Alcol e sigarette, niente crisi
Chi fa affari d'oro in tempi difficili
La recessione incombe sull'economia del pianeta, il caro-petrolio mette le ali ai prezzi, l'alto costo del denaro appesantisce le rate dei mutui, eppure pare proprio che, dovunque nel mondo, i consumatori non rinuncino al superfluo. Ai piccoli piaceri come dolci, alcol, sigarette. A dimostrarlo ci sono i buoni conti delle società attive in questi settori.
Si tratta proprio delle aziende di tabacco, alcolici, dolci, che non stanno vivendo momenti drammatici come altri.
Eppure la crisi dei mutui subprime, che ha piegato le grandi istituzioni bancarie e i listini delle Borse mondiali, sta penalizzando l'economia a livello mondiale. Tutti dobbiamo fare i conti con prezzi delle bollette e della benzina in continua ascesa, e con rincari che colpiscono soprattutto i generi di prima necessità, pasta e pane in testa. I corsi azionari di banche e istituzioni finanziarie sono in calo da un anno, cioè da quando è scoppiata questa crisi che pare senza fine. Come può essere che, nonostante questo, alcune società continuino a macinare profitti? Sembra proprio che i consumatori, pur rendendosi conto che il potere d'acquisto dei loro stipendi è sempre più basso, "aggiustano" le loro spese in modo da non doversi privare dei piccoli piaceri di ogni giorno.
A BIRRA E TABACCO NON SI RINUNCIA, MEGLIO UNA PIEGA IN MENO DALLA PARRUCCHIERA
Fra le società che, a dispetto della crisi in atto, continuano a crescere, c'è Anheuser-Busch, il primo produttore di birra americano che fra i suoi marchi annovera Budweiser. Nonostante i timori relativi all'aumento dei costi e delle materie prime, la società ha mostrato un rafforzamento dei profitti negli ultimi trimestri e continua a valutare un possibile aumento dei prezzi per Budweiser e Bud Light. Analogo il discorso per Carlsberg, che nel secondo trimestre ha evidenziato un incremento dell'utile netto del 36% grazie all'aumento delle vendite in Europa dell'Est e in Asia.
"Preferisco spendere 4 o 5 dollari per una buona birra, invece che 3 per l'acqua in bottiglia", spiega K.B., un'americana del Michigan, spiegando che è meglio rinunciare a cose superflue, quali un'acconciatura del parrucchiere, piuttosto che a una birra in compagnia. Diageo, il maggiore produttore e distributore al mondo di alcolici (che vanta marchi fra i quali Johnnie Walker, Smirnoff), prevede che l'attività del whisky continuerà a crescere almeno dell'8-9% l'anno, grazie alla domanda dei Paesi emergenti in Asia e America Latina. Constellation Brands, la maggiore società al mondo di vino per volume, ha chiuso il primo trimestre con vendite in aumento del 35% in Nord America.
Gli affari sembrano procedere a gonfie vele anche per le società di tabacco. Philip Morris ha chiuso il secondo trimestre con profitti in aumento del 23% e ha aumentato le previsioni di crescita per il 2008, spiegando di non essere colpita dalle pressioni inflazionistiche così come altri prodotti del gruppo. British American Tobacco ha registrato nel primo trimestre un aumento del 15% dei profitti, grazie all'aumento dei prezzi che comunque non ha penalizzato le vendite.
Ma drink e sigarette non sono le uniche vie attraverso le quali i consumatori cercano sollievo in un periodo di crisi economica. Ci sono infatti anche i dolci: le vendite della Cadbury sono aumentate del 7,3% nella prima metà dell'anno. In forte aumento anche le vendite di Hershey nei primi sei mesi dell'anno, che ha riconfermato le previsioni di crescita per l'anno.