TORINO - "Sono stati fatti tutti i passi necessari per l'accordo" dice il presidente Usa Barak Obama. Passi che hanno portato all'intesa tra Fiat e Chrysler. Con l'industria di Detroit che sarà sottoposta ad una bancarotta chirurgica di 30/60 giorni e con la Fiat che fa il suo ingresso, in modo marcato, nel mercato americano dell'automobile. "La Fiat ha dimostrato di saper costruire l'auto pulita del futuro ed è l'unica possibilità di salvezza - dice Obama - .Oggi ci sono forti chance di successo. Questa alleanza salverà 30mila posti di lavoro: Chrylser emergerà più forte e competitiva". Grande anche la soddisfazione alla Fiat.
"E' un momento storico" commenta l'ad torinese Sergio Marchionne.
Per Obama la Chrysler è certamente "un'icona dell'industria automobilistica americana", alle prese, però, con un presente difficilissimo: "Per anni era un pilastro, solo che quel pilastro si era indebolito". Per sanarlo serviranno l'intervento del governo Usa, la Fiat ("che si è impegnata trasferire miliardi di dollari di tecnologie di avanguardia a Chrysler") e una bancarotta "veloce ed efficiente" con il governo americano che fornirà a Chrysler finanziamenti per alcuni miliardi di dollari. Scongiurati i tagli di posti di lavoro e la chiusura degli stabilimenti. La casa torinese, che inizialmente avrà una quota del 20% (che potrebbe salire al 51% nel 2013), sceglierà tre membri del board al governo mentre Chrysler ne avrà sei. Infine il Lingotto non potrà assumere la maggioranza della società di Detroit fino a quando non sarà stato ripagato il debito.
Poco prima dell'annuncio di Obama un funzionario della Casa Bianca aveva spiegato come la bancarotta "non fosse la soluzione preferita", ma la mancanza di un accordo con i piccoli creditori l'ha resa necessaria. "Il United Auto Worker e le grandi banche hanno accettato molti sacrifici. Nonostante questo non siamo stati in grado di raggiungere un accordo" con tutti i creditori, spiega il funzionario. E, senza citarli, Obama si è rivolto, criticandoli, proprio a loro. A quei "creditori che non hanno accettato di fare sacrifici. Cosa che sindacati e lavoratori hanno fatto".
Dopo l'accordo Obama si è lasciato andare all'ottimismo, dicendosi fiducioso sulla "ricostruzione dell'intera economia americana". Rilanciando l'orgoglio nazionale: "Comprate americano".
Fiat-Chrysler, l'accordo è fatto Obama: "Insieme verso il successo" - economia - Repubblica.it