L’introduzione è affidata al pianoforte, poi arriva l’Hammond a spargere velluto. In mezzo c’è una spruzzatina rap. Il finale gospel, tirato per le lunghe, è firmato Lorenzo Jovanotti che canta dolcemente «Domani è già qui...». Non è stato facile per Mauro Pagani, ex componente della Pfm e ora produttore al top, riunire 56 stelle (o quasi) della musica italiana per il progetto «Domani, 21-4-09 Artisti uniti per l’Abruzzo». Un video, ma soprattutto una canzone, registrata in 24 ore, il 21 aprile appunto, nei bensuonanti studios milanesi «Officine Meccaniche». Brano che, occorre dirlo, sfida gioiosamente le regole della radiofonia italiana. I sei minuti e 36, sono un affronto al ritmo tachicardiaco del dj moderno sempre allegro e di fretta. Conduttore radiofonico che già dalle 3,30 della notte passata, a un mese esatto dalla prima devastante scossa, programmerà - bontà sua - il lodevole tormentone. Un progetto sulla scia di «Musicaitalia per l’Etiopia», 1986, e dell’apripista «Usa for Africa» di un anno prima dove Quincy Jones domava belve scatenate come Michael Jackson, Cindy Lauper e Bruce Springsteen. Qui Pagani ha avuto vita facile e collaborazione illimitata. Impossibile citare tutti i presenti, ma ci sono - oltre a Lorenzo e all’autore Pagani -, gli Afterhours, Claudio Baglioni, Franco Battiato, Ligabue, Morgan, Negramaro, Gianna Nannini, Laura Pausini, Piero Pelù, Ron, Massimo Ranieri, Antonella Ruggiero, Roberto Vecchioni, Antonello Venditti e Zucchero che fa lo straniero. C’è anche Albano Carrisi, protagonista di un acuto che ha messo fuori uso per un paio d’ore la consolle digitale.
I soldi raccolti dalla vendita del cd (dal 15 maggio nei negozi a 5 euro e dall’8 in tutti gli store digitali) serviranno a finanziare la ricostruzione e il consolidamento del conservatorio Alfredo Casella e della sede del teatro stabile d’Abruzzo all’Aquila. Si punta, senza modestia, al milione di copie. Poi, nel caso, c’è sempre tempo per inserirla in una compilation estiva. Chissà.
Pagani racconta l’evolversi di un miracolo che presto verrà raccontato in un libro fotografico. «Come chiamare, del resto, la riunione “pacifica” di tante stelle che hanno detto subito di sì e che per una notte sono ridiventate amiche? - racconta -. Potenza della nostra musica che per una volta ha fatto vedere di che pasta è fatta. Abbiamo cercato di dimostrarci all’altezza della situazione e, forse, dei tanti volontari che si sono sacrificati in Abruzzo». È stata una giornata unica, un po’ strana, «Al Bano che tenta di sfasciarmi il mixer, Battiato mansueto più che mai, la registrazione miracolosamente sfuggita alla saturazione, davvero un miracolo. E poi c’erano cantanti che non si parlavano più da un decennio che improvvisamente hanno ripreso a parlarsi. Sembrava quasi una manifestazione di pace, mancavano solo gli striscioni arcobaleno». Se potesse pagare per ridare quello che la gente ha perduto lo farebbe, ma è impossibile: «Sarei disposto a tutto pur di ridare l’odore delle camere da letto che in molti hanno perso per sempre. Datemi un tasto rewind». Parole magnifiche che toccano i presenti. Anche Jovanotti, che si asciuga le lacrime e racconta: «Il progetto nasce dalla voglia di fare qualcosa, intervenire personalmente con una canzone, siamo solo musicisti. C’è un giorno della nostra storia in cui 56 artisti si sono incontrati per fare una cosa meravigliosa. Quel giorno è il 21 aprile 2009». Jovanotti non accenna a chi invece non avrebbe accettato l’invito, come - secondo indiscrezioni - Biagio Antonacci, Eros Ramazzotti, Renato Zero e Fiorella Mannonia - che pure erano a Milano in quei giorni. Tanta abbondanza d’arte non crea però accozzaglia. «Ognuno ha dato un tocco senza distruggere l’armonia del brano - chiude Lorenzo - che è rimasta miracolosamente intatta». Abbondanza che imbarazza però Giuliano Sangiorgi dei Negramaro: «Venditti che si accontenta di pochi secondi, Battiato che dice “prendete quello che più vi piace del mio passaggio, non ci sono problemi”, non ci posso credere, ho vissuto un sogno».
Seduta tra il pubblico della sala A della Rai a via Asiago a Roma c’è un’elegantissima Caterina Caselli in rosso, che patrocina l’operazione per conto della sua Sugarmusic e che ha ottenuto spazi pubblicitari per un milione di euro: «Per una volta non ho visto cani sciolti, ma un gruppo unito che ha dato il cuore. Spero si possa replicare». Applausi per tutti: niente a che vedere con quelli, fuori luogo, dei funerali.