E' stata restituita dietro pagamento di un riscatto la megapetroliera saudita "Sirius Star", intercettata e sequestrata da pirati somali il 15 novembre scorso a 450 miglia a sud-est di Mombasa. Dopo 55 giorni di tratttative si chiude quindi uno dei sequestri più eclatanti della storia della pirateria mondiale. A cominciare dall'azione audace e imprevedibile con cui la Sirius Star era stata sequestrata: quattro potenti motoscafi dei bucanieri del Corno d'Africa avevano circondato e poi assaltato questo bestione del mare, lungo 330 metri e con un carico di due milioni di barili di greggio destinati a un terminale dei Caraibi.
L'annuncio della soluzione della vicenda è stato dato da Mohamed Said, uno dei capi dei pirati, arroccati nella baia di Eyl, sulla penisola del Puntland, la regione estrema del Corno d'Africa, là dove l'Oceano Indiano piega a ovest e apre il Golfo di Aden. "Tutti i nostri uomini hanno abbandonato la Sirius Star - ha detto Said via telefono satellitare - La nave è stata dissequestrata e i 25 uomini di equipaggio sono in libertà".
L'ammiraglia delle petroliere è stata vista riprendere il largo e allontanarsi dalle coste somale, all'altezza del piccolo villaggio di Harardhere, dove era rimasta all'ancora per quasi due mesi. Una conferma è arrivata anche da Andrew Mwangura, coordinatore del programma Sap di assistenza ai naviganti nell'Africa orientale. Mwangura ha precisato che la petroliera è "in lenta navigazione".
Analoga conferma è giunta anche dal ministro del Petrolio di Riad che ha seguito in tutte queste settimane le trattative tra la società propietaria della nave, la compagnia Aramco, e i pirati: "La nave - ha affermato - è salva".
La svolta nelle trattative è arrivata giovedì pomeriggio. Ma solo oggi, attorno a mezzogiorno, è stato annunciato il rilascio. L'iniziale richiesta di riscatto di 30 milioni di dollari sarebbe scesa a tre. Il valore della megapetroliera era stato stimato in 185 milioni e quello del carico in cento milioni. Una volta ottenuto il denaro, in contante, i 20 pirati che erano a bordo si sono allontanati e si sono diretti a terra. Qui erano attesi da potenti jeep che li hanno raccolti e trasferiti nelle regioni centrali della Somalia.
Nelle mani dei pirati restano ancora una decina di mercantili, oltre a 120 uomini di equipaggio. La presenza della flotta militare internazionale nell'oceano Indiano, guidata da un ammiraglio statunitense, ha spinto alla cautela gli oltre diecimila pirati che infestano le coste somale. Entrata in attività dai primi giorni di quest'anno, la nuova task force antibucanieri, costituita da navi dei principali paesi europei, oltre a canadesi, iraniani, indiani e cinesi ha fatto diminuire di numero gli abbordaggi. Anche se si teme che sia cambiata solo la strategia e che gli assalti continueranno.