Tatuaggi, è l'ora della crociata "Sono troppi e pericolosi"
PERICOLOSI e ormai anche fuori moda. È partita la crociata ai tatuaggi, troppi in tutto il mondo. Sui corpi dei calciatori e su quelli delle star, ma anche sui ragazzi comuni. In Europa a lanciare la guerra ai tatuaggi è una squadra di calcio come il Real Madrid. I giocatori non potranno più farsi disegnare sul corpo senza il permesso della società. A convincere il presidente Ramón Calderón a imporre la stretta è stato lo staff medico della squadra, per cui "i tatuaggi sono un focolaio di infezioni" e quindi "possono pregiudicare la salute dei calciatori". È un fatto d'igiene e niente di più, spiegano a Madrid. Ma il veto spagnolo, il primo nel tatuatissimo mondo del pallone, è solo l'ultima battaglia in una guerra contro ago e inchiostro che si combatte in tutto l'Occidente.
In Italia sono i Comuni ad avere introdotto limiti e divieti: a Bologna da maggio chi fa un tatuaggio a un minorenne senza l'autorizzazione dei genitori rischia una multa da 80 a 500 euro. Anche qui si tratterebbe "solo di ragioni igieniche, nessun pregiudizio estetico", come precisa il sindaco Sergio Cofferati. E intanto le poste di Bolzano hanno mandato a casa un postino tatuato "perché avrebbe potuto intimorire i destinatari delle lettere". La rinuncia ai tatuaggi può anche essere un modo per evitare di farsi uccidere: gli Stati Uniti hanno vietato ai soldati in Iraq e Afghanistan di mostrare avambracci disegnati durante le missioni, "per non offendere la sensibilità islamica". E l'esercito italiano "sconsiglia" di farsi addosso scritte, anche sotto la divisa, per ragioni di decoro. Ma l'impressione è che nel rifiuto dei tattoo ci sia sempre dell'altro: semplicemente, non se ne può più.
Quattro tatuati su dieci non riescono a guardarsi allo specchio, lo dice una ricerca del dipartimento di chirurgia plastica dell'ospedale San Filippo Neri di Roma. E il primario Maurizio Valeriani spiega: "In Europa ci sono otto milioni di tatuati, era prevedibile che ci sarebbe potuto essere un rigetto". E allora sotto col laser. Interventi chirurgici che costano dieci volte tanto rispetto ai disegni che vogliono far sparire: per cancellare una piccola scritta pagata 50 euro se ne spendono anche 500. E mentre dalla Gran Bretagna arriva la crema che stimola l'organismo a rigettare l'inchiostro, Giuseppe Serra, presidente dell'associazione dei tatuatori, ammette: "In Italia sono tatuati il 30 per cento dei giovani fra i 18 e i 30 anni, sono troppi. E spesso i disegni sono fatti male".
Cancellare i tatuaggi è anche una moda, che ha il suo epicentro negli Stati Uniti: la cantante Britney Spears ha speso 2mila dollari per farsi togliere dal collo la scritta "Kabbalah" e l'attore Charlie Sheen ha chiesto al chirurgo di pulirgli tutto il corpo, pare su pressioni della fidanzata. E ancora: l'attrice Eva Longoria ha fatto sparire da un polso la data del suo matrimonio e la cantante inglese Mel C, ex Spice Girl, ha sborsato 10mila sterline per fare rimuovere dal chirurgo dieci disegni fatti "in un periodo di depressione e anoressia da dimenticare". Nel mondo dei televip italiani il tatuaggio in qualche modo sembra ancora resistere, nello sport e nello spettacolo: da Marco Materazzi ad Antonio Cassano, da Simona Ventura a Michelle Hunziker fino a Lapo Elkann, l'Italia da rotocalco non si arrende. Francesco Facchinetti, in arte Dj Francesco, invece ha detto basta: "I tatuaggi nemmeno li conto più - dice - ho fatto del mio corpo un diario, ci ho scritto e disegnato di tutto per anni". Poi ha deciso di fermarsi: "Adesso non ne faccio più, ho già dato". repubblica
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