ho appena finito di leggere un libro molto duro e diretto, su come è diventata la nostra società di ragazzi che trovano riparo tra vestiti firmati e droghe pesanti, sempre alla ricerca delle serate vissute sul leggero filo che separa la sofferenza della vita dalla paura della morte.
è una storia vera di ragazzi che vivono nell'inutilità più vuota, buttati in night a scopare e tirare di coca, il racconto di corrieri, di figli di papà che vestono armani e gucci, di ragazze che si divertono a fare le *******lle per farsi accettare dal gruppo.
leggevo e pensavo a come siamo diventati cosi vulnerabili da non fregarcene più niente, come se ormai una storia di un ragazzo morto per overdose ci sembrasse una cosa normale, a scandalizzarci di più quando sentiamo che il presidente francese ha deciso di sposare la sua giovane amante.
E intanto al problema rimane, anche se viene costantemente tenuto nascosto, celato dall'avidità con cui le persone ne assumnono e subito lo lasciano marcire li dov'è. e ci sembra tutto così normale che quasi non ce ne accorgiamo più.
vedo persone che a quindici, sedici anni si scambiano siringhe e calano le paste, protetti dai genitori che sono talmente cechi da non accorgersi che i figli hanno problemi, sempre pronti a coccolarli e a dargli la caramella come premio quando portano a casa una sufficienza copiata.
conosco ragazze che la sbattono in faccia al primo sconosciuto che gli passa davanti, come se la verginità fosse una brutta malattia da cui disfarsi immediatamente. e le persone cosi strafatte di pregiudizi che non le considerano nemmeno, si pensa ad una maturità precoce, quando vedono le proprie bambine buttare le barbie da parte e iniziare a frequentare gli amichetti.
esisteno case di cura per dipendenze da sesso e da droga e assistenze e numeri verdi e volontari per frenare questo fenomeno del "tutto e subito" ma sotto a questa corteccia di assistenzialismo c'è il vuoto, un menefreghismo verso tutti che lascia i ragazzi più esposti alla vita e con la voglia di superare i limiti contro cui ci battiamo.
allora che qualcuno si prendesse la sua parte di colpe. perchè è facile parlare di cattive amicizie, quando invece sono le persone più protette e senza esigenze le prime a marcire in una comitiva, quelle che sono talmente viziate e protette e aiutate da fare schifo. i genitori non vedono più in la del proprio portafoglio e della propria classe sociale, il figlio di un banchiere resterà sempre una persona importante anche se spaccia e tira coca, la mela marcia è il figlio del disoccupato alcolista che ha abiti usati e vive con la sigaretta in bocca.
è questo il problema vero, la non-riconoscenza verso la vera realtà, perchè siamo così abituati a guardare tutti dall'alto in basso che siamo i più superficiali verso la realtà. egoisti di noi stessi.
perchè questa è una società senza più valore e senza più intelligenza, quella che apre le gambe lasciandosi infilare dentro ca**i bagnati di droga.