via i bambini di lì, non oso immaginare come cresceranno..

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