Rimpastavano formaggi avariati, contaminati addirittura da muffe, plastiche, ferro ed escrementi di topo, per rivenderli a discount ed anche marchi della grande distribuzione di mezza Europa. È la maxitruffa alimentare sgominata dalla Procura della Repubblica di Cremona in collaborazione con la Guardia di Finanza, che ha portato all'arresto di 3 persone, alla denuncia e sospensione dal servizio di altre 3 e a decine di denunce. Complici dell'organizzazione, che ritirava i formaggi avariati, li “lavorava”, e li rivendeva talvolta perfino alle stesse ditte fornitrici della materia prima, anche alcuni uomini della Asl di Cremona che omettevano o preannunciavano i controlli.
A capo dell'organizzazione ci sarebbe un imprenditore siciliano che si serviva di 4 stabilimenti per riciclare gli scarti alimentari. E tra i suoi clienti (ma le indagini appureranno se si dovrà parlare di vittime) - secondo il quotidiano la Repubblica, in edicola oggi - figurano marchi come Galbani, Granarolo (che smentisce decisamente qualunque coinvolgimento), Cademartori, Brescialat, Nedeghini, Igor, Centrale del latte di Firenze, Frescolat, Euroformaggi, Mauri, e Prealpi.
Galbani, tra l'altro, è il marchio maggiormente coinvolto: sia come fornitore che come acquirente.
L'indagine è partita a novembre 2006, quando gli uomini delle fiamme gialle fermarono un Tir il cui carico aveva un odore nauseabondo. Di li a poco i controlli nei 4 stabilimenti incriminati, e le intercettazioni telefoniche che hanno permesso di ricostruire l'intera organizzazione, il cui giro d'affari è stimato in svariati milioni di euro.
Formaggi avariati, maxitruffa scoperta a Cremona - IL SALVAGENTE - quotidiano on-line dei consumatori