L’annuncio due anni fa, ora finalmente, dopo l’ok del Comitato etico sembra che sia arrivato il momento: entro qualche mese, partirà anche in Italia la sperimentazione del vaccino anticocaina. Si chiama Ta-Cd, il principio è semplice: la molecola base del vaccino impedisce che lo stupefacente raggiunga i recettori del cervello accendendo gli ormoni del piacere.
Lo ha spiegato oggi, al convegno romano sull’emergenza cocaina. il direttore del Dipartimento nazionale per le Politiche antidroga, Giovanni Serpelloni.
«Il vaccino anticocaina - diceo Serpelloni - va portato avanti, perchè può essere uno strumento che si aggiunge al supporto psicologico, che resta tuttora l’unico in grado di contrastare il consumo». Il vaccino, ha aggiunto, «non può essere la panacea, ma è una risorsa e occorre sperimentarlo. Non ci possono essere ostacoli ideologici. Si tratta di una sperimentazione assolutamente corretta».
Il consumo di droga - dicono le statistiche, dopo gli incidenti sulla strada, e la seconda causa di morte nei giovani italiani tra i 15 e i 18 anni. Serpelloni, tuttavia, boccia senza appello test fai-da-te e nelle scuole. E ricorda che gli esami possono essere effettuati anche nei servizi pubblici per le dipendenze, dove c’è personale medico e specialistico «fondamentale per poter affrontare al meglio i casi di tossicodipendenza giovanile». «È quindi estremamente importante - gli fa eco il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi,- che i genitori siano a conoscenza della possibilità di far fare il drug test ai loro figli anche nei Sert».
Da una ricerca condotta in 25 città italiane, intervistando 3.409 persone di età compresa tra 15 e 50 anni, emerge un identikit dettagliato di chi diventa dipendente dalla polvere bianca: il consumatore, anche occasionale ha mediamente un reddito più alto di quelli che usano altre sostanze (1.120 euro contro, ad esempio, i 740 euro di chi consuma alcol). Chi ne diventa dipendente, ovvero ne fa un uso continuativo, ha solitamente disponibilità economiche elevate - oltre 2 mila euro al mese - e una bassa percezione del rischio”.
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cosa ne dite, forse una soluzione al problema si è trovata?