20 Aprile 1999,America,Littleton Colorado alla Columbine high school ore 10.00.
Dopodomani saranno passati esattamente 9 anni da quando due studenti sono entrati nella scuole e hanno ucciso 20 persone che avevano la sola colpa di essersi trovato nel momento sbagliato al posto sbagliato.
Tale fatto è ritenuto il più sanguinoso episodio di violenza scolastica nella storia degli Stati Uniti dopo quello della Bath school (1927) e, successivamente, del Virginia Tech (2007).
Ma andiamo per ordine...
I primi segnali della strage potevano essere intravisti già nel 1996,in quel periodo Eric Harris (uno dei due killer) aveva creato un sito su AOL,inizialmente serviva per ospitare alcuni livelli del videogioco Doom.Verso la fine di quell'anno però sul sito apparivano cose inusuali;il ragazzo scriveva minaccie di morte agli studenti e agli insegnanti della Columbine high school e un elenco dei problemi creati insieme a Dylan Klebold il secondo killer nonchè suo migliore amico.Nel sito erano presenti anche molte frasi che Harris aveva scritto a proposito del suo odio verso la società e del suo desiderio di uccidere chi lo infastidiva.
Il 30 gennaio 1998 Eric Harris e Dylan Klebold furono arrestati perché trovati in possesso di pezzi per computer rubati da un furgone.
Entrambi presero parte ad un'udienza in tribunale, dove un giudice decise, in base alla loro mancanza di giudizio morale, che avrebbero avuto bisogno di aiuto psichiatrico. Harris e Klebold evitarono un procedimento legale partecipando a lavori utili alla comunità al centro ricreativo giovanile locale. Qualche settimana dopo si scusarono per il furto ottenendo così il totale sconto della pena.Si pensa che, poco dopo la fine delle cure psichiatriche, nell' aprile 1998, Harris e Klebold cominciarono ad organizzare il futuro attacco come forma di vendetta, in quanto la coppia si sentiva "in guerra" contro la società e provava un bisogno di rivalsa nei confronti di coloro che odiava.
Durante la cura psichiatrica a Harris fu prescritto il farmaco antidepressivo Zoloft. Poco tempo dopo Harris ammise di avere pensieri suicidi e omicidi nei confronti dei genitori.
Qualche analista sostenne in seguito, che proprio questa cura contribuì in buona parte alle azioni di Harris, argomentando che gli effetti collaterali di queste droghe includono una crescita di aggressività, perdita del sentimento del rimorso, depersonalizzazione e sindromi maniacali.Pare esista una correlazione tra gli episodi di "sparatorie scolastiche" - il cui decorso medico è stato reso pubblico e l'uso o la recente interruzione di questi tipi di cura.
Poco dopo l'udienza in tribunale, il blog di Harris scomparve e il sito ritornò alla sola funzione originale di proporre livelli per il videogioco Doom. Probabilmente il blog scomparve proprio perché Harris aveva intuito che la madre di Brooks Brown vi aveva letto le minacce al figlio e aveva avvisato le autorità. Harris iniziò allora a scrivere i suoi pensieri e i suoi piani in appunti cartacei. Tuttavia continuò ad aggiornare una sezione del suo sito sui suoi progressi nel collezionare armi e nel costruire bombe. America Online cancellò permanentemente dai suoi server il sito, quando la sua esistenza divenne nota al grande pubblico.
Durante i mesi precedenti alla sparatoria, Harris e Klebold si procurarono due armi da fuoco da 9 mm e due fucili a pompa calibro 12, comprati nel dicembre 1998 usando come intermediaria un'amica, Robyn Anderson, già maggiorenne e particolarmente vicina a Dylan.I due comprarono poi una pistola da un amico, Mark Manes, arrestato qualche mese dopo il massacro per aver venduto l'arma ad un minorenne, insieme a Philip Duran, colpevole di aver portato i due ragazzi da Mark per la vendita.
20 APRILE 1999
Il 20 aprile 1999 mattina alla Columbine sembrava un giorno come tutti gli altri,corridoi affollati di studenti,professori che preparavano le prossime lezioni.
Quel giorno Eric Harris e Dylan Klebold arrivarono alle 11.10 alla Columbine High School in automobili separate. Harris lasciò l'auto nel parcheggio degli Junior e Klebold in quello dei Senior, entrambi in posti non assegnati a loro. Da queste posizioni, i due avevano un'eccellente vista sull'entrata della mensa e potevano controllare una delle uscite principali dell'edificio. Poco prima di arrivare alla Columbine, Harris e Klebold avevano posto in un campo poco distante dalla scuola una piccola bomba che avrebbe dovuto detonare alle 11:14 creando un diversivo per il personale di emergenza. L'ordigno esplose solo parzialmente, causando un piccolo incendio subito spento dai pompieri.
Alla Columbine, i due si incontrarono vicino alla macchina di Harris e armarono due bombe al propano da 9 kg. Poco prima dell'arrivo degli studenti, la coppia entrò nella mensa e vi piazzò borse contenenti ordigni; ogni bomba doveva esplodere alle 11:17 circa.
Nel momento in cui entrarono nella sala, il custode stava sostituendo la cassetta della videocamera a circuito chiuso, che non registrò quindi i due intenti a piazzare le bombe. Comunque, quando la nuova cassetta cominciò a registrare furono ben visibili le borse contenenti le bombe, che avevano abbastanza potere detonatore da distruggere l'intera mensa e far crollare la vicina biblioteca.
Piazzate le bombe alla mensa, entrambi tornarono alla propria auto in attesa delle esplosioni, in quanto avevano pianificato di aprire il fuoco contro gli studenti che scappavano dalle uscite principali in preda al panico ma le bombe non esplosero.
Quando i due compresero che gli ordigni non erano esplosi si incontrarono nuovamente vicino all'auto di Harris e armati di tutto punto si diressero verso la mensa.
Salirono poi in cima alle scale dell'entrata ovest, il punto più alto del campus. Questa era una posizione favorevole: l'entrata laterale della mensa era alla base delle scale, l'entrata ovest era alla loro sinistra e i campi sportivi alla loro destra.
Alle 11.19 un testimone sentì Eric Harris urlare:
VIA,VIA!
In quel momento i due estrassero i loro fucili a pompa e cominciarono a sparare sui compagni di scuola. Rachel Scott e Richard Castaldo, che erano seduti su una collinetta d'erba a fianco dell'entrata ovest della scuola, furono colpiti e feriti gravemente. Uno dei due ragazzi, vista la Scott muoversi, sparò ancora alla ragazza, uccidendola. Non è chiaro né chi sparò per primo né chi uccise Rachel.
Queste voci sono state smentite da Richard Castaldo che ha dichiarato che i due non parlarono con loro né prima né durante la sparatoria.
Dopo la prima sparatoria, Harris si tolse il giubbotto di pelle e tirò fuori la carabina semi-automatica, dirigendosi verso la scalinata ovest. Daniel Rohrbough e due suoi amici, Sean Graves e Lance Kirklin, stavano salendo la scalinata. Colpito al petto, Rohrbough cadde sopra a Graves; un proiettile bucò un piede di Sean. La coppia rivolse allora i suoi spari verso Kirklin, che era in piedi di fronte a loro. Tutti e tre gli studenti caddero per terra feriti. Harris e Klebold si girarono e spararono verso sud a cinque studenti seduti su una collinetta adiacente alle scale, di fronte all'entrata ovest della scuola. Uno di questi, Michael Johnson, fu colpito ma continuò a correre e scappò. Mark Taylor cadde invece a terra dolorante, fingendosi morto. Gli altri tre scapparono illesi.
Mentre la sparatoria continuava, Sean Graves si alzò e zoppicò giù dalle scale fino all'entrata laterale della mensa, dove collassò di fronte alla porta. Anche Klebold iniziò a scendere gli scalini dirigendosi verso la mensa e nella discesa sparò di nuovo a Lance Kirklin in faccia, ferendolo gravemente. Intanto Daniel Rohrbough cominciò a scendere gli scalini trascinandosi in direzione della base delle scale. Vedendolo, Klebold lo avvicinò e gli sparò nella schiena a distanza ravvicinata, uccidendolo. Il folle continuò poi a scendere la scalinata ed entrò nella mensa, calpestando volontariamente il ferito Sean Graves, steso all'entrata della sala.
Si pensa che Klebold si fosse diretto verso la mensa per capire perché le bombe al propano non erano esplose. Non appena vi entrò, Harris cominciò a sparare giù dagli scalini verso diversi studenti seduti vicino all'entrata, ferendo Anne-Marie Hochhalter non appena provò a scappare. Dopo pochi secondi, Klebold tornò in cima alla scalinata per ritrovarsi con Harris.
I due provarono successivamente a sparare a degli studenti in piedi vicino al campo da calcio, mancandoli. Poi lanciarono tubi bomba nel parcheggio, sul tetto e nella collina a est ma nessuno di questi esplose. Intanto, dentro al campus, l'insegnante Patti Nielson, vedendo cosa stava succedendo, camminò verso l'entrata ovest accompagnata dallo studente Brian Anderson per dire ai suoi due studenti di "smetterla", perché credeva che quello che Harris e Klebold stessero facendo fosse un video per il corso di cinematografia. Appena Anderson aprì la prima porta, i due spararono alla finestra. Anderson si ferì con un pezzo di vetro e la Nielson fu colpita alla spalla da una scheggia. Reagendo per la paura, si rialzò velocemente e corse attraverso il corridorio fino alla biblioteca, dove cominciò ad avvisare gli studenti all'interno invitandoli a nascondersi sotto i banchi e a rimanere in silenzio. Poi chiamò il 911 (numero americano per i casi di emergenza) e si nascose dietro la cattedra della biblioteca. Brian Anderson rimase indietro, intrappolato tra le porte esterne e quelle interne.
Nel frattempo, uno sceriffo della polizia giunto sulla scena cominciò a sparare a Harris e a Klebold, distraendoli dal ferito Brian Anderson che riuscì a scappare e a rifugiarsi in biblioteca, dove si infilò in una stanza del personale. Harris sparò dieci colpi allo sceriffo, che fu così costretto a chiamare altre pattuglie via radio. Quando la sua arma si ruppe, Harris corse dentro la scuola insieme a Klebold.
I due procedettero sparando fuori dalla finestra verso l'entrata est della scuola. Dopo aver percorso il corridoio diverse volte, sparando a chiunque vedessero (ma senza ferirne nessuno), tornarono indietro verso l'entrata ovest e si diressero verso il corridoio della biblioteca.
Mentre la sparatoria continuava, l'insegnante Patti Nielson era al telefono con il servizio di emergenza, raccontando la sua esperienza mentre cercava di far nascondere gli studenti sotto i banchi.Prima di entrare, i due, dalla scalinata del corridoio sud, lanciarono all'interno della mensa due tubi bomba che esplosero entrambi (una delle due esplosioni fu ripresa dalla telecamera a circuito chiuso). Un altro ordigno fu gettato nel corridoio della biblioteca e anch'esso esplose danneggiando alcuni armadietti. Alle 11:29 i due assassini entrarono nella biblioteca dove cinquantadue studenti, tre addetti alla biblioteca e la signora Nielson si stavano nascondendo sotto i banchi e dentro alcune stanzette circostanti.
Appena entrato, Harris sparò ad un espositore di vetro che si trovava dall'altra parte della sala, ferendo lo studente Evan Todd che si stava nascondendo in quel luogo. Harris gridò a tutti di alzarsi così forte che poté essere sentito sulla telefonata al 911.
I due poi si spostarono dall'altra parte della biblioteca, verso due file di computer. Evan Todd utilizzò questo tempo per nascondersi dietro alla cattedra mentre Kyle Velasquez si sedette nella fila nord di computer senza nascondersi sotto il banco. Klebold gli sparò per primo, colpendolo alla testa e alla schiena e uccidendolo sul colpo. Dopo gli spari i due killer appoggiarono le loro borse piene di munizioni e cominciarono a ricaricare le loro armi, prima di camminare verso la finestra guardando la scala all'esterno che in precedenza avevano attraversato. Vedendo la polizia che evacuava gli studenti, cominciarono a sparare fuori dalla finestra, provocando l'immediata risposta dei poliziotti.
Harris prese il suo fucile a pompa e camminò verso la fila di computer, sparando sotto il primo banco senza guardare chi ci fosse sotto. Lo sparo uccise Steven Curnow. Poi colpì sotto il banco a fianco, ferendo Kasey Ruegsegger.
Successivamente Harris si girò verso il tavolo successivo nei cui pressi sedeva la studentessa Bree Pasquale. Il ragazzo le chiese se voleva morire e lei rispose con una supplica. I testimoni raccontano che Harris rimase disorientato da questo gesto, ma è più probabile che il suo blocco fosse dovuto al dolore per la ferita al naso che sanguinava copiosamente. In seguito, mentre Harris sbeffeggiava la Pasquale, Patrick Ireland approfittò della situazione per praticare il primo soccorso ad uno dei feriti vicino a lui. Klebold, vedendolo, gli sparò due volte alla testa e una volta ad un piede (questo sparo fu così violento da togliergli la scarpa). Cadde a terra privo di conoscenza, ma ancora vivo.
Successivamente, Klebold camminò verso un'altra fila di tavoli, scoprendo Isaiah Shoels, Matthew Kechter e Craig Scott (tutti popolari atleti a scuola, l'ultimo dei quali era il fratello di Rachel Scott) che vi si nascondevano sotto. Provò a tirar fuori Isaiah ma, non riuscendoci, fu costretto a chiamare Harris,Klebold e Harris sbeffeggiarono e insultarono (anche con parole razziste, dato che il ragazzo era di colore) Shoels per qualche secondo. Poi Harris si chinò e gli sparò nel petto da vicino, uccidendolo. Anche Klebold si chinò e aprì il fuoco, uccidendo Matthew Kechter. Per sua fortuna, Craig Scott non venne ucciso in quanto sembrava morto sotto il sangue dei suoi amici. Harris, rialzatosi, lanciò una bomba verso il tavolo dove erano nascosti Hall, Steepleton e Ireland. Uno dei ragazzi rilanciò la bomba indietro e l'ordigno esplose più a sud.
Alle 11:37 i due assassini si spostarono verso il centro della biblioteca, dove continuarono a ricaricare le armi sopra un tavolo in mezzo alla stanza. Harris, notato uno studente lì vicino, gli chiese di identificarsi. Lo studente era John Savage, un conoscente di Klebold. Savage chiese a Klebold che cosa stessero facendo e si sentì rispondere:
Oh, stiamo solamente uccidendo gente.
Savage chiese allora se l'avrebbero ucciso. Klebold esitò ma poi lo autorizzò a lasciare la libreria. Il ragazzo scappò immediatamente, uscendo dalla porta principale della biblioteca.
Dopo la fuga di Savage, Harris si girò e sparò con la sua carabina ad un tavolo a nord, colpendo Daniel Mauser in faccia da distanza ravvicinata, uccidendolo. Entrambi i killer si spostarono verso sud dove spararono a caso sotto un altro tavolo, ferendo gravemente Jennifer Doyle e Austin Eubanks e uccidendo Corey DePooter, l'ultima vittima del massacro, che aveva mantenuto la calma tra i suoi amici durante la sparatoria.
Subito dopo la loro uscita dalla biblioteca, trentaquattro studenti illesi e dieci feriti evacuarono la stanza attraverso la porta nord, che conduceva alla scala adiacente l'entrata ovest. Patrick Ireland, che era svenuto, e Lisa Kreutz, che non riusciva a muoversi, rimasero nell'edificio. Patti Nielson corse dentro la stanza del personale dove Klebold aveva sparato poco prima, trovando Brian Anderson e tre addetti alla biblioteca; si chiusero lì dentro e vi rimasero fino alle 15:30 circa.
Dopo aver abbandonato la biblioteca, i due si diressero alla zona di scienze e lanciarono una piccola bomba all'interno di uno sgabuzzino. Quando l'ordigno esplose, scapparono. Un insegnante che era nella stanza a fianco spense il fuoco. I ragazzi proseguirono attraverso il corridoio sud, poi si fermarono e cominciarono a sparare all'interno di un'aula vuota di scienze
Una volta tornati al piano superiore, camminarono per il corridoio nord e il corriodio sud senza meta, sparando casualmente. Mentre camminavano, spesso guardarono attraverso le piccole finestrelle delle porte delle classi per vedere se vi fosse qualche studente, ma non provarono ad entrare in nessuna aula. I due si diressero verso l'entrata di un bagno dove cominciarono a schernire gli studenti all'interno.
Alle 12:05, i due entrarono di nuovo nella biblioteca, in cui si trovavano in quel momento (oltre ai cadaveri) solo Patrick Ireland, privo di sensi, e Lisa Kreutz che fingeva di essere morta. Non si sa cosa fecero dopo aver abbandonato la mensa e prima di tornare in biblioteca. Una volta dentro, provarono a sparare fuori dalle finestre ai poliziotti, senza successo. Si spostarono verso un tavolo vicino ai corpi di Matthew Kechter e Isaiah Shoels e lì si spararono, suicidandosii.
In seguito alla sparatoria, ci furono diverse discussioni riguardo cosa potesse aver spinto gli assassini al loro gesto e se fosse stato possibile prevenire il crimine. La presenza di gruppi sociali nelle scuole superiori è stato un frequente argomento di discussione. Molti sostengono che l'isolamento dei due ragazzi dal resto dei loro compagni di classe creò in loro sentimenti, come il sentirsi indifesi e insicuri, che li spinsero verso una profonda depressione alimentata da una notevole ricerca di popolarità. Alcune scuole diedero così il via a programmi per scoprire e fermare il bullismo,fenomeno che molti pensavano avesse contribuito ad aumentare la rabbia repressa di Harris e Klebold.
La colpa della sparatoria ricadde anche sul cantante Marilyn Manson e su altri gruppi rock/metal. Manson, in un'intervista che seguì la strage, annunciò di aver cancellato tre concerti in memoria della tragedia.