Giornalisti, incubo all'esame
Computer in tilt: è il panico in sala
Doveva essere un'innovazione tecnologica che avrebbe aperto un'epoca. L'introduzione del computer, che ha sostituito la macchina per scrivere all'esame di giornalismo, si è invece trasformata in un vero e proprio incubo per i 500 candidati che venerdì si sono presentati all'hotel Ergife di Roma. E che dopo ore di lavoro, alle 18 sono stati costretti a ricominciare tutto daccapo. Con la biro. Perché i computer erano andati tutti simultaneamente ko.
La prova scritta, fin da quando è stata istituita, si è sempre svolta utilizzando la macchina per scrivere portatile, quella stessa Lettera 22 resa famosa da Indro Montanelli e dalle sue corrispondenze dal fronte. Nell'ultimo decennio, però, da più parti, e sempre più insistentemente, si è levata la richiesta di modernizzare anche l'esame di Stato per i giornalisti: la macchina per scrivere è infatti ormai un cimelio storico, e coloro che sono in grado di usarla sono talmente pochi che, durante l'esame, anche la semplice uscita del nastro telato dalle guide (e chi ha imparato a usare una tastiera usando la macchina per scrivere sa che si tratta di un incidente particolarmente frequente) si trasformava una tragedia.
Così, finalmente, a settembre si è tenuta la prima sessione d'esame completamente informatizzata: in pensione le macchine per scrivere, sui banchi della prova d'esame sono arrivati i pc portatili: naturalmente "bloccati" ad hoc tramite un sistema operativo proprietario che disabilita le connessioni di rete e l'uso del disco fisso, in modo da impedire qualsiasi tentativo dei candidati di "copiare". Nessun problema per la sessione di settembre, dunque: sembrava proprio che l'introduzione del computer avesse aperto una nuova epoca, dando ai praticanti alle prese con l'esame gli stessi strumenti che utilizzano quotidianamente nelle redazioni invece di pezzi d'antiquariato.
E invece venerdì ecco che la tecnologia ha provocato una catastrofe alla quale nessuno era preparato. Perché intorno alle 17, a pochi minuti dalla scadenza dei termini per la consegna degli elaborati, tutti i computer sono andati in tilt, cancellando irrimediabilmente (tranne che a pochi fortunati) tutto il lavoro svolto: il tema, la sintesi, le domande... tutto trasformato nuovamente in elettroni liberi.
Ed ecco che si è scatenato il panico generale: i commissari hanno invitato i candidati a ricominciare daccapo, invitandoli a scrivere a penna per evitare di perdere nuovamente tutto nel caso di un nuovo ko dei sistemi informatici, e a quel punto è scoppiata la bagarre. Candidati provenienti da ogni angolo d'italia rimasta a piedi dopo aver perso l'ultimo treno o l'ultimo aereo per casa, uomini fatti in lacrime dopo aver perso l'elaborato nei meandri della memoria del computer magari per ben due volte; incomprensioni con i pochissimi (10 per 500 persone) tecnici informatici disponibili, urli, grida, pianti, svenimenti...
Scene apocalittiche, in mezzo a una confusione mai vista prima in un esame di Stato, con alcuni candidati costretti a fermarsi fino alle 23 per rimettere insieme i pezzi di elaborati dei quali non era rimasta alcuna traccia sulla penna usb che, fornita dall'Ordine quale parte del sistema operativo d'esame, avrebbe dovuto salvare automaticamente l'elaborato ogni 50 caratteri. E invece niente, tutto perso.
Minacce di ricorsi al Tar, candidati che a un certo punto se ne sono andati stremati senza consegnare l'elaborato, polemiche, persone distrutte all'uscita dall'Ergife. E ora, naturalmente, è il momento delle polemiche: perché la prova d'esame potrebbe essere annullata, ma in questo caso a rimetterci sarebbero proprio i candidati, costretti a sottoporsi un'altra volta a un esame che hanno già dato. E se invece gli elaborati saranno considerati validi, qualcuno potrebbe rischiare di essere bocciato non già perché non era preparato, ma perché al secondo, al terzo rifacimento la serenità va a farsi benedire e la concentrazione pure.
"Ci sono state - spiega il deputato romano del Pdl-An Fabio Rampelli, che ha preannunciato un'interrogazione parlamentare sull'accaduto - alcune centinaia di candidati arrivate da tutta l'Italia trattenute oltremodo a causa dei pesantissimi disservizi gestionali, costrette a lavorare in condizioni disperate. C'è stato chi ha avuto addirittura crisi di pianto, chi ha dovuto elaborare pezzi e sintesi a penna a causa di computer non formattati, chiavette elettroniche non funzionanti. Respingiamo qualsiasi ipotesi di annullamento della sessione perché in tal modo si penalizzarebbero i candidati due volte. Ci auguriamo che l'Ordine nazionale dei giornalisti sappia trovare le adeguate soluzioni. Resta da scoprire come la Consip, che ha ricevuto l'appalto per la gestione infomatizzata dell'esame, abbia organizzato l'appuntamento. E' evidente che non c'è stata nessuna programmazione né prevenzione degli eventuali disservizi. A tutti i candidati, la nostra solidarietà e vicinanza".
Pesante anche il commento dell'associazione di giornalisti Lettera 22: "Come mai l'Ordine dei giornalisti e la Federazione nazionale della stampa non raccontano cosa è accaduto ieri all'hotel Ergife di Roma e non spiegano ai 521 colleghi che hanno sostenuto la prova di idoneità professionale quale sarà il loro destino? Ci sembra che oggi imperi il silenzio da parte degli organismi direttivi dei giornalisti, a fronte di molte domande che arrivano dai colleghi che ieri, dopo 20 anni, hanno affrontato per la prima volta (dopo una prova a truppe ridotte, nel settembre scorso) l'esame di idoneità con il computer. Purtroppo la situazione è degenerata, a causa di gravissimi problemi tecnici".
"A quanto ci dicono - spiega Lucilla Parlato, del direttivo di Stampa romana - sono risultate difettose più di duecento tra le 'pen drive', le pennette Usb utilizzate dai candidati per memorizzare il pezzo e poi stamparlo. Alle 17 è stato dato l'annuncio ufficiale che qualcosa non stava funzionando nella sala dove si svolgeva l'esame. A quel punto è scoppiato il caos".
"Al momento di stampare l'elaborato con la pennetta - racconta Daniele Petraroli, del direttivo di Stampa romana, che ha raggiunto l'Ergife per verificare quanto stava accadendo - ad alcuni colleghi risultava cancellato tutto. A molti non è stato possibile recuperare quanto scritto e ci sarebbero addirittura una cinquantina di persone che hanno ricopiato la prova a penna, consegnandola così. Altri hanno iniziato a riscrivere sintesi, tema e questionario alle 18".
"Ordine e Federazione - chiede quindi Lettera 22 - oltre a esigere immediate spiegazioni dalla Consip, prendano urgentemente una posizione sull'accaduto per evitare ai colleghi che ieri si sono trovati in quell'inferno la doppia beffa di vedersi invalidato l'esame".